Dramma sotto il sole: un legame spezzato

*La Rottura Sotto il Sole del Sud: un Dramma a Lago Nuovo*

Elena tornava a casa dalle vacanze, il cuore stretto dalla malinconia. Suo marito, Marco, non le aveva scritto neanche una volta. Alla stazione di Lago Nuovo, nessuno l’attendeva… A casa, tutto era buio, nessuna cena pronta, solo disordine. “Chissà, Marco sarà stato da sua madre tutto questo tempo,” pensò con amarezza. Aprì una seconda valigia e cominciò a riempirla. Fu proprio allora che lui rientrò.

“Sei tornata?” sbottò, bloccando l’ingresso. “Io non ti aspettavo! Credi che dopo aver fatto come ti pare, tutto passerà liscio?”

Elena scoppiò a ridere, una risata amara, quasi isterica.

“Non preoccuparti, non resto a lungo,” rispose, la voce tremula per l’emozione repressa.

“Che vuoi dire?” aggrottò le sopracciglia Marco. Poi, all’improvviso, capì.

“Marco, come hai potuto? Avevamo pianificato questa vacanza per mesi!” Elena era sul punto di piangere.

Aveva sognato quel viaggio per un anno intero. Avevano messo da parte i soldi, scelto il pacchetto, immaginato il sole e il mare.

“E che potevo fare? Mia madre si è ammalata, dovevo restare,” borbottò lui, evitando il suo sguardo.

“E poi quando? Se fosse stata ricoverata, avrei capito! Ma non era nulla di grave!” protestò Elena.

“Ieri aveva la febbre alta! Ha chiamato l’ambulanza!” esplose Marco.

“Una febbre leggera, passata con una pillola. Marco, era un’offerta last minute! Se non la prendevamo, non ne avremmo trovata un’altra così!”

“Basta! Mi fai impazzire con il tuo egoismo! Ho detto: non si parte. Mia madre potrebbe stare peggio!” tagliò corto.

“Tra l’altro, tua madre ha anche una figlia,” osservò Elena. “Non potrebbe occuparsene lei?”

“Sai bene che Laura è impegnata. Smettila. Andremo un’altra volta. E poi, in questa pausa, restiamo a casa. Ho promesso a mia madre di aiutarla con la ristrutturazione. E tu farai lo stesso.”

Marco lasciò la stanza, come se la discussione fosse chiusa. Elena scoppiò in lacrime.

Lavorava in un posto che odiava, solo per portare soldi a casa, e ora le rubavano anche il tanto atteso riposo. Sopportava un capo esigente, faceva straordinari, tutto per un sogno: il mare caldo e il sole cocente.

Da tempo voleva cambiare lavoro, ma Marco glielo aveva proibito. Diceva che guadagnava bene. Avevano comprato l’auto, rifatto casa. E lui? I suoi soldi finivano sempre nei capricci di sua madre: una riparazione, un regalo. Ma non bastava mai!

Probabilmente era stata lei a insistere per cancellare le vacanze. Abituata a comandare. O meglio, a comandare lui. Laura, sua figlia, aveva capito da tempo che era meglio starsene lontana. Per questo non la chiamava mai. Ma con la moglie era più facile dire di no.

Il sogno del mare svaniva. Elena immaginò invece di stare a incollare carta da parati nell’appartamento afoso della suocera, e capì che non ce l’avrebbe fatta. Aveva bisogno di riposo.

Mezz’ora dopo, andò da Marco e disse con fermezza: “Io parto. Con te o senza di te.”

“Cosa? Hai perso la testa?”

“L’hai persa tu! Ho aspettato questa vacanza come un miracolo, e tu me l’hai rubata. Se ti preoccupi tanto di tua madre, resta. Io vado.”

“E con chi vai?” domandò lui, strizzando gli occhi.

“Da sola.”

Lui sogghignò, poi cominciò a camminare nervosamente per la cucina.

