Mi chiamo Isabella e vivo in un paesino della Toscana, tra colline verdi e tradizioni familiari che profumano di sugo e nostalgia. Fin da piccola sognavo una casa piena di bambini, un marito affettuoso e le risate dei nonni in salotto. Ma la vita, come un cappuccino lasciato troppo a lungo, si è raffreddata, e ora il mio cuore è diviso tra l’amore per mio marito e quello per la mia famiglia.
Il mio primo matrimonio era iniziato con mille speranze, ma dopo otto anni si è sciolto come un gelato al sole. Non siamo mai riusciti ad avere figli, e quel dolore ci ha allontanati per sempre. Il divorzio mi ha lasciato un vuoto dentro, e avevo smesso di credere nell’amore. Poi ho incontrato Marco, un uomo che mi ha ridato fiducia con la sua forza e il suo cuore spezzato: aveva perso la moglie ed era rimasto solo con due bambini. Quando ci siamo sposati, mi sono trasferita nella sua grande casa in campagna, mentre il mio appartamento in centro è rimasto a mia madre e mia nonna, le due donne più importanti della mia vita.
Mia nonna, Adele, ha 85 anni ma è ancora vivace come una ventenne, e mia mamma, Rosaria, di 64, lavora ancora da casa correggendo articoli online perché “la pensione è noiosa”. Cerco di andare a trovarle il più possibile, a portare la spesa o a dare una mano, ma nel mio cuore c’è un sogno che non mi dà pace: vorrei che vivessero con noi, sotto lo stesso tetto, come una vera famiglia italiana.
Peccato che Marco sia contrario come un gatto all’acqua. Per lui, la convivenza con i parenti è un incubo: è cresciuto con nonni e zii che mettevano il naso in ogni suo respiro, e ha giurato che nella sua casa non sarebbero mai entrati “consigli non richiesti”. “Voglio la nostra vita, Isabella, senza interferenze”, dice. Ma come fargli capire che mamma e nonna non sono interferenze, ma pezzi della mia anima?
Vivo nella sua casa, e le regole le fa lui. Non posso insistere troppo, ma ogni volta che lascio le due donne della mia vita, sento un nodo in gola. Per ora se la cavano, ma so che verrà il giorno in cui avranno bisogno di me: la nonna cammina già con fatica, e mamma, anche se non si lamenta, si stanca più in fretta. Come posso abbandonarle quando avranno davvero bisogno?
Ho provato a parlarne con Marco, ma ogni discussione finisce male. Lui non vuole sentir parlare di convivenza, e io non posso tradire chi mi ha cresciuta. La notte, mentre lui russa beato, io fisso il soffitto e mi chiedo: devo scegliere tra il mio matrimonio e la mia famiglia? Perdere Marco sarebbe come perdere le radici, ma abbandonare mamma e nonna sarebbe un tradimento che non potrei perdonarmi.
Ogni giorno spero che Marco cambi idea, che capisca quanto sono importanti per me. Ma il tempo passa, e il suo cuore resta chiuso come una valigia dimenticata. Sono a un bivio, e ogni strada porta alla sofferenza. Come si fa a scegliere tra due amori ugualmente grandi? Forse la risposta è nel proverbio che ripete sempre nonna Adele: “Chi va piano, va sano e va lontano”. Ma io non so quanto tempo mi resta per aspettare.