– Eccolo di nuovo qui a tormentarmi l’anima, questo lord inglese! Guardatelo, si permette di mangiare solo cinquanta grammi! – Sbraitava la commessa

**Diario Personale Una Storia di Cuore e Salsiccia**

Oggi, la signora Claudia, la temutissima commessa della salumeria, ha avuto unaltra delle sue esplosioni. La sua voce tuonava tra gli scaffali: «Eccolo di nuovo qui, il mio tormento quotidiano! Guardatelo, questo piccolo lord inglese! Pretende sempre cinquantanni di salame!»

Alzò gli occhi al cielo, ma il ragazzino, invece di scappare, le fissò quei grandi occhi azzurri come il mare di Positano. Non aveva paura, nemmeno un po.

La signora Claudia era una donna imponente, scolpita nel granito toscano. Il suo volto era un monumento al disprezzo, come se avesse ingoiato un limone intero ogni mattina. Nessuno osava guardarla dritto negli occhi. Era una commessa nata per esserlo, con due pugni come macigni sempre appoggiati dove avrebbe dovuto esserci la vita.

Eppure, quel ragazzino, quel piccolo Daniele Martini con i capelli scarmigliati e gli occhi pieni di luce, la sfidava ogni giorno. «Signora Claudia, per favore, mi tagli un po di salame?» chiedeva con quella vocina sottile che faceva tremare i vetri più delle urla della donna.

La gente in fila abbassava lo sguardo. Qualcuno sussurrava. Ma la signora Claudia, dopo aver sbuffato e arrossito come un peperone, alla fine tagliava il salame. Perché? Nessuno lo capiva.

Oggi, però, è successo qualcosa di diverso. Daniele è arrivato senza un soldo. «Signora Claudia, oggi non ho i soldi, ma ho proprio fame Me lo può dare lo stesso? Domani glieli porto!»

Silenzio. Poi, un boato. La signora Claudia esplose: «COSA?! Credi che questa sia la Caritas?!» La bottiglia di vino che un ubriaco cercava di nascondere cadde a terra in mille pezzi. Tutti trattennero il fiato.

Ma Daniele non si scompose. Con calma, sollevò un gattino rosso come il tramonto romano. «Lui ha fame. La mamma si è dimenticata di darmi i soldi per la merenda.»

Il gattino, invece di scappare davanti alla furia della donna, le saltò addosso, strofinandole la testina contro il grembiule bianco sporco di salume.

La signora Claudia impallidì, poi arrossì. Afferrò il gattino, lo guardò negli occhi e poi sospirò. «Allora è per lui che spendevi tutti i soldi della mamma? Questo furfante peloso?»

Daniele annuì. «Sì. Ma domani vi pago, promesso.»

La commessa del reparto dolci si commosse e cercò di dargli una banconota, ma la signora Claudia la fulminò con lo sguardo. Poi, con un gesto che nessuno si aspettava, tagliò una bella fetta di salame e gliela mise in un sacchetto. «Prendi. E porta anche questo alla mamma.»

La fila rimase in silenzio. Poi, qualcuno sorrise.

Ora, nel negozio, ci sono due gatti. Uno rosso e uno grigio. Daniele ne ha portato un altro, e tutti i commessi li viziano. Ma i gatti? Preferiscono la signora Claudia, anche quando li sgrida e li chiama «parassiti».

E la fila, ogni volta che passa di lì, sorride. Perché anche dietro un cuore di pietra, a volte, si nasconde un po di formaggio e tanto affetto.

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– Eccolo di nuovo qui a tormentarmi l’anima, questo lord inglese! Guardatelo, si permette di mangiare solo cinquanta grammi! – Sbraitava la commessa