“So perché vuoi andare! Cerchi un’avventura? Vuoi metterti nei guai?”

Elena tacque, trattenendosi. Aveva tante parole sulla punta della lingua…

“Non rispondi? Perché ho ragione!”

“Se non ti fidi, vieni con me,” sibilò.

“Non lascio mia madre,” replicò lui.

“Allora non lasciarla.”

Elena uscì, soffocando dalla rabbia. Non solo Marco sceglieva sempre sua madre, ma la accusava anche di cose inventate! Non gli aveva mai dato un motivo per dubitare di lei. Tutto ciò che voleva era relax, non un flirt.

Marco era convinto che stesse solo cercando di spaventarlo.

Il mattino dopo, gli chiese un’ultima volta se sarebbe venuto. Lui la insultò, chiamandola stupida. E nel pomeriggio, Elena tornò a casa con un biglietto in mano.

Marco fece una scenata. Nulla di simile era mai successo. Elena gli propose di comprare un biglietto anche per lui, sperando che cambiasse idea. Ma lui si intestardì. Eppure, sua madre quel giorno non aveva neanche la febbre.

Mentre saliva sul treno, lui le urlò: “Puoi anche non tornare! Una moglie così non mi serve!”

Elena partì in lacrime, senza sapere che quella vacanza le avrebbe cambiato la vita.

Al resort, dimenticò ogni problema. Il mare, il sole, il cibo squisito e la camera accogliente la avvolsero. La prima sera, scrisse a Marco: *Sono arrivata. È meraviglioso. Peccato non ci sei tu.* Ma lui non rispose.

Decise allora di non scrivere più. Se voleva, poteva chiedere lui. Ma Marco credeva di punirla con il silenzio.

Dopo un giorno di turbamento, Elena si lasciò conquistare dal relax. Non aveva idea di quanto fosse bello stare da sola. Con Marco, si sarebbe lamentato di tutto, e non sarebbero usciti mai, se non per la piscina o il bar. Invece, lei visitò posti nuovi, nuotò, passeggiò.

E rifletté. Rivalutò la sua vita. Con la pace nel cuore, tutto le apparve chiaro. Lavorava in quel posto non perché non trovava di meglio, ma perché Marco aveva paura di perdere il suo stipendio. Ma quei soldi non la rendevano felice: era lui a decidere come spenderli.

Aveva dovuto insistere per questa vacanza. E i soldi li aveva messi lei, lui nemmeno un euro! Viveva con un uomo che non la rispettava. Per lui era comoda: non obiettava, portava stipendio, cucinava, puliva.

Elena era ancora bella, mentre Marco, a ventotto anni, aveva già la pancia della birra. E la suocera? Le era mai stata riconoscente? No, tutto era merito del suo “angioletto”. Elena non ricordava un solo “grazie”.

Sorseggiando un cocktail in riva al mare, si chiese: *Perché tutto questo? Cosa ottengo da questo lavoro, da questo matrimonio? Solo mancanza di rispetto e stress. Perché lo accetto?*

Credeva di amare Marco. Ma forse si era convinta che doveva salvare il matrimonio, piegarsi, compiacere. E solo lì, lontana, capì che… non gli mancava. E che tremava al pensiero di tornare.

Marco non scrisse mai. Elena pensò che fosse meglio così. Sarebbe stato più facile andarsene…

Alla stazione, nessuno l’attese. A casa, tutto era buio, niente cena, solo caos. Marco era stato da sua madre tutto il tempo.

Elena non aprì la valigia. Ne tirò fuori un’altra e cominciò a riempirla. Fu allora che lui la vide.

“Sei tornata?” sbottò. “Io non ti aspettavo. Credi che dopo esserti divertita, tutto sarà perdonato? No, cara, dovrai supplicarmi!”

ElenaCon un sospiro di sollievo, chiuse la porta alle spalle per sempre, pronta a ricominciare.

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