Dovevamo prepararci prima per l’arrivo del bambino! – Il mio ritorno a casa dall’ospedale è stato un disastro: mio marito, appena uscito dall’ufficio, non aveva sistemato nulla nonostante le promesse. Nessuna carrozzina, nessun fasciatoio, abiti per il neonato inesistenti: solo tanto caos, polvere e parenti imbarazzati. Tutti mi dicono che avrei dovuto fare tutto io in gravidanza, ma dov’è la responsabilità condivisa? Ditemi la vostra: chi ha ragione?

Bisognava pensarci prima a prepararsi per la nascita del bambino!

La mia uscita dallospedale è stata davvero fuori dal comune. Mio marito lavorava e mi è venuto a prendere direttamente dallufficio. Gli avevo chiesto di prendersi qualche giorno di ferie o di chiedere un permesso, ma il suo capo non glielha concesso. E gli avevo anche chiesto di sistemare tutto per larrivo del nostro bambino, mi rassicurava continuamente che avrebbe pensato a ogni cosa. Se solo ci fossimo organizzati meglio prima, avremmo fatto già le lavatrici, comprato tutto quello che serviva e messo in ordine la casa. E invece! sospira Amalia, trentenne romana.

Non ha mantenuto la parola?

Sono entrata in ospedale impreparata. Tornando a casa, ho trovato un disordine pazzesco. Mi sono vergognata davanti a tutta la famiglia che è accorsa a vedere il bambino. Cera così tanta polvere che ci potevi scrivere sulle mensole. Non avevamo né passeggino né cassettiera, non aveva perfino pensato a comprare i body per il piccolo. Almeno le amiche mi avevano portato pannolini continua Amalia, sempre più amareggiata.

Amalia e suo marito Nicola si sono sposati sei anni fa. Solo ora hanno deciso di mettere su famiglia. Hanno rimandato spesso per trovare una certa stabilità. Quando finalmente la situazione permette loro di rilassarsi, Amalia decide di provare a restare incinta.

Ho avvisato subito il mio capo della gravidanza. Mi ha licenziata dopo neanche una settimana. Altre avrebbero fatto ricorso, ma io ho pensato fosse un segno del destino. Così mi sono goduta questo tempo in attesa, dedicandomi al ricamo e ai piccoli piaceri, senza preoccuparmi troppo dei soldi, visto che Nicola proprio allora era stato promosso racconta Amalia.

La gravidanza procede senza problemi. Amalia legge libri, fa lunghe passeggiate per il quartiere Garbatella e sceglie con calma le cose per il nascituro.

Nicola però non mi lasciava comprare nulla finché non fosse nato. In Italia si dice porti sfortuna. Così almeno spiegava lui. Mia sorella mi aveva promesso che ci avrebbe dato la cassettiera e la culla del suo bimbo. Aveva messo da parte anche altri oggetti utili. Mi aveva pregato di passare a prenderli con anticipo, di lavarli e sistemarli. Ma dovevo solo preparare la valigia per lospedale, per il resto non potevo muovere un dito sospira nuovamente Amalia.

Quando iniziano le doglie, Nicola realizza allimprovviso quante spese ci sono da affrontare. Amalia, mentre partorisce, si tormenta pensando che nemmeno ha avuto il tempo di stendere il bucato. Così i panni restano nel cestello della lavatrice finché non torna a casa.

Meno male che le amiche mi hanno portato qualche cambio e dei pannolini, altrimenti non avrei avuto nulla da mettere al piccolo. Mio marito si è lanciato in giro per tutta Roma a recuperare le ultime cose. Ma erano tutte sporche, piene di polvere e con delle macchie. Ho dovuto lavare e aspettare ore che tutto si asciugasse. In quei momenti avrei voluto strangolare tutti i parenti e divorziare da Nicola quasi scoppia a piangere Amalia.

Per diversi giorni Amalia mette in ordine la casa. Sono già passati due mesi dalla nascita di suo figlio, ma ancora oggi non se la sente di far entrare nessuno.

I parenti pensano che, essendo passato un po di tempo, possono venire a farci visita. Pretendono anche che organizzi una grande cena Ma certo! Ormai mi hanno già messa al lavoro sbotta Amalia, un po tesa.

La madre di Amalia invece non capisce perché sua figlia sia così nervosa. È evidente che non abbiano organizzato casa in tempo. Avrebbe dovuto pensarci da sola! Nove mesi in casa, cosa faceva? Poteva chiedere al marito di montare i mobili e pulire un po di più. E forse, con un po di insistenza, avrebbe convinto Nicola a fare qualche acquisto. Alla fine, bisogna rimboccarsi le maniche e badare a tutto da sole. Chi si fida degli uomini?

Secondo voi, Amalia ha ragione ad essere arrabbiata con la famiglia, oppure è colpa sua? Avrebbe davvero dovuto organizzarsi da sola per larrivo del bambino? Tu cosa ne pensi? Al suo posto, come ti saresti comportata?

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Dovevamo prepararci prima per l’arrivo del bambino! – Il mio ritorno a casa dall’ospedale è stato un disastro: mio marito, appena uscito dall’ufficio, non aveva sistemato nulla nonostante le promesse. Nessuna carrozzina, nessun fasciatoio, abiti per il neonato inesistenti: solo tanto caos, polvere e parenti imbarazzati. Tutti mi dicono che avrei dovuto fare tutto io in gravidanza, ma dov’è la responsabilità condivisa? Ditemi la vostra: chi ha ragione?