” Ma che dici? Siamo sposati da dieci anni! Quale amante? A me basta te!
Valentina non riusciva a controllarsi. Sentiva, quasi con la pelle, che suo marito la tradisse. L’incertezza la tormentava. Un giorno trovò il coraggio di parlargli apertamente.
Gli chiese se era vero o no, ma lui rispose solo:
Ma che dici? Siamo sposati da dieci anni! Quale amante? A me basta te!
A parole, Enrico sembrava sincero, onesto. Non cera nulla di strano nel suo sorriso, nelle sue parole, negli occhi. Eppure, qualcosa continuava a tormentarla.
Valentina non era tipo da affidarsi al destino, così decise di scoprire la verità a tutti i costi. Ma come?
Dopo aver letto consigli su internet, decise di controllare il telefono di suo marito, ma non trovò nulla di sospetto. Solo qualche chiacchiera insignificante con vecchie compagne di scuola, niente di preoccupante. Che sarà mai!
Enrico non metteva mai la password sul telefono. Secondo lui, non aveva nulla da nascondere. Nessuna conversazione segreta, nessun messaggio cancellato. Un vero angelo in carne e ossa.
A volte Valentina pensava di essersi fatta troppe paranoie, ma ogni volta che lui tornava tardi dal lavoro, quel brutto presentimento tornava a tormentarla.
La sua amica le diceva sempre:
Sono tutte tue supposizioni! Enrico ti ama e non si sogna nemmeno di guardare unaltra donna! Con queste paranoie rovini tutto!
Ma Valentina non la ascoltava. Il suo cuore le diceva altro, e dividere il marito con unaltra donna era semplicemente impensabile per lei.
Una volta osò persino pedinarlo, presentandosi al suo ufficio per controllare se fosse davvero al lavoro o in giro con unaltra. Quando lui la vide, si infuriò. Diceva che lo umiliava davanti ai colleghi. Dovette chiedergli scusa a lungo, ma lui, essendo di carattere mite, perdonò presto.
In apparenza, la loro vita era perfetta. Una bella casa, due bambini che crescevano. Dovevano solo godersela, e invece no: Valentina si era messa in testa di cercarsi guai.
Come si suol dire, chi cerca trova! Solo che, per ora, a lei non era ancora riuscito.
Insomma, Valentina era angosciata, come spesso accade alle donne di trentanni che non vogliono ritrovarsi sole con due figli.
Esternamente sembrava calma, ma dentro ribolliva.
Di Enrico non si notava nulla di strano. Niente rossetto sulla camicia, niente profumo sospetto, neppure un cambiamento nel suo stile di vita. Eppure, lei sentiva che qualcosa non andava.
Se non fosse stato per un caso, Valentina forse non avrebbe mai scoperto la verità. Vera o inventata? Si sarebbe visto.
Quando il figlio più piccolo iniziò la prima elementare, Valentina decise di prendere la patente. Seguì le lezioni alla scuola guida la sera, dopo il lavoro. In tre mesi superò lesame e ottenne la licenza.
Enrico era così fiero di lei che le comprò una macchina. Piccola, ma pur sempre una macchina.
Valentina era minuta e bassa di statura, quindi per lei era perfetta, facile da parcheggiare.
Enrico, ovviamente, non lo ammise mai, ma aveva comprato quellauto solo per evitare che lei gli chiedesse di usare la sua Audi. Pensava che fosse ancora troppo inesperta per guidarla. O almeno, così le diceva.
Una domenica mattina, Valentina si svegliò prima del solito e decise di fare una sorpresa alla famiglia: preparare una torta salata con melanzane e pollo. Era il loro piatto preferito. Ma mancava la farina.
Fuori faceva freddo, la neve copriva tutto, ma ormai si era abituata a guidare dinverno. Decise di fare un salto al supermercato. Si avvicinò alla sua macchina, ma non partiva. Tornò in casa, tutti ancora dormivano. Camminò in punta di piedi, senza svegliare nessuno.
Non aveva voglia di camminare al freddo, così decise di prendersi la libertà di usare lauto di Enrico senza chiedere. Cosa vuoi che sia? Solo un paio di chilometri. Non se ne sarebbe nemmeno accorto.
Prese le chiavi della sua macchina e tornò fuori. Mentre lauto si scaldava, decise di pulire i vetri. Aprì il vano portaoggetti, sapendo che lì teneva i panni per lucidare. Ma mentre cercava, urtò qualcosa che cadde a terra.
Lo raccolse: era un telefono. Ma di chi?
Di certo non era quello di Enrico. Lo conosceva bene, e questo smartphone non era il suo. Inizialmente pensò che lavesse preso per sbaglio, come a volte succedeva. Ma il dito le scivolò sul tasto daccensione, e Valentina lo acceso.
La prima cosa che vide fu un messaggio di una certa Rossella.
Amore mio, mi manchi tantissimo! Vieni da me presto, ti aspetto con ansia!
Valentina batté le palpebre, sbalordita. Non cera alcuna password, così iniziò a leggere la conversazione. Lauto continuava a scaldarsi, mentre lei leggeva.
Era una conversazione lunghissima. Quasi lunga quanto una vita intera.
Scoprì che Enrico finiva di lavorare alle cinque, ma tornava a casa alle sette. Valentina non si era mai sognata di verificare a che ora uscisse davvero dallufficio.
Scoprì che quasi ogni giorno passava unora dalla sua adorata Rossella, prima di tornare a casa, come se niente fosse. E le parole che le scriveva mai gliene aveva dette di simili in tutti gli anni di matrimonio.
Nelle foto, Rossella era una donna più anziana. Sicuramente sui quarantanni. E cosa ci trovava Enrico in lei?
Valentina andò su tutte le furie.
Stava per uscire dalla macchina quando vide Enrico uscire dal portone di casa.
Aveva lasciato un biglietto, dicendo che era andata al supermercato. Lui, approfittando del momento, era uscito per mandare un altro messaggio alla sua amata Rossella.
Solo adesso Valentina ricordò che Enrico spesso scendeva in macchina la sera. Diceva di aver dimenticato il portafoglio, o altro. Quasi ogni sera usciva a occhio e croce, ma tornava subito, e lei non aveva mai sospettato nulla.
Enrico la vide al volante della sua auto e si avvicinò.
Chi te lha permesso? Non era questo laccordo!
Valentina lo guardò e la rabbia esplose.
Si allacciò la cintura, mise la retromarcia e schiacciò lacceleratore. Lauto sbandò e sbatté contro il recinto. A Valentina sembrò di sentirsi un po sollevata.
Scese dalla macchina, fissando il marito sbigottito. Urlò:
Ecco, vai pure dalla tua! Vediamo quanto le importa di te senza casa e senza macchina! Vai! Non voglio più vederti!
Per confermare le sue parole, lanciò le chiavi della sua Audi in un cumulo di neve e tornò in casa.
I bambini si erano svegliati. Non capivano bene cosa stesse succedendo. Pochi minuti dopo, Enrico tentò di rientrare, ma Valentina chiuse la porta a chiave.
Vai dalla tua! Dimenticati la strada di casa! gridò a squarciagola.
Enrico non ebbe scelta. Con le pantofole, la vestaglia e una giacca addosso, si avviò verso la sua adorata Rossella. Pensava che lavrebbe accudito, riscaldato. Ma non fu così.
Rossella aprì la porta, ma dall






