Divorzio all’italiana: restiamo amici, ma con stile

Divorzio allItaliana

Si può restare amici quando i tuoi migliori amici si lasciano?
Pensavo che il divorzio riguardasse solo marito e moglie.
Invece no: coinvolge anche tutti quelli che ci andavano daccordo

La nostra compagnia si era formata a Milano, o meglio, nei suoi sobborghi dove le strade lunghe e ordinate sono piene di villette coi giardinetti curati e le cassette delle lettere dipinte vicino al cancello.
Allinizio ci incontravamo ai corsi di crescita personale, agli eventi della comunità ebraica, ai compleanni dei bambini e alle recite scolastiche. Dopo un paio danni, nessuno riusciva più a immaginare feste e weekend senza gli altri.

Eravamo sei coppie.
Io e mio marito.
Adele e Andrea i più stretti.
E altre quattro famiglie con figli più o meno della stessa età.

Il nostro calendario era organizzato come quello di una grande famiglia:
Estate gite al lago, grigliate, pannocchie arrosto e Ferragosto con fuochi dartificio.
Autunno castagne e vin brulé, Halloween e la cena della domenica con i nonni.
Inverno settimana bianca, Hanukkah, Natale e vacanze ai Caraibi.
Primavera Pesach con i tradizionali Seder.

Sembrava unamicizia destinata a durare per sempre.
Finché un giorno Adele non mi chiamò e annunciò, con voce tranquilla:
“Io e Andrea ci separiamo.”

Rimasi bloccata come un computer con Windows XP. Ma erano la coppia perfetta! Neanche unombra sul loro matrimonio O forse preferivamo non notare niente, perché era più comodo così?
Alla fine, dissi la prima cosa che mi venne in mente:
“E il nostro pranzo di Natale nel tuo seminterrato? Avevi promesso il tacchino farcito con il risotto”

Alla fine la festa si fece, ma da me: non si poteva sprecare un tacchino.
Andrea arrivò con la nuova fiamma.
“Siamo persone civili,” disse con una strizzatina docchio goffa agli amici.
La ragazza non aveva nemmeno trentanni: capelli lunghissimi, gambe da sogno e pantaloncini che lasciavano poco allimmaginazione. Gli uomini si asciugavano la bocca di nascosto, le mogli alzavano gli occhi al cielo.

Adele sbuffò:
“Vedremo come canterà quando scoprirà che è tirchio come pochi!”
E poi, rivolta a me:
“Tu da che parte stai, comunque?!”

La festa fu rovinata.
Per ripicca, Adele si presentò al compleanno successivo con un tizio anziano e impomatato, vestito in un completo troppo largo e con gli occhiali rotondi. Passò la serata a raccontare battute orribili e discorsi noiosi, finché non si sgonfiò, senza trovare alleati né tra gli uomini né tra le donne.

A casa, lex coppia diventò largomento fisso.
Le mogli sostenevano Adele allunanimità.
I mariti, anche se fingevano di essere scandalizzati dal comportamento di Andrea, in segreto lo ammiravano.

Iniziò una complicata diplomazia.
Per il mio compleanno invitammo solo Adele e i figli “così i bambini si divertono di più.”
Per la grigliata estiva, invece, Andrea con lultima conquista: “tanto là si mangia e si beve, non serve parlare troppo.”

Il peggio furono gli anniversari.
Silvia, in vista delle nozze dargento, si disperava al telefono:
“Cri, non so dove metterli. Non reggeremo lo scontro delle loro occhiatacce.”
Passammo unora a disegnare lo schema dei posti:
Andrea e la ragazza in un angolo dietro la colonna.
Adele vicino al caminetto e al tavolo dei dolci.
I figli dove capitava.
“Speriamo che qualcuno si ammali e non venga,” sospirò Silvia, prima di iniziare a mormorare scuse a se stessa.

Il culmine fu al diploma della loro figlia.
La sala della pizzeria preferita, fiori, palloncini, musica.
Adele da un lato del tavolo lungo.
Andrea dallaltro.
Al centro la torta, come una linea di demarcazione.
La bella di Andrea, con una scollatura che faceva felici i ragazzi, scorreva il telefono. Le mogli lanciavano occhiate assassine ai mariti. I mariti fingevano di essere ipnotizzati dalla pizza.

Provai a sdrammatizzare:
“Limportante è che siate qui entrambi. La ragazza è contenta”
Il gelo fu tale che la pizza sembrò trasformarsi in gelato.

Piano piano, le acque si calmarono.
Iniziammo a vedere più spesso Adele più interessante e meno rischioso.
Con Andrea, invece, riducemmo tutto a qualche “mi piace” e incontri casuali allIpercoop.

E capii una cosa semplice: quando si lascia una coppia, non si lasciano solo marito e moglie. Un po si lasciano anche gli amici.
Ora ogni nostra festa è come un summit diplomatico: protocollo rigoroso e posti a sedere studiati.
Natale, per esempio, lo festeggiamo in due turni:
Prima con Adele tacchino e patate dolci.
Poi con Andrea bistecche e lultima fidanzata in minigonna.

E recentemente ho pensato:
se qualcun altro divorzia, dovremo aprire chat separate per ogni occasione.
Lamicizia è ancora viva, ma ora è come un abbonamento alla palestra individuale, con limitazioni e clausole duso.

E a volte mi chiedo: se si potesse firmare un “divorzio damicizia” ufficiale,
anche noi lo faremmo
senza avvocati e mantenimenti,
ma con un calendario delle grigliate e il diritto di “vedere gli amici comuni nei weekend.”

Il divorzio è contagioso. Anche se è quello degli altri.

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