– Dove pensate di andare? Siamo venuti proprio per farvi visita, – disse con tono deciso la cognata.
– Non sopporto tua sorella! – borbottò Giorgia, facendo una smorfia di disappunto. – Mi fa arrabbiare!
– Non sei l’unica! – appoggiò sua moglie Matteo.
– Si infila dappertutto e crede di essere la più intelligente. Dovresti vedere l’aria trionfante che assume quando riesce a farmi innervosire, – disse Giorgia tra i denti. – Sempre a criticare la mia istruzione o il mio trucco.
– È sempre stata così, – rispose lui con un’alzata di spalle. – Purtroppo è colpa di mia madre che le ha sempre permesso tutto.
– Per fortuna viviamo a cento chilometri di distanza dalla tua famiglia, – sospirò Giorgia alzando gli occhi al cielo.
La suocera Laura e la cognata Antonella vivevano in città, mentre Matteo e Giorgia risiedevano in un piccolo paese nei dintorni.
Le donne erano entrambe vedove e convivevano nella stessa casa. Così, ogni volta che Matteo e Giorgia andavano a trovare la madre, inevitabilmente finivano per incontrare anche Antonella.
Antonella, la sorella di Matteo, non sopportava Giorgia, e quindi i litigi tra di loro erano inevitabili.
Nei primi incontri Giorgia rimaneva in silenzio sopportando le provocazioni, ma in seguito decise di rispondere ad Antonella, perché anche Laura iniziava a criticarla vedendo la sua sottomissione.
Da quel momento in poi, ogni visita a casa della madre si concludeva in una lite, e la coppia decise di non andarla più a trovare.
Laura notò subito questo cambiamento e iniziò a chiamare Matteo per chiedere spiegazioni.
– Perché non venite più? Non vi vediamo da due settimane. Non vi è passato per la mente che forse mamma e sorella sentono la vostra mancanza? – iniziò a rimproverare.
– Abbiamo molte cose da fare, non abbiamo tempo, – rispose Matteo in modo asciutto, evitando i dettagli.
– Cosa state facendo di così importante? – sospettò Laura. – È tua moglie che non vuole? L’ultima volta se n’è andata con la faccia di chi ha appena assaporato un piatto amarissimo.
– Ho detto che siamo impegnati, – ribadì Matteo salutando in fretta la madre.
Ma un’ora dopo, Laura richiamò per dire che lei e Antonella stavano per recarsi al paese.
– Perché? – chiese sorpreso Matteo.
– Volevo passare da una vecchia amica d’infanzia e, già che ci siamo, vedervi, visto che non potete venire voi da noi, – spiegò Laura con decisione.
Il volto di Matteo cambiò all’istante. Non aveva evitato lui il viaggio per poi farsi raggiungere dai parenti.
– Forse non saremo a casa, – cercò di dissuadere la madre e la sorella dal venire in visita.
– Dove pensate di andare? – chiese con irritazione Laura. – Mi sembra che non vogliate davvero vederci. Se è così, ditelo apertamente.
– Andiamo a un compleanno di amici, – improvvisò Matteo.
– Bene, andate, anche se mamma e sorella non vengono proprio tutti i giorni in visita, – rispose Laura offesa e riattaccò il telefono.
Matteo si sentì in colpa per la madre e la sorella, ma al pensiero dei loro comportamenti con Giorgia, smise di preoccuparsi.
Non raccontò alla moglie dell’intenzione delle parenti di piombare da loro, per non agitarsi inutilmente.
Ma tre ore dopo si rese conto del suo errore. Quando il campanello suonò, fu Giorgia ad aprire con entusiasmo la porta.
Vedendo i volti sorridenti di Laura e Antonella, rimase senza parole. Non si aspettava certo visite dai parenti.
Matteo, ricordando improvvisamente la visita, accorse nell’ingresso.
– Giorgia, sei pronta? Non ti sei ancora vestita? – disse in tono di rimprovero, fingendo di non notare gli ospiti indesiderati.
– Per dove? – chiese Giorgia confusa, guardando Matteo.
