E allora? Io e Vladimiro stiamo benissimo. Siamo una famiglia esemplare, senza problemi, i figli sono cresciuti persone perbene.

“E allora? Siamo una coppia perfetta, io e Valerio. Una famiglia esemplare, senza scandali, i figli cresciuti per bene.”

“Valerio, di nuovo hai dimenticato le chiavi?” Gemma sospirò, riconoscendo il colpetto sommesso alla porta. Lui non suonava mai, aspettava che lei capisse e aprisse.

“Sì, le ho dimenticate,” borbottò Valerio, infilandosi nell’ingresso. “Dovevo correre al lavoro, c’era una riunione importante.”

Gemma lo osservò togliersi le scarpe e lasciarle in mezzo al corridoio, poi senza dire una parola le mise a posto. Quarant’anni di matrimonio le avevano insegnato a non litigare per queste cose. Lui lavorava come ingegnere capo in fabbrica, progettava cose importanti, a casa voleva solo pace. E lei, non poteva semplicemente fare questo per lui?

“Com’è andata oggi?” chiese, versandogli una scodella di minestra.

“Come sempre. I capi che stressano, gli operai che non capiscono, macchinari vecchi. Ma siamo a posto,” rispose Valerio, sfogliando il giornale senza alzare lo sguardo.

Gemma avrebbe voluto raccontargli della vicina, la signora Ornella, che quel giorno si era lamentata del figlio alcolizzato, ma desisté. Dopo il lavoro, Valerio non aveva voglia dei problemi degli altri.

“A proposito,” s’interruppe all’improvviso, “hanno promosso Sergio. Lo trasferiranno a Roma, negli uffici centrali. Uno stipendio triplo.”

“Buon per lui,” annuì Gemma, sparecchiando.

“Mi ha raccomandato al suo posto,” aggiunse Valerio, con voce pacata.

Gemma si bloccò con i piatti in mano.

“Come sarebbe?”

“Il direttore deciderà la prossima settimana. Se va bene, sarò vice-capo ingegnere. Lo stipendio quasi raddoppia, ci sono benefit, più ferie.”

Parlava con calma, ma Gemma riconobbe quella tensione trattenuta nella sua voce. Lo conosceva troppo bene. Sognava quella promozione da anni, senza mai mostrarlo.

“Valerio, è fantastico!” Si sedette accanto a lui, gli prese una mano. “Te la meriti! Hai sempre lavorato onestamente, non hai mai deluso la fabbrica.”

“Chissà, non è ancora sicuro,” scrollò le spalle, ma dal suo sguardo lei capì che ci stava già pensando.

Quella sera, Valerio fu insolitamente animato. Parlò dei progetti che avrebbe potuto avviare, dei viaggi di lavoro, della macchina nuova che finalmente avrebbero comprato, per sostituire la vecchia Fiat. Gemma lo ascoltava, felice con lui. Dopo cena, accesero la radio e ballarono in cucina, come ai tempi dell’università.

Il giorno dopo, Gemma incontrò nel cortile Ilaria, la moglie di Sergio.

“Congratulazioni!” le sorrise. “Sergio mi ha detto che Valerio potrebbe prendere il suo posto. Una bella posizione, siamo felici per voi!”

“Grazie, ma non è ancora deciso,” rispose cauta.

“Ma figurati, è praticamente fatta! Sergio dice che non stanno nemmeno valutando altri candidati. Valerio è il migliore, tutti lo rispettano.”

Gemma tornò a casa col cuore leggero. Quindi, Valerio non si illudeva. Se Sergio lo diceva, la promozione era quasi certa.

Decise di preparare una cena speciale. Andò al mercato, comprò carne per un arrosto e i dolci preferiti di Valerio. Mentre cucinava, canticchiava. Da quanto tempo non si sentiva così serena?

Valerio tornò tardi, stanco e cupo.

“Cosa c’è?” si preoccupò lei.

“Nulla. Solo una giornata pesante,” rispose, sedendosi a tavola senza toccare il cibo.

“Valerio, parlami! Hanno detto qualcosa della promozione?”

“Hanno detto che decideranno la prossima settimana.”

“Ma allora? Ci sono problemi?”

Lui rimase a lungo in silenzio, poi sospirò pesantemente.

“Vedi, Gemma, non è così semplice. C’è concorrenza. Anche Rossi vuole il posto. E Bianchi dal reparto accanto.”

“Ma Sergio ha detto che sei il candidato migliore!”

“Sì, ma non decide lui. Rossi ha agganci politici. La moglie lavora in comune, il nipote è cognato del direttore.”

Gemma sentì il cuore farsi piccolo. Non era tutto rose e fiori come credeva?

Il giorno dopo andò da Livia, la sua amica che lavorava alle risorse umane della stessa fabbrica. Era sempre in

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E allora? Io e Vladimiro stiamo benissimo. Siamo una famiglia esemplare, senza problemi, i figli sono cresciuti persone perbene.