Mentre portava a spasso il cane, una ragazza delle superiori si trovò davanti due uomini che le si avvicinarono con fare minaccioso, offrendole con prepotenza di darle un passaggio
Non aveva mai visto il suo cane così: negli occhi gli bruciava la rabbia, i denti luccicavano in un ringhio feroce. Prima che potesse capire cosa stesse succedendo, il cane si scagliò sulluomo che laveva afferrata per il braccio, gettandola a terra, mentre la sua ombra massiccia le incombeva sopra con un grugnito che gelava il sangue
Quando Sofia compì sette anni, le regalarono una camera spaziosa e luminosa tutta per sé. Ma la bambina rifiutò categoricamente di dormirci da sola. Ogni sera, uno dei genitoria volte la madre, a volte il padredoveva sdraiarsi accanto a lei finché non si addormentava. Se si svegliava di notte e non cera nessuno, prendeva cuscino e coperta e si trasferiva nella camera dei genitori. Né le suppliche né i discorsi educativi servirono a nullanulla cambiò, anche se la bambina cresceva.
Finché una sera, la soluzione le rotolò davanti inaspettatamenteun batuffolo bianco e peloso che prima sussultò spaventato, e subito dopo fece una pozzanghera per terra. Avvicinandosi, capirono che era un adorabile cucciolo, così dolce che Sofia esclamò subito: Mamma, possiamo tenerlo? Per favore! E iniziarono le trattative: studiare bene, tenere in ordine, portare a spasso il cagnolino da sola e dormire nella sua camera senza mamma e papà. Sofia accettò subito le prime tre condizioni, ma esitò sullultimafinché non realizzò: Ma ora non sarò più sola!
Così entrò nella loro vita Lulùufficialmente un Westie, ma nel cuore una vera signorina, con un carattere forte. E, sorprendentemente, Sofia mantenne la parola. Da quando Lulù arrivò, iniziò a dormire nella sua stanza, e il cane divenne la sua fedele compagnadi giorno e di notte.
Lulù era una vera bellezza: elegante, consapevole del suo fascino, si comportava con la dignità di una dama. Ignorava quasi tutti gli altri cani, ma con i bambini che volevano accarezzarla era paziente, quasi con aria di superioritàcome se gradisse i loro complimenti. Se un altro cane si avvicinava, però, mostrava subito i denti con un ringhio indignato.
Per correggere il suo comportamento, la madre e Sofia la iscrissero a una scuola per cani, seguendo le lezioni con impegno per tre settimane. Ma forse listruttore era inesperto, o Lulù troppo indipendentenulla cambiò. Il verdetto fu: Vi considera il suo branco. Non ha bisogno di altro. E così, loro tre restarono felici così comerano.
Per le passeggiate, Sofia e Lulù preferivano un prato abbandonato dietro casa. Una volta cerano baracche, poi demoliterimanevano solo le fondamenta e alberi da frutto selvatici. Da un lato, si estendeva un quartiere con vecchie case di legno ormai decrepite. La maggior parte dei padroni di cani sceglievano il parco attrezzato lì vicino, ma a Sofia e Lulù piaceva quel angolo romantico, dove si respirava libertà e solitudine.
Ed è proprio lì che Lulù incontrò il suo destino.
Quellestate Sofia compì quindici anni, Lulù otto. La ragazza era già alta, slanciata, con uno sguardo sognante e il telefono sempre in mano. Lulù, invece, si comportava con la sicurezza di una dama matura. Camminavano insieme sul prato: Sofia persa nei suoi pensieri, Lulù che annusava lerbaquando allimprovviso, lattacco! Un cane enorme e peloso le piombò addosso, simile a un pastore, ma con il pelo più arruffato e unenergia inesauribile. Era un gigante giocherellone, che saltellò intorno a Lulù, la sfiorò col muso, la leccò, contag