Era un pomeriggio qualsiasi quando Gianfranco “Gianni” Esposito, cinquant’anni, scapolo, arguto possessore di un’intelligenza – a suo dire – sopraffina e di un fascino molto… particolare, se ne stava nella sua monolocale alla periferia di Milano, accarezzando il gatto Pulce. Lo stesso Pulce che, a giudicare dallo sguardo sdegnoso e dall’atteggiamento altero, da anni meditava una fuga ma resisteva per pura pietà verso il padrone. La vita di Gianni, ultimamente, non era certo una discesa in BMW: niente lavoro, prospettive nebulose, e solo un divano scrostato, un armadio vintage anni ’80 e un tappeto che nascondeva una crepa sul pavimento.
Ma quel giorno, il destino bussò alla sua porta. Con una tazza di caffè solubile in mano, Gianni ebbe un’illuminazione: era ora di trovare il suo lieto fine. No, non un qualunque lieto fine, ma quello con la L maiuscola: una donna ricca e bellissima. Perché, come recitava la sua filosofia di vita: «Dammi una moglie benestante e riavrò la mia dignità». Trovare lavoro? Troppo faticoso. Meglio cercare l’ascensore sociale pronto!
Accese il vecchio laptop recuperato in un cassonetto, si iscrisse a un sito di incontri e creò un profilo. Con un pizzico di fantasia, ovvio. La foto principale? Un bellissimo modello rubato da Internet – un Adone abbronzato in completo firmato, con l’ultimo Samsung in mano. La descrizione era un capolavoro:
Nome: Gianfranco Esposito.
Età: 38.
Professione: imprenditore, proprietario di un’azienda.
Hobby: crociere in barca a vela, cucinare (sono un maestro), leggere i classici.
Obiettivo: relazione seria con una donna elegante e benestante. NO a chi cerca solo soldi o alloggio.
«Che uomo di mondo che sono» pensò Gianni, soddisfatto. «Ora inizieranno a scrivermi tutte».
E loro scrissero. Peccato solo che fossero… diciamo, lontane dai suoi sogni. Invece di ricche bellezze in tailleur griffato, si ritrovò messaggi da donne con tre gatti, un lavoro da cassiera e una passione per gli sciarponi fatti a mano. «No, care mie, non è per voi» sospirava, ignorando le loro parole. «Io cerco una dea con il conto in banca».
Poi, finalmente, arrivò lei: Beatrice, 42 anni. Nella foto, una brunetta sorridente, abito elegante, aria da donna di successo. «Questa ha qualcosa» pensò Gianni. «Forse è la mia occasione».
«Ciao Gianfranco! Leggo che sei un mago ai fornelli» scrisse lei.
«Certo! Cucinare è la mia arte. Hai mai assaggiato un risotto allo zafferano come si deve? È poesia pura» rispose lui, intanto addentando un panino con la mortadella.
Dopo un’ora di chat, fissarono un appuntamento. Successo! Gianni si preparò con cura: tirò fuori l’unico completo decente (dell’epoca del suo primo matrimonio), si rasò e infilò un po’ di cipria sulla pelata per dargli un’aria più folta. L’incontro era in un piccolo bar di zona.
Arrivò con dieci minuti di anticipo (in autobus, ma non ditelo a nessuno) e si sistemò vicino alla finestra. Beatrice era davvero splendida: curata, raffinata, con un portamento da aristocratica.
«Piacere, Gianfranco» esordì lei, ma dopo una rapida occhiata, aggrottò le sopracciglia. «Scusa, ma… sei un po’ diverso dalla foto».
Lui era pronto: «Eh, sai, le foto ingannano sempre! Nella realtà sono più… carismatico».
«Capisco» disse lei, guardandolo con sospetto.
La conversazione non decollava. Quando cercò di spiegare il suo “business”, lei lo interruppe:
«Che tipo di azienda hai, esattamente?»
«È… complesso. Investimenti, start-up… siamo in una fase di crescita strategica» inventò lui.
Lei annuiva, ma dagli occhi le si leggeva la voglia di scappare.
Allora Gianni giocò la carta finale:
«Beatrice, senti… siamo fatti l’uno per l’altra. Sei una donna bellissima, e io… beh, io sono pronto a dedicarmi a te. Cucinare, prendermi cura della casa, sarai la mia regina!»
Lei prese un respiro, posò la tazzina e rispose:
«Gianfranco, scusami, ma questa cosa mi sembra un po’… strana. Cosa ti fa pensare che una donna come me dovrebbe scegliere te?»
Fu un colpo al cuore. Gianni borbottò qualcosa su «donne senza cuore» e «materialiste senza arte né parte», poi scappò senza pagare il caffè.
In settimana provò con altre tre donne, ma il risultato fu identico. Il culmine fu con Alessandra, 37 anni, che lo fulminò quando lui propose di dividere il conto:
«Ah, quindi sei un imprenditore ma non puoi pagarmi un cappuccino?»
«Io… reinvesto tutti i profitti!» balbettò lui, mentre lei se ne andava ridacchiando.
Alla fine del mese, la verità era chiara: le donne benestanti non facevano la fila per lui. Ingiusto! Lui si era persino lavato i denti prima degli appuntamenti!
Allora iniziò la sua trasformazione in “Giustiziere del Dating”. Sui social, prese a sabotare ogni profilo femminile con commenti acidi:
«Ah, cerchi solo ricconi? Che cuore generoso!»
A un’influencer di moda: «Ma perché tanto trucco? Tanto poi nessuno ti sposa».
E sotto un post di fitness: «Con quei muscoli, spaventi pure i marò».
Peccato che nessuno rispondesse: solo una lunga serie di blocchi.
E Pulce, osservandolo dal divano, miagolò piano: «Ma invece di fare lo sbruffone, perché non cerchi un lavoro?»
Gianni ci rifletté. Forse la felicità non era una barca a vela o un risotto stellato, ma una serata tranquilla con un gatto che – malgrado tutto – ancora lo sopportava. Chissà.