Comunque non sono come gli altri

*La stessa storia, ma diversa*

“Figlia mia, ma che ci vedi in quel teppistello? Non ti porterà niente di buono! Te ne pentirai, te lo dico io… È solo questione di tempo prima che finisca nei guai! Lo aspetterai per anni, come una moglie di un carcerato!”

“Mamma, non dire così! Sandro non è un teppista. È buono e premuroso. E mi ama!”

“Quelli come lui amano solo finché gli fa comodo! Dimenticalo. Guarda invece Enrico. Ecco un uomo che sarebbe un marito perfetto. Con lui saresti al sicuro, come dietro una muraglia! Credimi, lo so io.”

Ludovica fissò la madre con aria ferita, irritata dal fatto che non la capisse. E non volesse capirla.

“Mamma, Enrico non mi piace. È troppo…”

“Troppo cosa? Sì, forse non è il più virile, ma ti vuole bene! Dagli una chance! Manda a quel paese quel delinquente di Sandro!”

“No, mamma. Io sposerò solo Sandro. Ho deciso così.”

“Roberto, dimmelo tu che tua figlia ha torto! — Marina si rivolse al marito. — Perché stai zitto?”

Roberto si alzò dal divano e si avvicinò a moglie e figlia, immerse nella discussione. Sandro non gli piaceva granché, ma non voleva intromettersi nella vita della figlia. Ormai era grande, poteva capire da sola cosa fare. Dopotutto, era lei a dover vivere la sua vita, non loro.

“Ragazze, perché litigate? Marina, lasciala frequentare chi vuole. E tu, Ludovica, fai attenzione, ma se hai bisogno, vieni da me. Ti aiuterò, capito?”

La donna alzò le mani al cielo, mentre Ludovica abbracciò felice il padre.

“Grazie, papà! Comunque, siamo solo fidanzati con Sandro. Mica mi ha chiesto di sposarlo.”

“Meglio così. Speriamo non lo faccia mai,” borbottò Marina.

Ludovica non rispose, per evitare un nuovo vortice di prediche.

A vent’anni, pensava di poter gestire la sua vita da sola, tanto sua madre non avrebbe mai capito. Sandro era il centro del suo universo, e si amavano da anni, cosa che irritava profondamente Marina. Enrico, invece, suo compagno di università, piaceva alla madre, ma a lei non suscitava il minimo interesse.

Con la benedizione paterna, Ludovica iniziò a frequentare Sandro apertamente. Lui ne era felicissimo. Pur essendo un po’ ribelle e circondato da amici poco raccomandabili, Sandro amava Ludovica davvero e per lei era pronto a cambiare tutto.

“Sandro, prenderemo un appartamento dopo il matrimonio, vero? Ce la farai?”

“Certo che ce la faccio. In extremis, i miei ci aiuteranno. A proposito, sono felicissimi della nostra storia. Dicono che mi hai cambiato in meglio,” disse lui con un sorriso dolce.

“Davvero?” Ludovica arrossì, imbarazzata e felice.

Quel dialogo avvenne quando Ludovica era all’ultimo anno di università. Sandro già lavorava e insieme risparmiavano per il matrimonio. Marina, però, restava contraria e si rifiutò di contribuire alle spese. Roberto non la contrastò, ma di nascosto aiutò la figlia.

“Trova un ragazzo perbene, allora pagheremo noi,” diceva Marina. “Ma se ti ostini con quel buonanulla, arrangiati!”

Ovviamente Ludovica piangeva per il dispiacere, ma non poteva cambiare il cuore di sua madre.

Per fortuna, i genitori di Sandro erano più comprensivi e accolsero la ragazza a braccia aperte.

“Mi dispiace che la mamma non ti sopporti. Papà, almeno, mi lascia decidere. Anzi, mi sostiene.”

Sandro la strinse a sé e le guardò negli occhi.

“Ludovica, non preoccuparti. Tua madre vuole solo il tuo bene. Io la sopporterò. Sono abituato a non piacere alla gente.”

“E chi mai non ti ha sopportato?” Gli diede una spintarella scherzosa.

“Be’…” La baciò e sussurrò: “Ma io ho amato solo te.”

“Sempre?”

“Sempre.”

Era vero. L’amava da quando erano bambini, da quando Ludovica e i suoi genitori si erano trasferiti nel quartiere e lei aveva iniziato la scuola. All’inizio Sandro la prendeva in giro, ma lei seppe difendersi. E così nacque la loro amicizia, poi l’innamoramento, e infine un amore solido.

Ciò non impediva a Sandro di combinare guai, cosa di cui a volte si pentiva, ma spesso manco ci pensava.

Ora, però, si era dato una regolata. Aveva finito gli studi e lavorava in un’officina, guadagnando bene.

Si sposarono senza l’aiuto dei genitori di lei. Sandro era stimato in officina e la sua burrascosa adolescenza era un ricordo lontano. Ludovica era felice, anche se sua madre continuava a disprezzare suo marito. Marina era convinta che sua figlia avrebbe avuto una brutta fine con quel mascalzone.

“Sandro, domani andiamo dai miei?” Ludovica abbracciò il marito.

Lui le carezzò il pancione con affetto.

“Tesoro, è meglio di no. Non devi agitarti. Quando nascerà Matteo, allora andremo. Mostreremo il nipotino ai nonni. A proposito, i miei volevano passare a trovarci.”

“Va bene,” annuì lei. “Chiedi a tua mamma di fare la sua crostata favolosa, sì?”

Sandro sorrise.

“CertE mentre il piccolo Matteo si addormentava tra le braccia del nonno, anche Marina, finalmente, lasciò scivolare via quel rancore che le aveva stretto il cuore per anni, perché forse, dopotutto, l’amore di sua figlia non era così sbagliato.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

5 × three =

Comunque non sono come gli altri