Due decenni senza regali per lei: una convivenza armoniosa.

**Ventanni senza regali per lei: una convivenza serena.**

Luca Rossi non aveva mai fatto un regalo a sua moglie, nonostante avessero vissuto ventanni di matrimonio senza litigi. Non che fosse tirchio, semplicemente loccasione non si era mai presentata. Con Margherita, tutto era successo in fretta: un mese dopo essersi conosciuti, si erano sposati.

I loro appuntamenti, del resto, non erano mai stati segnati da doni. Lui andava a trovarla nel paesino dove abitava, fischiava sotto la sua finestra. Lei usciva di corsa, e si sedevano insieme sulla panchina vicino al cancello, chiacchierando appena fino a mezzanotte.

Il primo bacio glielo aveva rubato il giorno del fidanzamento. Poi arrivò il matrimonio, la vita con le sue abitudini e preoccupazioni. Luca si rivelò un uomo daffari astuto, facendo prosperare il suo allevamento di maiali. Margherita, dal canto suo, lavorava duramente, il suo orto era linvidia delle vicine. Poi arrivarono i figli, i pannolini, i vestitini con i lacci, le malattie infantili I regali? Non cera tempo per pensarci. Le feste si celebravano con sobrietà, attorno a un buon pranzo. Così scorreva la loro esistenza, semplice, fatta di fatica, ma tranquilla.

Un giorno, Luca andò al mercato con il vicino per vendere patate e pancetta, poco prima dell8 marzo. Aveva svuotato la cantina, selezionato le patate, e deciso di liberarsi delleccesso. Quanto alla pancetta, meglio vendere ora prima di macellare il maiale nuovo. Eccolo dunque al mercato. Un freddo piacevole, con già un profumo di primavera. Contro ogni aspettativa, tutto si vendette in un attimo. La pancetta fu portata via in un batter docchio, le patate sparite come dolciumi. «Niente male,» pensò Luca, soddisfatto. «Margherita sarà contenta.»

Ripose i sacchi nel furgone del vicino e andò a fare delle commissioni. Margherita gli aveva dato una piccola lista. Per abitudine, si fermò prima allosteria per festeggiare laffare. Non che bevesse tanto, ma era convinto che non brindare avrebbe portato sfortuna alle prossime vendite. Dopo aver sorseggiato il suo bicchiere di vino, ripartì a passo leggero, osservando le vetrine e la gente. Fu allora che inciampò, quasi letteralmente, su una scena inaspettata.

Davanti a una boutique, una giovane coppia ammirava un vestito esposto su un manichino. La ragazza, fresca come una rosa, esclamava:
«Camilla, dai, andiamo, non starai lì ferma tutto il giorno!»
«Guarda, Matteo, è stupendo! Mi starebbe a pennello.»
«Mah, è solo un pezzo di stoffa.»
«Che zuccone! È lultima moda, stile vintage! Compralo per la Festa della Mamma, eh?»
«Camilla, sai che siamo al verde. Se lo prendo, mangeremo pasta fino a fine mese»
«Ci arrangiamo, tesoro! Lo voglio troppo. È un anno che siamo sposati e non mi hai mai regalato niente, neppure a Natale!»
«Camilla, mi fai impazzire»
«Ti amo, amore mio,» sussurrò prima di baciarlo teneramente e trascinarlo dentro il negozio.

Il ragazzo, accorgendosi dello sguardo di Luca, alzò le spalle con un sorriso complice, come per dire: «Le donne, eh?» Poco dopo, la coppia uscì, Camilla ridendo felice, stringendo la borsa preziosa. Luca rimase a fissare la vetrina. Il vestito era carino, semplice, a fiori, come quello che Margherita indossava un tempo durante i loro appuntamenti. Unemozione dimenticata si mosse in lui. Era nostalgia della loro giovinezza? O il riflesso di ciò che erano stati? Un pensiero improvviso lo colpì: «Non ho mai regalato niente a Margherita. Troppo occupato. E poi, lo trovavo superfluo. Ma quel ragazzo sarebbe pronto a tirar la cinghia per far felice sua moglie. Per amore. E io, amo Margherita? Prima del matrimonio, credevo di sì. Poi tutto si è perso nella routine. Una vita di lavoro, senza ricordi Ah, maledetta vita!»

Quella felicità rubata gli fece male al cuore. Voleva provarla anche lui.

Con passo deciso, entrò nel negozio. Una commessa gli si avvicinò sorridente:
«Posso aiutarla?»
«Sì, signorina. Vorrei quel vestito in vetrina.»
«Oh, unottima scelta! È lultimo grido, pura seta, stile retrò. Sua figlia ne sarà felice.»
«Non è per mia figlia, è per mia moglie,» borbottò Luca.
«Oh, che fortuna ha!» cinguettò la commessa mentre incartava il vestito.
«Quanto costa?»

Quando gli disse il prezzo, Luca rimase senza fiato. Una fortuna, per lui.
«Perché così tanto?» brontolò.
«È una creazione di un grande stilista,» spiegò la commessa con pazienza.

Si fermò a riflettere. Ma limmagine del viso raggiante di Camilla gli tornò in mente. Allora, si decise.
«Lo prendo.»

Contò i soldi e uscì, orgoglioso del suo gesto. Il vicino lo stava già aspettando. Il viaggio di ritorno fu allegro. Il vicino si vantava dei suoi guadagni.
«E tu, come è andata?»
«Come sarebbe?»
«Hai fatto buoni affari?»
«Adesso conti i soldi degli altri?» sbottò Luca, improvvisamente irritato.
«Ehi, calma,» borbottò il vicino, sorpreso da quel brutto umore.

Arrivati a casa, Margherita non era ancora rientrata dalla fattoria. Luca si occupò degli animali, pulì la stalla, diede da mangiare ai maiali. Eppure, nonostante la buona azione, un peso gli stringeva il petto. Perché questa inquietudine? Scrollò le spalle e rientrò, sedendosi con un bicchiere di vino. Poi un altro. Lo calmò un po.

La porta sbatté. Margherita rientrò, il volto serrato come al solito.
«Sei qui tu? Comè andato il mercato?»
«Bene. Ecco i soldi.»

Margherita li contò.
«Manca qualcosa. Hai venduto male?»
«No, è che insomma, il resto è qui, in questa borsa.»

Margherita ne tirò fuori il vestito, diffidente.
«È per chi, questo? Per Silvia? Sembra troppo grande per lei. Sprechi i nostri soldi»
«È per te,» disse, timidamente. «Per la Festa della Mamma.»

Silenzio.
«Per me?» chiese, incredula. «Davvero?»
«Sì, per te!» si rincuorò, sollevato che non lo sgridasse. «Per chi altro?»

Margherita scoppiò in lacrime e corse in camera. Riapparve dieci minuti dopo, gli occhi rossi.
«Non mi va più. Sono ingrassata.»
«Come sarebbe?» balbettò. «Ricordo che avevi un vestito così quando ci sedevamo sulla panchina»
«Povero vecchio mio,» sospirò con una risata tremante. «Sono passati ventanni! Le cose cambiano.»

La guardò negli occhi.
«Vedendo quei fiori, ho ripensato a tutto. E se, dopo tutti questi anni, il regalo più bello non fosse questo vestito, ma rit

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