Diviso tra due famiglie e incapace di scegliere chi abbandonare

Ero diviso tra due famiglie e non riuscivo a scegliere chi lasciare.

Negli anni dell’università, io, Domenico, sposai il mio primo amore, Giulia. Fu una passione travolgente, un turbine di emozioni che ci portò all’altare. Dopo il matrimonio, iniziò la vita di tutti i giorni: lavoro, casa, routine. Eravamo diventati genitori di due bambini e, come tutte le famiglie, affrontavamo alti e bassi. C’erano momenti felici e litigi, ma riuscivamo a superarli. Credevo che sarebbe sempre stato così—una vita tranquilla, prevedibile. Ma il destino aveva altri piani, e ora mi trovavo sull’orlo di un baratro, intrappolato in una gabbia che io stesso avevo costruito.

Avevo quasi quarant’anni quando in ufficio, nella piccola città vicino a Verona, arrivò lei—Beatrice, una nuova collega. Sembrava venire da un altro mondo: giovane, luminosa, con un sorriso che sembrava uscito dalle pagine di una rivista. Non riuscivo a distogliere lo sguardo. I pensieri di lei mi riempivano la mente, e il cuore mi batteva più forte ogni volta che passava. Non avrei mai immaginato che, alla mia età, potessi innamorarmi così, come un ragazzino. Eppure, Beatrice mi corrispondeva. I suoi sguardi, i piccoli flirt, i contatti casuali—tutto alimentava un fuoco che credevo spento da tempo.

La nostra relazione diventò presto un tradimento. Accadde quasi per caso: un incontro, una serata, e non riuscimmo a fermarci. Con Beatrice mi sentivo vivo, giovane, libero. In quei momenti, non pensavo al fatto di tradire Giulia. Stavo troppo bene per preoccuparmi della morale. Beatrice sapeva che ero sposato, ma questo non la fermava. Ci incontravamo in segreto, in appartamenti presi in affitto, in alberghi lontani da occhi indiscreti. Non avevo intenzione di lasciare la mia famiglia—credevo di poter mantenere due vite in equilibrio. Era un’illusione, ma mi aggrappavo a essa come a un salvagente.

Dopo qualche anno, Beatrice mi disse che aspettava un bambino. Quando nacque nostro figlio, ero al settimo cielo. Stringendolo tra le braccia, non potevo credere che fosse successo proprio a me. La mia vita, che sembrava così stabile, era stata sconvolta. Provavo di nuovo emozioni che avevo dimenticato: trepidazione, meraviglia, la sensazione di un nuovo inizio. Ma quella felicità portava anche con sé un peso enorme. Vivevo per due famiglie. A Giulia dicevo che partivo per lavoro, ma correvo da Beatrice e nostro figlio. Ero straziato, incapace di scegliere. Entrambe le donne mi erano care, ognuna a modo suo. Le amavo entrambe, ma sentivo di perdere il controllo.

Con il tempo, Beatrice cambiò. La maternità la rese più esigente. Cresceva nostro figlio da sola, e questo la segnò. Iniziò a rimproverarmi: portavo pochi soldi a casa, non li mantenevo abbastanza, non dedicavo loro tempo. “Sapevi in cosa ti stavi mettendo,” diceva, ma le sue parole mi ferivano. Lei sapeva che ero sposato, che avevo un’altra famiglia, altri figli da mantenere. I rimproveri divennero litigi violenti. Ma a casa non andava meglio. Anche Giulia si accorse che i soldi scarseggiavano. “Guadagni poco, come facciamo a vivere?” urlava. Correvo da una all’altra, ma ovunque andassi, trovavo solo rabbia. La mia vita era diventata un incubo senza tregua.

Ero stanco. Stanco di mentire, di essere diviso, delle accuse continue. Ognuna di loro mi tirava dalla sua parte, e io non riuscivo a scegliere. Giulia era la mia storia, la mia famiglia, la madre dei miei figli più grandi. Con lei avevo condiviso gioie e dolori, e il solo pensiero di lasciarla mi spezzava il cuore. Ma Beatrice era la mia passione, la nuova vita, la madre di mio figlio. Senza di lei, non sapevo più chi ero. Entrambe erano parte di me, ma non potevo più vivere in quell’inferno. Chi lasciare? Chi tradire? L’amore per entrambe mi divorava, e le loro richieste e i litigi mi spingevano alla disperazione. Ero a un bivio, e ogni passo sembrava portarmi più in profondità nell’abisso. Come scegliere, quando ogni scelta mi avrebbe spezzato il cuore?

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