Come mia suocera si è ritrovata senza casa – Sono convinta che non dobbiamo mantenere mio cognato e la sua famiglia né pagare loro l’affitto! Vi racconto la storia del mio appartamento a tre stanze, comprato in pessime condizioni e rimesso a nuovo prima del matrimonio, dove poi abbiamo costruito la nostra vita familiare… finché una sera d’autunno mia suocera non si è presentata piangendo con le valigie, chiedendo ospitalità perché il figlio minore aveva portato la fidanzata a vivere da lei. Così è iniziata una convivenza complicata fra figli, ex mogli, nipoti e drammi: tra richieste assurde, ricatti emotivi, questioni di casa e rottura dei rapporti. Ora sono decisa: se la suocera non trova una soluzione, le metto le valigie fuori dalla porta. Siamo davvero obbligati a mantenere tutta la famiglia di mio cognato?

Diario di Marco, 12 novembre

Sono convinto che non sia nostro dovere mantenere mio cognato Enrico e la sua famiglia, né tantomeno affittare una casa per conto loro. Vi dico subito che sono proprietario di un trilocale a Firenze, dove viviamo io e la mia famiglia. Lho acquistato molti anni fa, in condizioni disastrose, ben prima di sposarmi. Potete immaginare: la porta dingresso si reggeva a malapena contro il telaio. Quello che contava però era il prezzo, ottimo per le mie tasche. Col tempo, ho sistemato tutto pezzo dopo pezzo. Ma non è questo il punto centrale di oggi.

Quando ho conosciuto mia moglie, Francesca, ormai due stanze erano quasi pronte e qualche mobile era già arrivato. Insomma, lappartamento era già vivibile.

Francesca era una donna affascinante e viveva in affitto a Bologna. Dopo qualche mese, si è trasferita da me a Firenze. Ci siamo sposati e abbiamo trasformato una delle stanze nella cameretta; sono arrivati prima Matteo, poi la piccola Giulia.

La nostra vita scorreva serena, almeno fino a quando, una sera dautunno particolarmente fredda, non si è presentata mia suocera, Angela, piangente e con due valigie davanti alla porta:

Posso restare da voi per un po? mi ha supplicato Enrico ha portato una ragazza a casa mia. Spero solo che sistemino presto le cose e magari si sposino e vivano insieme a lungo Non vi darò fastidio, aiuterò volentieri: accompagnerò i bambini a scuola, cucinerò, starò daiuto in casa. Non ho nessun altro al mondo se non voi!

Mi è dispiaciuto vederla così sconsolata, quindi le abbiamo dato il soggiorno, la stanza più grande. Da diverso tempo era ormai in pensione e si occupava dei nipoti come aveva promesso. Dalla sua casa, invece, non si faceva vedere: il figlio minore, Enrico, si era ormai installato lì con la nuova compagna e i suoi due bambini, uno dei quali era nato da una precedente relazione di lei.

Molti anni fa Enrico si era sposato appena terminato il liceo con una certa Patrizia. I miei suoceri, per aiutarli, avevano venduto la loro bella casa a Siena e con i soldi ricavati comprarono un monolocale per loro e un bel bilocale per Enrico. Poco dopo mio suocero si ammalò e purtroppo ci lasciò.

Enrico e Patrizia ebbero due figli, poi divorziarono e lui lasciò la casa alla ex moglie. Ora Patrizia vi abita con il nuovo marito e tre figli. Dopo il divorzio, Enrico è tornato da sua madre.

Mamma, resto qui con te per un po. Adesso sono libero e posso pensare al mio futuro! le disse un giorno. Ma come spesso capita, le cose non andarono per il verso giusto e, dopo qualche mese, Enrico portò la sua nuova compagna nella casa della madre.

Ogni fine settimana, Angela portava da noi tutti i nipoti di Enrico: quelli avuti con la prima moglie e quelli avuti con la seconda. La nostra casa diventava quasi un asilo nido impazzito.

Dopo un anno abbondante, io e Francesca abbiamo detto ad Angela che doveva trovare una soluzione alla sua questione abitativa. Anche stavolta, lacrime e disperazione.

Presi il coraggio e andai a parlare con Enrico: era davvero ora che liberasse la casa di nostra madre. Lui si rifiutò, dicendo che con due figli, una moglie e uno stipendio da operaio, non poteva permettersi di pagare affitti a Firenze. Ma cosa avrei dovuto fare io?

Il rapporto con mia suocera si era ormai guastato a tal punto che non vedevo lora di uscire la mattina di casa e non avevo nessuna voglia di rientrare la sera. Ho deciso allora di affrontare la questione con Francesca, dicendole che la situazione doveva essere risolta altrimenti avrei chiesto la separazione.

Le mie parole hanno turbato profondamente Francesca, non aveva idea di come sistemare tutto senza mettere la madre in mezzo a una strada.

Le ho proposto di farle affittare un monolocale in fondo, i soldi ce li avevamo. Ma Angela si è impuntata e ha preteso, con decisione, che affittassimo un bilocale per Enrico e la sua famiglia, così lei sarebbe potuta tornare nella sua abitazione.

Per me era troppo, una vera mancanza di rispetto. Ho detto chiaramente che, se non avesse trovato una soluzione entro una settimana, avrei messo tutte le sue cose sul pianerottolo. Onestamente, cosaltro potevo fare?

Non credo sia giusto né nostro dovere mantenere la famiglia di Enrico, tantomeno pagar loro una casa.

Da tutta questa vicenda ho imparato che la generosità deve avere dei confini ben chiari, altrimenti rischia di diventare un peso insopportabile e di rovinare anche gli affetti più profondi.

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Come mia suocera si è ritrovata senza casa – Sono convinta che non dobbiamo mantenere mio cognato e la sua famiglia né pagare loro l’affitto! Vi racconto la storia del mio appartamento a tre stanze, comprato in pessime condizioni e rimesso a nuovo prima del matrimonio, dove poi abbiamo costruito la nostra vita familiare… finché una sera d’autunno mia suocera non si è presentata piangendo con le valigie, chiedendo ospitalità perché il figlio minore aveva portato la fidanzata a vivere da lei. Così è iniziata una convivenza complicata fra figli, ex mogli, nipoti e drammi: tra richieste assurde, ricatti emotivi, questioni di casa e rottura dei rapporti. Ora sono decisa: se la suocera non trova una soluzione, le metto le valigie fuori dalla porta. Siamo davvero obbligati a mantenere tutta la famiglia di mio cognato?