Dopo la Luna di Miele: Amara Verità e Nuovi Inizi

Dopo la luna di miele — la cruda verità e un nuovo inizio

Veronica e Marco erano appena tornati dalla luna di miele trascorsa nella soleggiata Sicilia. Lei si era accomodata sul divano e aveva chiamato verso il bagno:

— Che film guardiamo?

— Non lo so, decidi tu! — aveva risposto lui.

Veronica accese il suo laptop e, mentre dava un’occhiata distratta alle valigie ancora chiuse nel corridoio, pensò: «Le sistemo domani». Poi, uno squillo improvviso attirò la sua attenzione. Un messaggio apparve sullo schermo. Cliccò sull’icona e un brivido le attraversò la schiena.

«Mi manchi, amore», scriveva una certa Gabriella.

«Non essere triste, torno presto», aveva risposto Marco.

La data del messaggio? Il 15 agosto, il giorno prima del loro rientro a casa. Veronica iniziò a scorrere la conversazione con il cuore in gola: «Gabriella, quella sera è stata magica…», «Vieni stasera?», «Sì, tesoro, mi sei mancata tanto…»

Sbatté il laptop con rabbia. Pochi secondi dopo, Marco uscì dal bagno:

— Allora, hai scelto il film? Magari una commedia?

— Oh sì… la commedia sta per iniziare, — rispose lei, gelida. — Chi è Gabriella?

Lui impallidì.

— Gabriella? Non conosco nessuna Gabriella!

— Davvero? Allora guarda un po’ qui! — Gli lanciò il laptop sulle ginocchia. — Appena tornati dal viaggio e tu hai già trovato il tempo per un’amante?!

— Aspetta… non significa niente. All’happy hour ho bevuto un po’, è stata lei a provarci… È stato un errore! Ti amo!

— Un errore? L’errore è stato sposarti! — Veronica uscì di casa sbattendo la porta.

In taxi, fissò il finestrino in silenzio, le lacrime che le rigavano il viso. «Sta davvero succedendo a me?»

Davanti alla casa dei genitori, la madre la accolse con preoccupazione:

— Piccola, cosa è successo?

— Chiederò il divorzio. Non vivrò con un traditore!

— Calma, amore… entra, parliamo, ti devi tranquillizzarti…

Passò una settimana. La madre cercava di convincerla a restare:

— Perché vuoi prendere un affitto? Puoi stare qui quanto vuoi.

— Mamma, ho trent’anni. Ho bisogno dei miei spazi.

Ci vollero due giorni per trovare un appartamento. Aveva già presentato le carte per il divorzio. Marco tentò ancora di giustificarsi, le mandò fiori, chiamò più volte — senza risposta.

Un mese dopo, Veronica si era ormai sistemata nella nuova casa. Le ultime due settimane senza lacrime. Si immerse nel lavoro per non pensare. Ma i weekend erano duri: la solitudine tornava a farsi sentire.

Una sera, seduta davanti alla TV a cambiare canale senza sosta, con un gelato in mano e l’apatia addosso, prese una decisione inaspettata.

— Basta chiudermi in casa! — si disse, e uscì.

Nel parco, l’aria era calma e tiepida. Luci dei lampioni, ombre degli alberi, coppie innamorate… Ma presto si fece buio. Veronica provò a tornare indietro, ma si perse.

Dietro di lei, dei passi. Accelerò il passo.

— Signorina, scusi… — una voce la raggiunse.

Si mise a correre, ma inciampò. Immediatamente, due mani la rialzarono con delicatezza.

— Sta bene? Non volevo spaventarla. Mi chiamo Alessandro.

Si fece un passo indietro, mostrò le tasche vuote e aggiunse:

— Abito qui vicino. L’ho vista girare in tondo…

Veronica era ancora tesa, ma la sua voce, lo sguardo gentile e un sorriso sincero sciolsero un po’ il ghiaccio nel suo cuore.

— Non riesco a trovare l’uscita, — ammise, imbarazzata.

— Posso accompagnarla?

La passeggiata passò in un attimo. Alessandro scherzava, raccontava storie, lei rideva… Davanti al portone, rallentarono.

— Arrivederci, Veronica.

— Arrivederci, Alessandro… — con una nota di malinconia.

— Posso aspettare che entri? Non si sa mai che ti perda di nuovo, — scherzò lui.

Il giorno dopo, ancora sorpresa da quell’incontro, Veronica uscì per prendere un caffè. E lì, proprio sulla porta dell’appartamento vicino, trovò Alessandro con due tazze in mano.

— Finalmente sveglia, dormigliona? Ti aspettavo! Andiamo a prendere il caffè?

— Tu? Cosa ci fai qui?

— Ci vivo. Sono tuo vicino da due settimane. Ti ho vista un paio di volte, ma non ho mai avuto il coraggio di parlarti.

Lei rimase senza parole. Lui sorrise:

— Allora, vieni a bere un caffè?

— Non sono sicura…

— E se ho anche dei biscotti?

— Allora… forse…

Squillò il telefono:

— Sì, mamma, no, non ho cambiato idea. Resto qui. Qui… mi piace.

E per la prima volta dopo tanto tempo, Veronica sentì un calore vero. Stavolta, era diverso.

La vita a volte ci spezza il cuore per mostrarci che c’è ancora spazio per un nuovo inizio.

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