«Due anni di silenzio con nostra figlia: un anno fa ha smesso di rispondere»

Sono già due anni che non sento la voce di mia figlia. Ada pubblica foto sui social, parla con gli amici, vive la sua vita. Ma a me non chiama e non scrive. Ada è una donna adulta, ha una bambina di due anni e un marito, vivono nel loro appartamento a Torino. Io sono sempre stata severa, con me stessa e con gli altri. Ada non ha fatto eccezione.

Essere genitore significa essere esigente. Volevo che Ada studiasse bene, aiutasse in casa, si prendesse cura di sé. E anche ora, con una famiglia sua, non posso chiudere gli occhi davanti ai suoi errori. Quando andavo a trovarla, notavo inevitabilmente il disordine: vestiti sparsi, piatti sporchi, armadi in caos. “Come si può vivere così?” le chiedevo, sistemando i suoi abiti sulle mensole. Ada sospirava, come un’adolescente, e iniziava a pulire solo per farmi tacere.

Suo marito, secondo me, è completamente inutile, e sua figlia cresce in una stanza trascurata. Chi, se non una madre, può dire la verità? Ma un anno fa tutto è cambiato. Ada ha smesso di rispondere alle mie chiamate. Il giorno prima le avevo raccontato che la figlia di mia nipote, a soli tre anni, sapeva già leggere. Ada si è irrigidita e mi ha chiesto perché continuavo a confrontare sua figlia con gli altri.

Non si può fare a meno di notare la differenza, quando è così evidente. Quella è stata la nostra ultima conversazione. Poi ho scoperto che aveva cambiato le serrature e non voleva più vedermi. Pensavo fosse solo un capriccio, che prima o poi si sarebbe ravveduta. Ma il tempo passava, e il suo silenzio continuava.

Ad agosto è stato il mio compleanno. Speravo almeno in un messaggio, ma Ada non si è neanche ricordata di sua madre. Il giorno dopo, piena di rabbia, l’ho chiamata da un altro numero. “Se non vuoi parlare con me,” le ho detto, “allora esci dal mio appartamento!”

Sei anni fa, prima del suo matrimonio, avevo intestato l’appartamento a lei. Suo marito guadagnava pochissimo, e ho voluto aiutare la giovane coppia: ne avevo la possibilità. Ma ora che mi ha cancellata dalla sua vita, che almeno cerchi un’altra casa! Ada mi ha risposto con freddezza: i documenti sono a suo nome, l’appartamento è legalmente suo, e nessuno può cacciarla.

Davvero ho torto? Se è così indipendente, che lo dimostri andandosene! Le ho dato tutto, e in cambio ho ricevuto solo vuoto. Il cuore mi si spezza, ma non posso perdonare il tradimento.

A volte, l’amore più forte è quello che sa lasciare andare. Forse, invece di pretendere, avrei dovuto ascoltare.

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