Oggi è stato un giorno che mi ha sconvolta. “Avete un mese per lasciare la mia casa!” ha annunciato mia suocera.
Con Massimo, la nostra vita sembrava perfetta: due anni insieme e poi la decisione di sposarci. Avevo sempre avuto un buon rapporto con mia suocera, Elena Paola. La vedevo come una donna gentile e saggia, di cui apprezzavo i consigli e rispettavo le opinioni. Credevo di essere fortunatissima: non si intrometteva nella nostra vita, non ci rimproverava e il suo affetto mi riempiva il cuore.
Il matrimonio lo ha pagato tutto lei. I miei genitori, purtroppo, non potevano permettersi grandi spese per le difficoltà economiche e si sono limitati a un contributo modesto. La festa è stata magnifica, ed ero convinta che ci aspettasse una vita felice. Ma subito dopo il matrimonio, quando ancora eravamo immersi nell’euforia, mia suocera ci ha chiamato per un discorso serio. Le sue parole sono cadute come un fulmine a ciel sereno.
“Figlioli, ho fatto il mio dovere,” ha cominciato, guardandoci con fredda determinazione. “Ho cresciuto Massimo, gli ho dato un’istruzione, l’ho aiutato a sposarsi. Ora siete una famiglia, e non voglio che ve la prendiate, ma avete un mese per trasferirvi da casa mia. È ora che affrontiate le difficoltà da soli. All’inizio sarà dura, ma imparerete a gestire i soldi e a cavarvela. Io… io mi merito finalmente di vivere per me stessa.”
Ha fatto una pausa, poi ha continuato, come se ogni parola fosse un chiodo piantato nel cuore:
“E non contate su di me se arriveranno i nipoti. Ho dato tutto a mio figlio, e non ho più energie per crescere altri bambini. Sarete sempre i benvenuti qui, ma io sono una nonna, non una babysitter. Vi prego, non giudicatemi male. Capirete quando avrete la mia età.”
Sono rimasta come paralizzata. Dentro di me, un uragano di emozioni: rabbia, dolore, confusione. Come poteva fare questo? Elena Paola si sarebbe goduta la vita nella sua grande casa nel centro di Firenze, mentre io e Massimo ci saremmo dovuti accontentare di un affitto, contando ogni euro. E la cosa più assurda: Massimo ha diritto a una parte di quella casa! Perché dovremmo andarcene? E poi i nipoti… Non è che tutte le nonne sognano di coccolare i bambini, di passarci il tempo, di viziarlE ora, mentre Massimo continua a cercare appartamenti con uno strano senso di rassegnazione, io mi chiedo se riuscirò mai a perdonare questa brusca separazione dal futuro che credevo certo.