Dopo il funerale di nostra figlia di 15 anni, mio marito continuava a ripetere che dovevamo buttare via le sue cose vecchie… finché non ho trovato uno strano biglietto nella sua stanza.

Dopo il funerale della nostra figlia di 15 anni, mio marito continuava a ripetermi che dovevamo buttare via tutte le sue cose. Ma poi, mentre riordinavo la sua stanza, ho trovato uno strano biglietto
Era passato poco dal funerale della nostra unica figlia, Giulia, che aveva appena compiuto 15 anni. La vita sembrava essersi fermata. Ricordo che ero al cimitero, in piedi, tremante, mentre la gente intorno a me parlava, mi diceva parole di conforto, ma io non sentivo niente. Vedevo solo quella bara bianca.
Dopo il funerale, mio marito Enrico non faceva che ripetermi:
“Dobbiamo liberarci di tutte le sue cose. Sono solo ricordi. Ci tormenteranno se le teniamo in casa.”
Non riuscivo a capire come potesse dire una cosa del genere. Non erano solo oggettierano il suo profumo, i suoi vestiti, i suoi libri, i suoi pupazzi. Ho resistito per settimane, ma alla fine ho ceduto. Sono entrata nella sua stanza, dove non mettevo piede da quasi un mese.
Appena ho aperto la porta, ho sentito che tutto era rimasto come prima. Cera ancora il suo profumo nellaria, e sul tavolo cera un quaderno aperto.
Ho preso ogni cosa con delicatezzail vestito che amava, le sue fasce per capelli, il libro che leggeva sempre. Piangevo, stringendoli al petto come se potessero riportarmela indietro, anche solo per un attimo.
Ma poi, da un libro di scuola, è caduto un foglietto piegato. Il cuore mi si è stretto.
Lho aperto e ho riconosciuto la sua scrittura.
Cera scritto: “Mamma, se stai leggendo questo, guarda sotto il letto. Capirai tutto.”
Lho riletto più volte, le mani che mi tremavano. Avevo il petto che mi scoppiava. Cosa voleva dire?
Con un respiro profondo, mi sono inginocchiata e ho guardato sotto il letto e quello che ho visto mi ha lasciato senza fiato.
Con mani tremanti ho tirato fuori una busta. Dentro cerano dei quaderni, una scatolina con piccoli oggetti e il suo cellulare. Lo stesso cellulare che Enrico mi aveva detto di aver perso.
Ho acceso il telefonofunzionava ancora. La prima cosa che ho fatto è stata controllare i messaggi. Cera una chat con la sua migliore amica, Sofia.
Ecco alcuni frammenti:
15 febbraio, 22:17
Giulia: Non ce la faccio più
22:18
Sofia: Che succede?
22:19
Giulia: Papà ha urlato di nuovo. Ha detto che se la mamma scopre qualcosa, farà in modo che ce ne pentiamo entrambe
22:21
Sofia: Mio Dio, mi stai spaventando Ti ha fatto male?
22:22
Giulia: Sì non è la prima volta. Ho un livido sul braccio, ma ho detto alla mamma che è successo a scuola. Ho paura
22:24
Sofia: Devi dirlo alla mamma o alla polizia, è troppo grave!
22:26
Giulia: Ha detto che mi ucciderà se parlo. Ci credo, quando si arrabbia è spaventoso
22:28
Sofia: Ma non puoi tenerti tutto dentro
22:29
Giulia: Te lo dico solo perché non posso dirlo a nessun altro. Se mi dovesse succedere qualcosa, sappi che è stato lui.
Quelle parole mi hanno bruciato le mani. Ogni messaggio era come un coltello. Li ho riletti più volte, e nella mia mente rivedevo i suoi occhi spaventati, il modo in cui si chiudeva in se stessa negli ultimi mesi.
Non volevo credere che stesse succedendo qualcosa di così terribile
E in quel momento ho capito. Mia figlia non se nè andata da sola. È stata vittima di chi credevo fosse la persona che amava di più.

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Dopo il funerale di nostra figlia di 15 anni, mio marito continuava a ripetere che dovevamo buttare via le sue cose vecchie… finché non ho trovato uno strano biglietto nella sua stanza.