– Al compleanno. Hai dimenticato? – sorrise forzatamente Matteo. – Ah, mamma, Antonella, come mai siete qui?
– Siamo venute a farvi visita, te l’avevo detto al telefono, – rispose Laura con calma. – Ci fareste entrare o ci terreste sulla soglia?
– No, non possiamo, stiamo uscendo. Giorgia, vai a vestirti, – comandò Matteo e prese la moglie per mano.
Giorgia guardò interrogativamente il marito, e quando lui le fece l’occhiolino, capì che stava solo cercando di allontanare gli ospiti indesiderati.
– Ma dove pensate di andare? Siamo venute per farvi visita, – insistette Antonella. – Non è un po’ tardi per andare a un compleanno?
– No, dobbiamo essere lì per le otto, – rispose Matteo. – Tra mezz’ora dobbiamo già essere sul posto.
– Andrai con i pantaloni da casa? – rise Laura, notando l’abbigliamento del figlio.
– Accidenti, mi ero dimenticato di cambiarmi, – arrossì Matteo e corse in camera.
Antonella e Laura si guardarono negli occhi, scetticamente seguendo i loro movimenti.
Le due donne facevano fatica a credere che Matteo e Giorgia avessero davvero altri impegni.
Erano convinte che la storia del compleanno fosse solo una scusa per liberarsi di loro.
– Perché non potete cancellare il vostro impegno per noi? – chiese Laura appena Matteo riapparve, vestito di tutto punto.
– No, non possiamo, – rispose Matteo, sistemando il colletto della camicia. – Ci hanno invitati molto tempo fa e il prezzo per ogni posto è stato già pagato. Non possiamo mancare. Venite la settimana prossima, – aggiunse, sapendo che sua madre si sarebbe offesa e avrebbe rifiutato.
– Forse potremmo restare in casa mentre siete via? – propose Antonella guardandosi intorno. – Vi aspettiamo, per così dire.
– No, perché? – rifiutò categoricamente Matteo. – Avete comunque un altro posto dove andare, giusto?
– Ma la casa del figlio è meglio che quella di una vecchia amica, – ridacchiò Laura. – E poi siamo già state da lei, e non sembrava molto contenta di vederci.
– Volete che vi accompagni alla stazione degli autobus? – suggerì Matteo per far capire che non le avrebbe lasciate sole in casa.
– Non ci sono più autobus per la città e tu non puoi accompagnarci, – disse con un sorriso astuto Antonella.
– Posso prenotarvi una notte in hotel, – propose Matteo. – Non posso fare altro purtroppo.
Laura corrugò le sopracciglia delusa. La risposta del figlio l’aveva delusa. Sperava che Matteo le avrebbe permesso di restare.
– Allora ci mandate all’hotel? – intervenne Antonella. – Temete di lasciarci nel vostro appartamento? Credete che vi deruberemo?
– No, semplicemente non ci va. Cosa fareste qui sole senza di noi? – si intromise Giorgia. – Non vogliamo nessuno in casa quando non ci siamo.
– Vi accompagno comunque all’hotel, – cercò Matteo di allentare la tensione.
– Ce ne faremo una ragione! – rispose Laura uscendo dall’appartamento.
Antonella la seguì in fretta, lanciando maledizioni e insulti al fratello e alla cognata.
Vedendole uscire dal portone, Matteo e Giorgia sospirarono sollevati.
La scusa del compleanno era ormai inutile. Non serviva più.
Laura e Antonella chiamarono un taxi e tornarono in città, decise a non avere più rapporti con quei parenti ingrati.
Matteo si ricordò dei parenti solo quando fu necessario andare dal medico e cercare un posto per pranzare.
Fu Antonella ad aprire la porta. Alla vista del fratello, disse asciuttamente che stavano per uscire e non volevano lasciare un estraneo in casa.
Matteo capì con dispiacere che la madre e la sorella erano profondamente offese.
Dopo quell’incontro, i rapporti con le donne della sua famiglia si ruppero definitivamente.