È tornata un’amica d’infanzia: non ha mai voluto figli, ha scelto di vivere per sé stessa – Il nostro incontro a sessant’anni tra riflessioni sulla maternità, viaggi, relazioni e la libertà di scegliere la propria strada

È arrivata la mia amica dinfanzia. Non ha mai voluto figli. Ha deciso fin da giovane che la vita era troppo breve per dividerla con pannolini e pappe: voleva godersela tutta per sé.

Oggi mi sono incontrata con lei dopo tanto tempo. Ha sessantanni, proprio come me. Appena finite le università, ha fatto le valigie più veloci della freccia rossa Milano-Roma e ci ha salutate tutte senza nemmeno voltarsi. Allinizio ci scrivevamo qualche cartolina, ma poi, come spesso capita, la routine ha avuto la meglio.

Ho saputo dai soliti amici comuni che la mia cara amica era diventata una nomade: saltava di città in città, cambiava uomini come si cambiano le stagioni a Firenze. A cinquantanni aveva già collezionato tre mariti… e neppure un figlio allattivo. Mai riuscita a capire il perché. In Italia, di solito, anche chi sfascia la casa almeno un figlio lo tira su… così, se proprio va male col marito, rimangono almeno i nipotini da rincorrere per casa.

È tornata nel nostro paesino della provincia, la vecchia amica, solo per vendere gli ultimi resti di un ormai scarno patrimonio. Prima affittava un bilocale in centro, adesso è qui, a chiudere i conti con il passato.

Ci siamo sedute in un baretto, davanti a due caffè così stretti che bisognava allungarli solo con lo sguardo, e ci siamo raccontate la vita io la mia, lei la sua. E poi, come una nonna ficcanaso qualunque, le ho chiesto:
Ma dimmi un po, Francesca, come ti è venuta questa vita così allincontrario? Niente figli? Neanche uno, così, giusto per te? Ma chi ti porterà un bicchiere dacqua quando sarai vecchia?

Mi ha guardato, ha sghignazzato e ha fatto spallucce:
Ma che bicchiere dacqua! Le tue figlie ti portano qualcosa? Dai, su. I figli oggi mica si curano più dei genitori, siamo realisti! Meglio risparmiare e alla vecchiaia pagarsi una brava badante filippina, piuttosto che tirare la giacchetta ai figli e finire a fare la mamma col piatto in mano.

E comunque, non ho mai avuto istinto materno. Non mi andava di passare la vita a fare la tata, preoccupandomi per tutti, regalando soldi e voce grossa. Io volevo viaggiare, fare esperienze, vedere il mondo. E i miei mariti? Mi hanno lasciata solo perché di figli proprio non ne volevo sentir parlare.

Adesso vivo serena: niente nipoti da rincorrere, né pensione evaporata per mantenere figli che a trentacinque anni ancora studiano lettere moderne a Bologna.

No, non mi pento di nulla anzi! Un po dispiaciuta sono, per quelle che hanno riempito la casa di bambini, e adesso stanno sole sole, a raccontarsi di figli che sono emigrati in Germania e si dimenticano pure di chiamare a Natale. Io almeno questi problemi non li ho.

Questo è il mio pensiero.

Ho ascoltato la mia vecchia amica e, per la prima volta, le ho dato ragione. Ma chi ce lo fa fare di mettere al mondo figli, se proprio non ci va? E chi lha detto, poi, che quando saremo vecchie qualcuno ci passerà davvero lacqua?

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