Desiderio di Nonna Esaudito: Un Regalo Speciale Prima di Partire Lontano

Maria Rosa aveva chiesto nipoti… Li ricevette come regalo per il suo sessantesimo compleanno, mentre la figlia e il genero si trasferivano lontano.

Maria Rosa compiva sessant’anni, un traguardo importante. Ha lavorato per tutta la vita come insegnante all’università, crescendola sua unica figlia, Caterina, come una donna onesta, indipendente e, a suo giudizio, saggia. Dopo il pensionamento, si sentiva particolarmente sola e, come molte donne della sua età, iniziò a dire sempre più spesso alla figlia: “Caterina, ormai è ora. Voglio dei nipotini”. Un desiderio materno apparentemente innocuo. Caterina sorrideva e cambiava argomento, finché un giorno decise davvero di dare un nipotino alla madre.

Luigi, suo marito, era un programmatore di successo, con buoni guadagni. Anche Caterina era intraprendente: energica, determinata, sempre in movimento. Nei loro due anni di matrimonio avevano già aperto un negozio online, chiuso poco dopo, viaggiato in autostop per l’Europa, partecipato a un festival di moto, vissuto un paio di mesi in un ostello in Portogallo, attraversato l’Italia in bici per poi accogliere il nuovo anno in campeggio. Caterina non indossava gonne, non amava il trucco e aveva conosciuto Luigi a un festival musicale estivo vicino a Ferrara, lungo il Po.

Quando la madre tornò a parlare di nipoti, Caterina, inaspettatamente, non obiettò. E in occasione del compleanno di Maria Rosa, le fecero un brindisi che lei non scorderà mai: “Mamma, diventerai nonna!”. Lacrime di gioia, felicità, brillare degli occhi — c’era tutto. Da allora, Maria Rosa visse sognando dei nipotini — confezionando scarpine, acquistando pagliaccetti, leggendo su internet quali stimoli fossero migliori per i neonati. Nel frattempo, Caterina e Luigi continuavano a vivere come prima — viaggi, incontri, mostre, nuovi progetti. Non pensava affatto di fermarsi. La gravidanza procedeva bene, e diceva: “Non sono malata, solo incinta”.

I problemi iniziarono al settimo mese, quando non le fu permesso salire sull’aereo per l’India. Caterina era arrabbiata non per Luigi, che volò da solo, ma per la compagnia aerea. “Un servizio pessimo”, si lamentava.

Nacque un bambino che chiamarono Leonardo. Biondo, occhi azzurri — un vero angioletto. Maria Rosa pianse di gioia. Ma la felicità durò poco. Già in ospedale Caterina annunciò: “Non allatterò. Non voglio che si abitui troppo a me. Voglio vivere la mia vita”. Aveva già contattato un’agenzia per trovare una tata. Ma sua madre le lanciò uno sguardo che la fece tacere. “La tata, solo sul mio cadavere”, disse Maria Rosa con fermezza. Così tutto ebbe inizio.

Da suoi tre mesi di vita, Leonardo diventò parte integrante delle giornate della nonna. Lei andava nel loro appartamento come fosse al lavoro: all’alba là, la sera tardi a casa. Cambiava pannolini, lo nutriva, lo lavava, lo metteva a letto. Tutto per il nipote. Un giorno Luigi ricevette una chiamata: degli amici vendevano una casa in Thailandia a un prezzo stracciato. Un’occasione. Partirono con Caterina, lasciando il bambino con la nonna, “per una settimana”.

Passò una settimana. Poi un mese. Poi due. Caterina non ritornava. Tornò quasi un anno dopo, quando Leonardo compì un anno. Rimase per due giorni e ripartì — “per lavoro”. Salutò il figlio con un bacio sulla testa e lasciò un po’ di soldi alla nonna. “Torneremo quando avrà cinque anni. Nel frattempo assumi una tata e non stancarti”.

Ma Maria Rosa rifiutò. Non vedeva il nipote come un “peso temporaneo”. Era diventato il suo scopo di vita. Si svegliava con lui, andava a letto con lui, gli sussurrava favole, gli insegnava le prime parole. Sì, non era facile. Sì, l’età. Ma il cuore non invecchia.

Ora ogni giorno è con lui — al parco, a passeggio, dal pediatra. E Caterina invia foto dalla spiaggia, di surf, cocktail, “nuovi orizzonti” nella vita. Solo che nei suoi orizzonti non c’è Leonardo. Ma la nonna è convinta: un giorno capirà chi è stato veramente vicino. E anche se i genitori sono lontani, lui ha qualcuno che non lo abbandonerà mai.

Perché i nipoti non si regalano al compleanno. Si generano per amarli.

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