Discordia Familiare

**Disaccordo familiare**

Federica stava facendo una pulizia grandiosa mentre sua figlia Beatrice era in visita dai nonni in un paesino vicino a Siena. Aveva lavato le finestre fino a farle splendere, passato l’aspirapolvere sui tappeti e spolverato ogni ripiano. All’improvviso, il silenzio fu spezzato dalla suoneria del telefono. Era Beatrice, la sua voce tremante di pianto:

— Mamma, vieni a prendermi, per favore!

— Piccola, cos’è successo? — si allarmò Federica, sentendo il cuore stringersi per un brutto presentimento.

— Chiama la nonna!

Un attimo dopo, nella cornetta risuonò la voce di Giulia, madre di Federica.

— Mamma, che diavolo sta succedendo lì? — quasi gridò Federica.

— Mamma mia, Federica! È tutta colpa di tua cognata! Non immagini cosa ha combinato! — Giulia, sospirando pesantemente, iniziò a raccontare. Federica ascoltava, e a ogni parola il suo volto si irrigidiva sempre più dall’indignazione.

— Tua figlia è una maleducata! — dichiarò Valeria, moglie del fratello di Federica, con un sorriso velenoso. — Non ha alcuna educazione! È venuta in visita e fruga nel mio frigorifero! Ha mangiato una fetta di torta e gli yogurt che ho comprato per i miei figli! Quindi, per favore, risarciscimi. Passerò stasera a prendere i soldi.

I rapporti tra Federica e Valeria non erano mai stati cordiali. Sette anni prima, suo fratello Marco aveva sposato Valeria, e quella scelta aveva scatenato un putiferio in famiglia. Valeria era dieci anni più grande di Marco e aveva già tre figli da un matrimonio precedente.

— Figlio mio, perché mai? — si lamentava Giulia. — È più grande, con tre figli! Non trovi una coetanea, senza tutto questo bagaglio?

— Non esistono figli di serie B, mamma, — ribatteva Marco. — I suoi ragazzi sono fantastici, ci siamo già affezionati. E Valeria è meravigliosa, semplicemente non la conosci bene. Sono sicuro che ti piacerà!

Anche Federica non capiva la scelta del fratello, ma decise di non interferire. Marco era adulto, poteva scegliere con chi vivere.

La prima scintilla del conflitto scoppiò quando Marco presentò Valeria ai genitori. Giulia e suo marito Antonio fecero di tutto per accoglierla: apparecchiarono la tavola, le comprarono un regalo. Ma a fine cena, Valeria lasciò tutti a bocca aperta con una domanda:

— Avete già fatto testamento?

Giulia rimase senza parole:

— Perché? Io e mio marito stiamo benissimo e contiamo di vivere almeno altri vent’anni.

— È meglio pensarci prima, — replicò Valeria, senza scomporsi. — Per evitare che poi i figli e i nipoti litighino per l’eredità. La vostra casa è stupenda, in centro, con tutti i comfort. Varrà un bel po’, immagino. Non vorrei che i miei figli venissero dimenticati, capisci?

Marco fece finta di non sentire, ma Giulia chiamò subito Federica:

— Federica, te lo immagini? È entrata in casa nostra e già fa la padrona! Chiede a chi abbiamo lasciato i beni! Perché mai Marco dovrebbe sposare una donna così?

— Non intrometterti, mamma, — consigliò Federica. — Lascia che se la sbrighi da solo. Ognuno impara dai propri errori.

Il matrimonio fu semplice, cosa che deluse parecchio Valeria. Dopo la cerimonia, non trattenne le critiche alla suocera:

— Potevate spendere qualcosa per il vostro unico figlio! Non è stato un matrimonio, ma un funerale! Niente animatore, niente ristorante decente — avete preso una trattoria economica, invitato trenta persone e siete contenti? Non ho potuto nemmeno comprare un vestito, ho dovuto noleggiarlo!

