Echi d’amore: dramma di un cuore infranto

Nell’incantevole paesino di Fiumicello, dove la nebbia mattutina avvolge il fiume e i giardini sono in fiore, Isabella e suo marito erano andati a trovare i genitori. Andrea aprì il bagagliaio dell’auto e iniziò a tirare fuori le borse con i regali. All’improvviso, Isabella scorse una figura in lontananza. Si concentrò meglio e rimase impietrita, incredula. Camminava lungo la strada Elena, ridendo, a braccetto con un uomo sconosciuto. Le fece un cenno da lontano, sorridendo amichevolmente.

“Com’è possibile? Dov’è il suo Matteo?” esclamò Isabella, sentendo il cuore stringersi d’angoscia. Più tardi, la triste verità avrebbe fatto crollare il suo mondo.

Isabella si era trasferita dalla casa dei genitori al terzo anno di università. La nuova abitazione si trovava in un quartiere residenziale, circondato da prati e un laghetto. Suo padre aveva fatto di tutto per renderla accogliente: adorava la moglie e la figlia, e per Isabella era l’uomo perfetto. A scuola non si interessava ai ragazzi, troppo seria nonostante la sua bellezza. Non andava alle feste, non la si convinceva a uscire. Preferiva la solitudine, studiando con impegno e passando le serate in famiglia, leggendo libri e facendo felici i suoi genitori.

“Avrà tempo per divertirsi,” dicevano loro, creando un ambiente caldo e protetto.

Nella casa accanto si era trasferita una giovane coppia, Matteo ed Elena, di qualche anno più grandi. Non avevano figli, ma erano una coppia affascinante, specialmente lui… Matteo. A volte Isabella lo osservava dalla finestra della sua camera quando tornava dal lavoro, da solo o con Elena, alta, bruna e elegante.

A Natale, i genitori decisero di invitare i vicini per conoscerli meglio. Arrivarono con vino e dolci, accolti con calore. Mentre la madre si dava da fare e gli uomini discutevano animatamente, Isabella osservava Elena, riservata e curiosa. Matteo, invece, era tutto charme: spiritoso, gentile. Dopo aver parlato con suo padre, si rivolse a lei, chiedendole degli studi e incoraggiandola. Quella notte, il cuore di Isabella si riempì di confusione. Il suo sguardo, la voce, i gesti… non poteva smettere di pensarci. Capì che era amore. Vero, travolgente, impossibile.

Matteo occupava ogni suo pensiero. In università, fissava il vuoto, sperando in un incontro casuale. Si limitava a salutarlo da lontano, accontentandosi di un sorriso. La madre notava la sua malinconia, ma Isabella non poteva confessarle: “Sono innamorata del vicino sposato”. Portava quel dolore dentro di sé.

Con l’estate, le occasioni aumentarono. Una volta, al laghetto, incontrò Matteo con la canna da pesca. La invitò a unirsi a lui. Tornando, le disse: “Ti è piaciuto? Possiamo rifarlo. Elena non ama pescare.” Da allora, quando si vedevano, si fermava a chiacchierare. Una volta le scompigliò i capelli, e lei trattenne la sua mano contro la guancia. Fu un attimo, ma lui la guardò intensamente. “Sei speciale, Isabella.” Quella notte pianse fino all’alba, decidendo di evitarlo.

Passarono tre anni di tormento. Incontri casuali, sorrisi, sguardi gelidi di Elena. Si laureò con lode, trovò lavoro, iniziò la vita da adulta. I vicini restavano senza figli, i rapporti si affievolirono. Elena forse sospettava, ma taceva. Matteo chiedeva dei suoi progetti, ma non la invitò più a pescare.

Poi incontrò Andrea a una mostra. Artista, più grande di sette anni, la conquistò parlando d’arte. Iniziarono a uscire. Appassionato, viaggiatore, aveva un laboratorio e sapeva amare. Dopo sei mesi, le chiese di sposarlo. Isabella accettò, sperando di sfuggire all’amore per Matteo. Fu una scelta difficile. Le notti erano piene di lacrime, consapevole di sposarsi senza amore, solo per fuggire il dolore. Sognava Matteo che la supplicava di restare, ma si costrinse a ricambiare Andrea.

Una settimana prima delle nozze, incrociò Matteo in città. Lui propose una passeggiata. Il cuore le tremò, ma accettò. Quando lui la congratulò per il matrimonio, scoppiò in lacrime. “Non lo vedi, Matteo? Ti amo! Da anni, senza speranza…” Lui la strinse. “Lo so, piccola. Ma non rovinarti la vita. Andrea è un brav’uomo. Sarai felice. Io sono sposato.” “Sei felice con Elena?” chiese tra i singhiozzi. Non rispose, solo un abbraccio prima di dividersi.

Dopo il matrimonio, si trasferì da Andrea. La tensione svanì. Lui la amava, la vita era vivace, ma di notte sognava ancora Matteo.

Tornavano raramente dai genitori, e Matteo non si vedeva. Quel giorno, mentre Andrea scaricava i regali, Isabella notò Elena con un altro uomo. Rise, salutandola da lontano. “Com’è possibile? Dov’è Matteo?” sussurrò.

I genitori le spiegarono: Elena aveva chiesto il divorzio, Matteo se n’era andato, lasciandole la casa. Isabella trattenne le lacrime, sconvolta. Poi, la gioia: aspettava un bambino. Andrea era al settimo cielo, la riempiva di fiori e amore.

Un giorno, uscendo dal lavoro, sentì una voce familiare. Si voltò: Matteo. Lui la abbracciò, guardandola negli occhi. “Come stai, piccola?” “E tu?” sussurrò lei. “Libero come l’aria.” Una volta, avrebbe lasciato tutto per lui. Ora rispose: “Non posso. Andrea sta arrivando… e sono incinta.” Matteo abbassò lo sguardo. “Sii felice. Ho perso il mio momento.” Se ne andò senza voltarsi.

Andrea arrivò, la portò a casa, nel loro nido d’amore. Isabella capì: era felice. L’amore vero supera la passione, anche quando lo accogli con gratitudine.

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