“Dove il cuore si ferma — il primo viaggio in campagna”
— Basta! Non ne posso più! — esclamò Beatrice, lasciando cadere la borsa sul divano. — Voglio andare al mare! Stendermi come una foca al sole tutto il giorno, e la notte ballare fino all’alba. Musica, cocktail e niente pensieri sul lavoro!
Lorenzo sorrise. Era abituato ai suoi scoppi d’emozione. Beatrice era una ragazza complicata: audace, ironica, a volte pungente, ma sempre autentica. Non fingeva mai, non indossava maschere — con lei tutto era semplice e divertente. Soprattutto, non c’era bisogno di recitare.
Si erano conosciuti qualche mese prima, e da allora Lorenzo respirava a pieni polmoni. Nessun silenzio imbarazzante, nessuna falsità — solo comodità e la certezza di voler stare con lei per sempre.
— Cosa è successo al lavoro? — chiese dolcemente, avvicinandosi.
— Tutti mi hanno rotto! “Beatrice fai questo, Beatrice fai quello!” — come se non esistessero altri nomi. Oggi per poco non mandavo a quel paese il capo! Se non mi fossi trattenuta, sarei già licenziata…
— Allora hai proprio bisogno di una pausa,— rise Lorenzo. — Potremmo scappare via, anche se non al mare.
— E dove? Al massimo avrò un giorno di permesso. Che senso ha andare in vacanza per un giorno solo?
— E se andassimo in campagna, dalla nonna? L’aria è così fresca che ti basta una passeggiata per sentirti rigenerata. E poi… i dolci! Appena sfornati…
— In campagna? — Beatrice spalancò gli occhi. — Davvero? Io non ci sono mai stata in vita mia.
— Mai?
— Proprio così. Tutta la mia famiglia è di città. Non ho mai visto una mucca dal vivo, solo sulle confezioni del latte.
— Allora devi assolutamente venire! Non immagini quanto sia bello. Il fiume, il camino, le stelle di notte, il falò…
— Lorenzo, mi piacerebbe avere il tuo entusiasmo. A dire il vero, non sono pronta per affrontare una nonna.
— Peccato. La mia nonna è un tesoro. Ti riempirà di dolci, ti offrirà tè alla menta — e sarai conquistata.
— Se i dolci sono un argomento valido… — sorrise Beatrice. — Va bene. A una condizione: se non mi piace, mi compri un guardaroba nuovo. Perché con tutto quello che mi farà mangiare, non ci entrerò più nei miei vestiti.
Lui rise, mentre lei ancora non sapeva se ridere o iniziare a preoccuparsi.
Il viaggio non fu semplice. Gli ultimi chilometri furono una scossa continua lungo la strada sterrata. Lorenzo era tranquillo, ma Beatrice guardava nervosa dal finestrino, aspettandosi di vedere capannelli diroccati, montagne di letame e oche pronte ad attaccare gli estranei.
Invece no. Il paese era grande, curato, con varie strade, negozi e asfalto. Nemmeno una mucca in vista. C’erano bambini scalzi, donne con acconciature ordinate, uomini seduti ai cancelli a chiacchierare sereni.
La nonna li accolse come se li aspettasse da una vita. Abbracciò Beatrice come una figlia, si affrettò a preparare la tavola. E che tavola! Minestra, gnocchi, salumi, dolci, succhi di frutta…
Beatrice rimase senza parole. Dov’era la nonna arcigna che avrebbe guardato tutti in silenzio? Dov’era la campagna che l’aveva sempre spaventata?
Lorenzo brillava: sapeva che sarebbe andata così.
Dopo pranzo, la portò al fiume. E lì, una magia. Acqua cristallina, bambini che giocavano, uomini che cucinavano alla griglia, donne che stendevano coperte. Nessuno che litigava, nessuno di fretta. Solo risate, vento e profumo di brace.
Quella sera, Beatrice si addormentò appena poggiata la testa sul cuscino. Al mattino, la svegliarono i raggi del sole — le tende della nonna erano leggere, quasi trasparenti. Si alzò, infilò una felpa e uscì fuori. E si fermò, senza fiato.
Davanti a lei, il cielo era rosa, il sole appena sorto. In lontananza, muggivano le mucche, gli uccelli cantavano, l’aria profumava di rugiada, erba e timo. Tutto intorno respirava pace. Beatrice si tolse le ciabatte e posò i piedi nudi sull’erba umida. Rimase in silenzio. L’anima si purificava.
— Ti ho persa,— disse Lorenzo alle sue spalle.
— Mi sono svegliata… Sono uscita. Qui è così tranquillo, così leggero… Non ho mai sentito una pace così.
— Ti piace?
— Tantissimo. Torneremo?
— Certo. Ancora tante volte.
Beatrice lo strinse forte. Dentro, sentiva un nodo di felicità. Non le importava più del mare. Aveva trovato la sua quiete, la sua ispirazione proprio lì. E sarebbe tornata ancora — in quel luogo dove si impara a respirare di nuovo.
A volte, la vera scoperta non è esteriore, ma dentro di noi. Basta fermarsi, ascoltare, e il mondo ci svela la sua essenza.