Giulia perse la pazienza:

— E perché dovremmo preoccuparcene noi? Siete adulti, i soldi per il matrimonio ve li dovete guadagnare, non chiederli in famiglia! E poi, perché tua madre non vi ha aiutato?

— Mia madre è in pensione, — tagliò corto Valeria. — Dove li trova i soldi? Voi invece lavorate entrambi, non credo che non abbiate qualche risparmio!

Valeria litigava non solo con la suocera. Anche con Federica non andava d’accordo. Era apertamente invidiosa della cognata, e ogni incontro finiva con frecciatine:

— E come fa tuo marito a lasciarti uscire vestita così? — sibilava Valeria, scrutando Federica dalla testa ai piedi. — Dove lavori, in un salone di bellezza? E servizi anche clienti uomini, immagino?

— Che c’è che non va nel mio look? — ribatté Federica. — Non porto niente di troppo corto, a differenza tua. E mio marito si fida di me, per questo mi lascia andare in pace.

— Non saprei, — continuò Valeria con tono tagliente. — Labbra rifatte, ciglia finte… Una donna sposata dovrebbe essere più modesta. Prendi esempio da me: io non do mai motivo di gelosia a Marco. Vero, tesoro?

Valeria era famosa per la sua sfrontatezza, vivendo secondo il motto: «Purché io stia bene, agli altri non importa». Poteva arrivare a casa della suocera o di Federica a mezzanotte con i suoi tre figli e lasciarli lì:

— Io e Marco abbiamo bisogno di tempo da soli, — annunciava. — Con i bambini in casa non abbiamo mai un attimo di pace. Li riprendo domattina.

All’inizio sia Federica che Giulia accettavano, per evitare litigi con Marco. Lui reagiva male alle critiche verso la moglie:

— Non capisco cosa vi abbia fatto Valeria! — si arrabbiava. — Perché la trattate così? Non potete farle un favore e badare ai bambini? Anche noi abbiamo bisogno di riposare! Mamma, sono anche i tuoi nipoti! E i tuoi, Federica, i tuoi nipoti. Vi chiedo di rispettare la mia famiglia!

Giulia e Antonio cercavano di evitare conflitti aperti per non perdere il figlio. Ma non capivano perché dovessero prendersi cura dei figli di un’altra donna — non consideravano i ragazzi di Valeria come nipoti. Lei, invece, era convinta che i suoceri avessero l’obbligo di aiutare i suoi figli.

Prima di Capodanno, telefonò ai parenti con un ultimatum:

— Aspettiamo i regali! E non robaccia, ma cose di valore! Tutti dello stesso prezzo. Vi faccio un favore: al maggiore serve un telefono nuovo, al medio un tablet, al piccolo un Lego. Ma originale, niente contraffazioni cinesi!

Valeria chiedeva spesso prestiti ai parenti e non li restituiva mai. All’inizio Federica e i genitori accettavano, ma le cifre crescevano. Una volta Valeria chiamò Federica:

— Tuo marito ha incassato lo stipendio?

— Sì, — rispose Federica. — Perché?

— Perfetto! Io e Marco abbiamo bisogno di mille euro. Me li presti?

Federica aveva i soldi, ma non voleva avere a che fare con la cognata — sapeva che non li avrebbe mai rivisti.

— Scusa, non posso, — rifiutò. — Devo comprare i vestiti invernali per Beatrice, abbiamo risparmiato per mesi.

— Ma che stai dicendo, Federica? — si infuriò Valeria. — Hai tempo per vestire Beatrice! I soldi ci servono subito!

— Per cosa ti servono mille euro? — chiese Federica. — Se è una cosa seria, ne parlo con mio marito, forse può aiutare.

— Ho visto degli stivali di marca in saldo,Alla fine, Federica decise che era ora di chiudere ogni ponte con Valeria e Marco, perché la famiglia dovrebbe essere un porto sicuro, non un campo di battaglia.

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