Comè possibile è malato? In che condizioni è? esclamò la suocera. Dorme. Niente di grave, ha un po di febbre, è normale, linverno è arrivato. Ma non è solo linverno! È colpa del tuo lavoro, porti a casa chissà cosa dalla tua cassa! Quante volte te lho detto cambia lavoro!
Lucia dormiva, quando allimprovviso sentì un rumore forte qualcuno aveva aperto la porta dingresso! Si strofinò gli occhi e guardò la sveglia: erano appena le otto del mattino!
Lorenzo, amore, sei tu? chiese sorpresa Lucia, ascoltando i rumori in casa.
Nessuna risposta. Sentì solo qualcuno aprire la porta del bagno e poi silenzio
Lucia si infilò in fretta la vestaglia e corse a piedi nudi verso il bagno.
Aprì la porta e rimase sbalordita.
Il suo Lorenzo era davanti allo specchio, con le labbra stirate, ammirando la sua lingua sporgente.
Lucia, è vero che quando uno è malato ha la lingua bianca? chiese.
Tu sei malato? domandò Lucia, ancora assonnata.
Penso di sì rispose Lorenzo, toccandosi la fronte preoccupato. Mi serve il termometro. Dovè? Devo sdraiarmi. Mi hanno persino mandato a casa dal lavoro. Forse dovremmo chiamare il dottore.
Lucia prese il termometro. Ecco: 37,5. Beh, è iniziato linverno, e Lorenzo è a letto. La dottoressa arrivò unora dopo, gli diedero il certificato medico.
Lucia chiamò sua madre:
Potresti prendere Matteo allasilo? Non può venire a casa Lorenzo è malato.
La mamma era persino felice adorava suo nipote, viveva sola, e Matteo era la sua gioia.
E Lorenzo? Niente di grave?
No, niente di che. È venuta la dottoressa, gli ha dato il certificato, ci ha prescritto delle cure, ci riposeremo.
E tu come stai? si preoccupò la mamma.
Tutto bene! Devo andare al lavoro per il turno di pomeriggio, chiederò alla suocera di passare stasera a controllare Lorenzo. E così tutta la settimana, turno di pomeriggio. Va bene, grazie mamma, ci sentiamo.
Allora, cosa fare? Devo preparare una minestrina leggera con brodo di pollo, ma devo anche andare al supermercato, oltre che in farmacia. Tirare fuori dal freezer le coscette di pollo, comprare carote e patate.
In farmacia prese tutto il necessario. A pranzo svegliò il marito.
Lorenzo, alzati, mangia un po di minestra Lucia gli scosse la spalla.
Lorenzo, confuso, si sedette sul letto.
Oddio, mi sento nauseato! Potrei mangiare la minestra a letto? Non riesco ad andare in cucina.
Davvero stai così male? Va bene, te la porto. Poi misuri la febbre
Dopo aver mangiato, misurò la temperatura: sempre 37,5. Lucia gli diede le pastiglie. Lorenzo si girò verso il muro e si riaddormentò. Meno male. Purché non si ammalasse anche lei a lui pagavano la malattia per intero, ma a Lucia, al negozio, era più complicato. E poi cerano i mutui, non poteva permettersi di ammalarsi. Chiamò la suocera:
Anna, Lorenzo è malato. Se puoi, passa stasera a controllarlo. Di sera al negozio cè sempre molta gente, non riesco a chiamarlo.
Comè possibile è malato? In che condizioni è? esclamò la suocera.
Dorme. Niente di grave, ha un po di febbre, è normale, linverno è arrivato.
Ma non è solo linverno! È colpa del tuo lavoro, porti a casa chissà cosa dalla tua cassa! Quante volte te lho detto cambia lavoro!
Anna, io non sono malata! E poi hai detto anche tu che Lorenzo da piccolo si ammalava subito. Con questo freddo, che centro io
Per evitare di continuare la conversazione, Lucia la interruppe. Anna amava fare di una mosca un elefante, e probabilmente sarebbe arrivata entro unora. Pazienza, che controlli, tanto Lucia doveva prepararsi per il lavoro.
E così fu la suocera arrivò con scatole di erbe per il figlio, diceva che non avrebbero fatto male. Bene, lei ne sapeva di più. Si lamentò e sospirò mentre cambiava la maglietta bagnata del figlio, esclamando:
Guarda come lo lasci con la maglietta umida, si ammalerà ancora di più! Come fai a non accorgertene?
Anna, stava dormendo, cosa potevo fare?
Lucia andò al lavoro. Dopo qualche ora cominciò a sentirsi debole. Ecco anche lei si era ammalata! Ma non poteva farlo vedere, doveva almeno finire il turno. La sera misurò la febbre più alta di quella di Lorenzo. Avrebbe voluto lamentarsi con lui, ma lui era troppo occupato con se stesso.
Ho i brividi e mi gira la testa. Mia mamma mi ha dato il tè con lamponi e miele, sembrava aiutare, ma ora di nuovo non mi sento bene. Cosa devo prendere?
Sai, anche io non mi sento bene
Be, prendi qualcosa pure tu disse Lorenzo, guardando ancora la sua lingua nello specchio. Guarda, è ancora bianca.
No, non poteva ammalarsi! E a chi lamentarsi? Se lo diceva alla mamma, avrebbe chiamato ogni cinque minuti con consigli; se alla suocera, lavrebbe incolpata; e il marito era troppo concentrato su se stesso.
Decise di non lamentarsi, prendere le medicine di nascosto e andare lo stesso al lavoro. I mutui non sparivano da soli
Per tutta la settimana Lorenzo si crogiolava nella sua malattia, sembrava luomo più sfortunato del mondo anche se il termometro segnava 37, diceva di stare malissimo.
La suocera veniva spesso con le sue tisane e decotti. Lultima cosa che Lucia voleva era incontrarla, con la sua faccia stanca.
Il marito non si accorgeva di niente dormiva, guardava la TV o il telefono. Tornata a casa, Lucia misurava la febbre, e solo il quarto giorno era tornata normale.
La debolezza rimaneva, ma si era salvata. Lorenzo stette a letto molto più a lungo, con più richieste il pranzo a letto, misurare la febbre, portargli da bere.
La suocera diceva che da piccolo si ammalava spesso, ma questa era la prima volta in cinque anni di matrimonio, ed era insopportabile!
Una semplice influenza la viveva come un dramma, lamentandosi sempre.
La settimana dopo lo dimisero. Ripresero Matteo. Il giorno dopo Lorenzo sarebbe tornato al lavoro.
Seduti in cucina con una tazza di tè, lui raccontò:
Da bambino era più facile, ma questa volta è stato terribile, non immagini neanche!
E cosa cera di così terribile? Non mi sembra sia stato tanto grave.
Eh, facile parlare quando sei sana!
Ma io ero malata anchio! Solo che non te ne sei accorto.
Lorenzo la guardò incredulo, poi sorrise furbo, come se lavesse smascherata:
Scherzi, vero? Va bene, andiamo a dormire!
Lucia sospirò triste no, non si era accorto di niente
Pazienza
Come nella battuta una donna che ha partorito può solo immaginare cosa prova un uomo con 37 di febbre