Dieci giorni dopo: La casa è vuota

Dieci giorni dopo: La casa era vuota

Elena, tornando a casa dal lavoro nel loro piccolo appartamento a Bologna, si bloccò sulla soglia. Qualcosa non andava. Percorse le stanze e il cuore le si strinse dal dolore: erano sparite le cose di suo marito – i vestiti estivi, il rasoio, lo spazzolino da denti. Rimase immobile in mezzo alla camera da letto, sentendo le lacrime bruciarle gli occhi. L’aveva fatto davvero. Se n’era andato, l’aveva abbandonata senza dirle una parola.

Solo pochi mesi prima, lei e Marco sognavano una vacanza. Lui insisteva per una meta esotica, ed Elena, entusiasta, lo aveva sostenuto. Si vedeva già su una spiaggia calda, a camminare sulla sabbia dorata mentre le piccole onde si infrangevano dolcemente. Avevano deciso che ognuno avrebbe pagato la propria parte – nella loro famiglia, i soldi erano sempre stati separati. Elena ci era abituata, anche se a volte la amareggiava.

Ma di recente aveva speso tutti i suoi risparmi per un’operazione. Marco lo sapeva eppure le aveva chiesto: «Dove pensi di trovare i soldi per la vacanza?» Le sue parole l’avevano trafitta come un coltello. Elena, ingoiando l’orgoglio, gli aveva chiesto di prestarle i soldi mancanti. Avrebbe restituito tutto dopo il bonus estivo al lavoro. Ma lui aveva solo alzato le spalle, rientrando nel suo computer, mormorando qualcosa di incomprensibile.

Per Marco era una regola ferrea: non prestare soldi a nessuno. Ma lei non era sua moglie? Non era la persona per cui valesse la pena rompere quelle stupide regole? Nelle famiglie normali queste domande non esistevano, ma tra loro… A volte Elena doveva quasi supplicarlo per avere soldi per la spesa. Sì, era successo anche quello. Si sentiva umiliata, ma continuava a sperare che un giorno sarebbe cambiato.

Aveva provato più volte a parlarne, a chiedergli aiuto con le spese, ma Marco chiudeva il discorso. Ripeteva che la vacanza sarebbe avvenuta, ma le sue parole suonavano vuote. Elena aspettava, faceva progetti, fino a quando erano arrivati i suoi giorni di ferie. E lui era partito. Da solo. Senza di lei.

Quando Elena capì che Marco era scappato al mare senza dirle niente, il suo mondo crollò. Non era solo una vacanza: l’aveva tradita, preferendo i suoi soldi e il suo comfort alla loro famiglia. La rabbia le chiudeva la gola, e le lacrime le scendevano mentre rimaneva seduta in quell’appartamento soffocante, dove tutto le ricordava di lui. Chiamò sua madre e, singhiozzando, le raccontò tutto.

«Come ha potuto, Elena mia?» La voce di sua madre tremava di indignazione. «Io e tuo padre abbiamo sempre diviso tutto, sempre. Vieni da me, tesoro. Che ci fai lì da sola in quelle quattro mura?»

Elena accettò. Non poteva restare in quell’appartamento impregnato di tradimento. Fece le valigie e tornò dalla madre, nella periferia di Firenze. Lì, tra le mura familiari, sentì finalmente un po’ di calore. Dopo qualche giorno, suo fratello Luca e sua moglie le dissero che sarebbero andati al mare. La cognata, vedendola triste, propose:

«Elena, vieni con noi! Basta essere triste!»

Elena si commosse fino alle lacrime. Quelle parole così semplici e sincere le fecero capire quanto fosse estraneo ormai suo marito. Marco non l’aveva mai apprezzata, non era disposto a sacrificarsi per il loro futuro. Viveva per sé stesso, mentre lei aveva creduto ciecamente nel loro amore.

Al mare, Elena riprese finalmente a respirare. Rise con i nipoti, passeggiò in riva al mare, e il dolore pian piano si attenuò. Capì che non c’era più un ritorno. Marco le aveva mostrato chi era davvero, e lei non voleva più essere la sua ombra. Tornata a casa di sua madre, prese la decisione. Raccolse le sue cose dal loro appartamento e lasciò un biglietto sul tavolo della cucina:

«Me ne sono andata. Ho preso le mie cose. Aspetto il divorzio. Spero che tu ti sia divertito in vacanza.»

Dieci giorni dopo, Marco tornò a Bologna. Si trovò davanti alla porta di casa, confuso mentre frugava nelle tasche – le chiavi, guarda caso, erano sparite. La vicina, impietosita, gli diede il set di riserva. Entrò, ma ad accoglierlo ci fu solo un silenzio opprimente. Elena non c’era. Sul tavolo, il biglietto: ogni parola era un colpo al cuore.

Marco cadde su una sedia, stringendo il foglio con le mani tremanti. Capì cosa aveva fatto, ma ormai era troppo tardi. Elena, che aveva sempre dato per scontata, se n’era andata, lasciando solo il vuoto. Aveva scelto se stessa, e lui sapeva che non sarebbe più tornata.

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