Durante il funerale del figlio, la madre prese un’ascia e colpì più volte il coperchio della bara: quando si ruppe, la folla vide qualcosa di terribile

**Diario, 12 Novembre**
Oggi abbiamo sepolto mio figlio, o almeno così credevamo tutti. Mia suocera, la signora Bianchi, si è rifiutata di partecipare ai funerali fin dallinizio.
Non verrò. Quello non è mio figlio disse con voce ferma.
Mamma, per favore, sono i funerali di tuo figlio, di mio marito. Come puoi non venire? cercai di convincerla.
Non capisci. In quella bara non cè mio figlio. Mi stanno mentendo.
Hanno fatto il test del DNA, hanno spiegato che il suo volto era irriconoscibile dopo lincidente
Lo sento qui si toccò il petto mio figlio è vivo.
Alla fine, dopo ore, accettò di venire, ma rifiutò il vestito nero e indossò un cappotto blu. Teneva stretta una borsa di tela scura, senza mai lasciarla. Io tacqui. Almeno era venuta.
Il cielo sopra il cimitero di Firenze era grigio, pesante. Quando iniziarono a inchiodare la bara, la signora Bianchi si fece avanti, pallida. Mise giù la borsa, tirò fuori unascia e, prima che qualcuno potesse fermarla, colpì il legno con tutta la sua forza.
Un colpo. Due. La bara si spaccò.
Il silenzio fu assordante. Poi, una voce tremante:
È vuota!
Il panico si diffuse. Alcuni uomini corsero dai becchini, altri chiamarono la polizia. Io lasciai cadere la borsetta, le mani mi tremavano. La signora Bianchi, affannata, stringeva lascia così forte che le nocche erano bianche.
Ve lavevo detto sussurrò. Mio figlio non cè.
Un uomo magro, un custode, si fece avanti.
Il corpo lhanno portato via. Ieri notte. Due uomini con dei documenti dissero che lo spostavano in un altro ospedale per ulteriori esami. Non sapevo che
Le sue parole ci gelarono il sangue. Dove lavevano portato? Chi erano quegli uomini?
La polizia arrivò subito, ma la verità più crudele emerse dopo: nellarchivio dellobitorio, al posto del nome di mio marito, cera scritto solo «smaltimento errore nei documenti». Qualcuno aveva cancellato ogni traccia di lui.
La signora Bianchi si sedette su una panchina, stringendo un frammento di legno. Nei suoi occhi non cera disperazione, ma determinazione. Se suo figlio era vivo, lo avrebbe trovato. Se era morto, avrebbe scovato chi gli aveva negato persino la pace.
**Lezione di oggi:** Mai sottovalutare listinto di una madre.

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Durante il funerale del figlio, la madre prese un’ascia e colpì più volte il coperchio della bara: quando si ruppe, la folla vide qualcosa di terribile