Cinque anni fa, la mia vicina ha seppellito suo marito, un veterano, e si è ritrovata sola.
Era proprio cinque anni fa. La mia vicina, la signora Gabriella, aveva appena perso suo marito, un ex combattente, e si trovava completamente sola. Non avevano avuto figli. La vecchietta non faceva che pensare al suo caro Paolo.
Si erano sposati poco prima della guerra. Poi Paolo era partito per il fronte, mentre la fedele Gabriella lo aspettava pazientemente. Paolo era tornato vivo, ma aveva perso la mano sinistra. Amava profondamente sua moglie e teneva tantissimo a lei. Le aveva promesso che lavrebbe protetta sempre dalle disgrazie, ma non aveva potuto mantenere la promessa. Era morto, lasciandola sola!
Nellanniversario della morte di suo marito, un grosso gatto nero si è presentato a casa sua. È apparso nel cuore della notte, venendo dal nulla, miagolando disperato davanti alla sua porta. Fuori infuriava una bufera di neve, il vento urlava, ma in modo inspiegabile, la signora Gabriella ha sentito quel miagolio. Uscendo, ha trovato questo gatto sconosciuto. Impietosita, la vecchietta lo ha fatto entrare e gli ha offerto un po di latte.
Però, il gatto ha rifiutato il cibo e, con unaria fiera e indipendente, ha fatto il giro delle stanze. Dopo aver ispezionato la casa, ha scelto il cuscino della signora Gabriella, ha cominciato a fare le fusa e si è addormentato subito.
La signora Gabriella non ha avuto cuore di cacciarlo e si è addormentata accanto a lui. La mattina, lo ha osservato meglio. Era curato e ben nutrito, niente a che vedere con un randagio! Nero come lebano, con enormi occhi verdi e unaria sicura di sé. Un dettaglio le ha colpito: gli mancavano le dita della zampa anteriore sinistra, come strappate via.
“Proprio come il mio caro Paolo!” si è messa a piangere. Il gatto, intanto, è saltato dolcemente sulle sue ginocchia e ha iniziato a fare le fusa.
“Devo darti un nome Che ne dici di Leo?” ha detto dolcemente, accarezzandolo e grattandogli dietro lorecchio. Il gatto ha trasalito e lha fissata con unintensità che lha sconcertata.
I SUOI OCCHI ERANO UMANI! NON “SIMILI A OCCHI UMANI”, MA PROPRIO UMANI!
“Capisco, ‘Leo’ non ti piace. Allora forse ‘Luca’? È un bel nome!” ha detto in fretta. Il gatto ha miagolato scontento, è saltato giù dalle sue ginocchia e ha iniziato a graffiare con cura il divano.
“Va bene, va bene. Non ti darò un nome. Sarai solo Il Gatto. Ma per favore, lascia stare il divano,” ha chiesto educatamente. Borbottando qualcosa di incomprensibile, Il Gatto ha esaudito la sua richiesta e si è ritirato con dignità in camera da letto.
Hanno cominciato a vivere insieme: la signora Gabriella e Il Gatto. Io andavo spesso a trovarla, e lei mi raccontava cose incredibili sul suo gatto!
Per prima cosa, Il Gatto la curava. Dopo la morte di Paolo, la signora Gabriella aveva avuto un infarto e il suo cuore spesso faceva male. Ma ogni volta che si sdraiava, Il Gatto le si accoccolava sul petto, faceva le fusa e si addormentava. Il dolore spariva come se non fosse mai esistito!
Un giorno, è successa una cosa davvero strana! La signora Gabriella si era sdraiata per riposare. Il Gatto, accanto a lei, russava piano e si era addormentato. Bussarono alla porta. Si è alzata per aprire, con Il Gatto che la seguiva. Era Roberto, lubriacone e piantagrane del quartiere. Ha bloccato il piede nello stipite della porta, bestemmiando, e ha chiesto soldi per comprarsi da bere. La signora Gabriella ha provato a rifiutare, ma lui è diventato insistente e sempre più volgare. Alla fine lha insultata e ha profanato la memoria del defunto marito.
