Comodamente seduta sul divano del bar, aspettava l’ordinazione, gustando il suo cappuccino preferito e un éclair prima della giornata lavorativa.

Seduta comodamente sul divano del bar, aspettava il suo ordine, godendosi un cappuccino e una sfoglia prima della giornata lavorativa.

Laura si sistemò meglio sul morbido cuscino, sorseggiando il caffè caldo mentre fuori dalla finestra cadeva una leggera nevicata. Quel posto era il suo rifugio, dove veniva spesso a concedersi un momento di dolcezza prima di affrontare il lavoro. Al tavolo di fronte, due ragazze chiacchieravano animatamente.

Senti, ho incontrato la fidanzata del mio ex laltro giorno. Davvero, non è niente di speciale. Cosa ci trova in lei?

Forse cucina degli ottimi tortellini? O magari fa miracoli a letto? rise lamica.

Ma dai, guarda le sue foto su Facebook! Non è certo una Venere.

Le due risero, ma Laura si irrigidì. Le parole le riportarono indietro nel tempo, quando aveva sette anni e aveva sentito sua madre dire al padre: “La nostra Laura non è una bellezza, ma almeno è diligente.”

Da adulta, Laura aveva curato il suo aspetto con attenzione, ma nonostante tutto, si sentiva sempre inadeguata. Sua madre spesso le ripeteva: “Tieniti stretta agli studi, piccola. Se non puoi brillare per bellezza, brillerai per intelligenza. Lavora sodo, così non rimarrai sola.”

A scuola si vergognava del suo viso poco aggraziato e della figura squadrata. Alluniversità imparò a vestirsi con stile e a truccarsi. Trovò persino un ragazzo, ma lui si permetteva battute sul suo “sedere piatto” e i “piedi grandi”. Laura capì che, anche se fosse stata intelligente, difficilmente qualcuno lavrebbe amata davvero. Si rassegnò e andò avanti.

Dopo aver finito il caffè e il dolce, corse al lavoro. A pranzo doveva passare a casa dellamica Giulia per dar da mangiare al gatto e innaffiare le piante. Giulia era partita per due settimane in Sicilia, e suo marito, Marco, raramente stava a casa. “Se per caso si incontrano, Marco non la degnerà nemmeno di uno sguardo,” aveva pensato Giulia prima di partire.

Arrivata a casa dellamica, Laura riempì la ciotola del gatto addormentato, Micio, poi si dedicò alle piante. Dallaltra stanza proveniva una musica familiare. Riconobbe la canzone e iniziò a canticchiare: “Brilla una stella lontana, ancora lontana da casa…” E allimprovviso, in quel momento, in mezzo ai fiori, si sentì leggera, quasi sospesa nellaria. Senza accorgersene, iniziò a danzare, lasciandosi trasportare dalla melodia e dalla bellezza che la circondava.

Poi, un rumore la fece sobbalzare.

Si voltò e vide due uomini sulla soglia. Marco! E un altro che non conosceva. Entrambi sembravano stupiti. “Che vergogna,” pensò Laura, sentendo il calore salirle alle guance.

Laura, ciao. Questo è il mio amico Luca. Siamo passati a prendere dei documenti. Stavi danzando così bene che non siamo riusciti a distogliere lo sguardo. Scusa se ti abbiamo interrotta.

Io Giulia mi ha chiesto

Laura si affrettò verso la porta, ma inciampò nel gatto e cadde pesantemente a terra. Il buio.

Si risvegliò in un letto dospedale.

Buongiorno. Come sta? Sono Valentina, la sua vicina di letto. Ha una lieve commozione cerebrale, ma i dottori dicono che è tutto sotto controllo. Ha avuto visite: un corriere e un giovane con dei fiori le spiegò la ragazza con un sorriso gentile.

Grazie mormorò Laura.

Si alzò lentamente, si avvicinò alla finestra e aprì un sacchetto. Dentro cerano frutta, succo e le sue sfoglie preferite. Probabilmente un pensiero di Giulia e Marco.

Poi notò il mazzo di fiori e un biglietto. “Laura, spero tu stia meglio. Una ragazza affascinante come te non merita di stare in ospedale. Ti aspetto alla mostra dei fiori. Non accetto rifiuti. Luca.”

Laura avvicinò il viso alle bianche margherite, chiuse gli occhi piena di felicità e abbracciò Valentina

La bellezza non deve sempre essere eclatante. Ogni donna ha la sua luce. A volte, brilla calda e profonda, dal cuore.

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Comodamente seduta sul divano del bar, aspettava l’ordinazione, gustando il suo cappuccino preferito e un éclair prima della giornata lavorativa.