Dove il cuore rallenta: la prima visita al villaggio

**Dove il cuore si ferma — il primo viaggio in campagna**

— Non ne posso più! — esclamò Beatrice, lasciando cadere la borsa sul divano. — Voglio andare al mare! Stendermi al sole come un’iguana tutto il giorno, e la notte ballare fino all’alba. Musica, cocktail e niente pensieri sul lavoro!

Marco sorrise. Era ormai abituato a queste sue esplosioni emotive. Beatrice era una ragazza unica: ironica, a volte pungente, ma sempre autentica. Non fingeva mai, non indossava maschere — con lei tutto era semplice e divertente. Soprattutto, con lei poteva essere se stesso.

Si erano conosciuti qualche mese prima, e da allora Marco respirava meglio. Nessun silenzio imbarazzante, nessuna falsità, solo complicità e la certezza di essere accanto a chi, davvero, voleva restare. Per sempre.

— Cosa è successo al lavoro? — le chiese dolcemente, avvicinandosi.

— Tutti mi esasperano! «Beatrice qui, Beatrice là!», come se non esistessero altri nomi. Oggi per poco non mandavo a quel paese il capo! Se non mi fossi trattenuta, sarei già licenziata…

— Beh, allora hai proprio bisogno di una pausa — rise Marco. — Potremmo scappare via, anche se non al mare.

— E dove? Se mi va bene, avrò un solo giorno di permesso. Che senso ha una vacansa di ventiquattr’ore?

— Allora andiamo in campagna, dalla nonna? L’aria è così pulita che ti rigenera solo camminarci. E poi ci sono le torte della nonna… appena sfornate!

— In campagna? — Beatrice aprì gli occhi. — Davvero? Io non ci sono mai stata, in campagna.

— Mai?

— Mai. Tutta la mia famiglia è di città. Non ho mai visto nemmeno una mucca in carne e ossa, solo sulle confezioni di latte.

— Allora devi assolutamente venire! Non immagini quanto sia bello. Il fiume, il camino, le stelle di notte, il falò…

— Oddio, Marco, il tuo entusiasmo è contagioso. Però, lo ammetto, non sono ancora pronta per conquistare una nonna.

— Peccato. La mia nonna è un tesoro. Ti riempirà di dolci, ti offrirà tè alla menta e la amerai all’istante.

— Beh, se i dolci sono un buon motivo… — sorrise Beatrice. — Allora va bene. Ma a una condizione: se non mi piace, mi compri un guardaroba nuovo. Perché dopo le leccornie della nonna, nei miei vestiti non ci entrerò più.

Lui rise, e lei ancora non sapeva se ridere con lui o iniziare a preoccuparsi.

Il viaggio non fu semplice. Gli ultimi chilometri furono un sobbalzare continuo sulla strada sterrata. Ma Marco era tranquillo, mentre Beatrice fissava nervosa il finestrino, immaginando casupole diroccate, mucchi di letame e oche pronte ad assalire gli sconosciuti.

Invece, fu tutt’altro. Il paesino era grande, curato, con strade asfaltate, negozietti e nessuna traccia di bestie aggressive. Solo bambini scalzi, donne con acconciature perfette e uomini seduti ai cancelli a chiacchierare.

La nonna li accolse come se li aspettasse da una vita. Abbracciò Beatrice come se fosse già di famiglia, mise subito in tavola zuppa, gnocchi, salumi, torte e succo di frutta.

Beatrice rimase sbalordita. Dov’era la nonna arcigna che la fissava in silenzio? Dov’era quella vita di campagna che l’aveva sempre spaventata?

Marco raggiante: sapeva che sarebbe andata così.

Dopo pranzo, la portò al fiume. Era un incanto. Acqua cristallina, bambini che giocavano, uomini che preparavano le braciole, donne che stendevano coperte. Nessun litigio, nessuna fretta. Solo risate, vento e profumo di legna bruciata.

Quella sera, Beatrice si addormentò appena sfiorò il cuscino. La svegliò il sole che filtrava dalle tende leggere, quasi trasparenti. Si alzò, si infilò un maglione e uscì. E restò senza fiato.

Dinanzi a lei, il cielo si tingeva di rosa, il sole si alzava timidamente all’orizzonte. In lontananza, muggivano le mucche, gli uccelli cantavano, l’aria profumava di rugiada, erba e timo. Ogni cosa respirava pace. Beatrice si tolse le ciabatte e poggiò i piedi nudi sull’erba umida. Restò immobile, in silenzio. La sua anima si purificava.

— Ti ho persa — disse Marco alle sue spalle.

— Mi sono svegliata… sono uscita. È così silenzioso, così leggero… non ho mai sentito una pace così.

— Ti piace?

— Tantissimo. Torneremo?

— Certo. Tante altre volte.

Lo abbracciò forte. Dentro di lei pulsava una felicità nuova. Non aveva più voglia del mare. Ora sapeva: la sua pace, la sua ispirazione, le appartenevano qui. E sarebbe tornata, ancora e ancora — dove tutto ricomincia a respirare.

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