Allimprovviso, Il Gatto ha emesso un ringhio e gli è saltato addosso. Roberto lha respinto, ma Il Gatto è tornato alla carica e ha quasi cercato di azzannargli la gola. Bestemmiando, Roberto ha perso lequilibrio ed è andato via. Il Gatto ha guardato intensamente la signora Gabriella con i suoi OCCHI UMANI, ha alzato la coda orgogliosamente ed è tornato dentro, missione compiuta.
Un giorno, la signora Gabriella si è preparata per andare allufficio comunale a chiedere legna da ardere e mi ha chiesto di accompagnarla. Dovevamo prendere lautobus fino al capoluogo. Ho accettato e, libera dal lavoro, sono passata da lei di buon mattino.
La vecchietta era seduta sul letto, vestita con la sua vestaglia, con unaria confusa e scombussolata.
“Signora Gabriella, perché non è pronta? Si prepari, magari riusciamo a prendere un passaggio,” ho insistito.
“Cara mia, non verrò. Scusami,” ha detto piano.
“Perché?”
“Non so come dirtelo Non prendermi in giro Il Gatto mi ha proibito di partire.”
“Come?! Ho preso permesso dal lavoro e lei parla del suo gatto! Andiamo!” mi sono arrabbiata.
“Ascoltami bene, tesoro. Avevo preparato tutto la sera prima e mi ero messa a letto. Ho sognato che Il Gatto mi parlava. Proprio come fai tu ora Mi guardava e diceva:
‘Resta a casa, Gabriella. Non partire domani.’
Mi si è bloccata la lingua in bocca! Non tanto perché Il Gatto avesse parlato! Mi chiamava Gabriella! Gabriella! Capisci?! Solo il mio defunto Paolo mi chiamava così! E LA VOCE DEL GATTO ERA ESATTAMENTE QUELLA DI PAOLO!
Poi Il Gatto ha cantato una canzone. Quella che Paolo adorava:
‘Nei campi della nostra terra,
dove si cerca loro tra le montagne
Ti ricordi, mia piccola Gabriella, la cantavo quando partii per il fronte?’
Nonostante tutto, ho trovato la forza di chiedere:
‘Paolo, sei tu?!’
‘In un certo senso, sì! Vedo quanto è dura per te stare sola, allora sono tornato
Dillo a Lucia, che non si operi. Non sopravviverebbe’
E mi sono svegliata”
Dire che ero scioccata è poco! Sono rimasta a bocca aperta, senza fiato, come un pesce fuor dacqua.
Poi mi è venuta unidea:
“Signora Gabriella, si sente bene? Forse dovremmo chiamare unambulanza? La pressione sarà salita.”
“Mi sento meglio che mai, cara! Ho parlato con il mio caro Paolo!” ha risposto sorridendo tra le lacrime.
Le ho misurato la pressione comunque. Incredibilmente, era normale!
Da quel momento, la signora Gabriella ha cominciato a chiamare il suo gatto Paolo. Strano, ma lui rispondeva subito a quel nome!
Le predizioni della signora Gabriella (o del Gatto?) si sono avverate. Lautobus che dovevamo prendere per il capoluogo quel giorno ha rischiato un incidente. Cera ghiaccio, e lautista aveva perso il controllo. Per fortuna non ci sono stati morti, ma molti feriti. Una coincidenza? Forse. E una settimana dopo, la signora Gabriella ha ricevuto la sua legna
La vicina mi ha chiesto di avvertLa primavera successiva, quando i fiori sbocciarono sul tumulo della signora Gabriella, trovai il gatto Paolo addormentato per sempre accanto alla croce, come se avesse finalmente mantenuto la promessa di non lasciarla mai sola.





