Enigma del Vecchio Bagaglio: Dramma dei Legami Familiari

**Il segreto della vecchia valigia: dramma di legami familiari**

Nella tranquilla cittadina di Montesperto, dove le sere sono intrise del profumo dei tigli e le vecchie case custodiscono segreti del passato, Maria Rossi sedeva nel suo salotto accogliente, immersa nella sua telenovela spagnola preferita. All’improvviso, il cigolio della porta d’ingresso spezzò il silenzio, e il cuore della signora anziana sobbalzò per la sorpresa.

“Nonna, ho una richiesta da farti,” disse sulla soglia il nipote Luca, alto e con lo sguardo inquieto. “Ricordi quella valigia che tieni in soffitta, quella che hai preparato per… sai, il tuo funerale?”

Maria, distogliendo lo sguardo dallo schermo, si alzò lentamente dalla poltrona, sentendo un’onda d’ansia stringerle il petto.

“Quale valigia, Luchino?” chiese stupita, aggiustandosi il fazzoletto.

“Quella con le tue cose, nonna, quelle che hai messo da parte per i tuoi funerali,” rispose lui, lisciandosi nervosamente i capelli.

“Sì, c’è, ma perché? Cosa succede?” La voce di Maria tremò, avvolta da un brutto presentimento.

“La valigia sta bene lì, nessuno la tocca,” si affrettò a rassicurarla Luca. “Ma i tuoi risparmi… quelli sono un problema.”

“Che problema?!” esclamò la nonna, gli occhi spalancati dallo sgomento. Non riusciva a capire dove volesse andare a parare.

“Perderanno valore, nonna! L’inflazione sale! E poi, ricordi quanto volevi tornare al paese, vedere i parenti? Te lo ricordi?”

“Sì, certo…” rispose sommessa, ancora senza afferrare il senso.

“Ma la mia macchina è vecchia, nonna, non arriveremmo mai, si romperebbe per strada. La banca non mi dà più credito, dicono che ne ho già abbastanza. Il mio rating creditizio non è dei migliori…”

“Lo so, lo so che hai preso dei prestiti, ma pensavo li avessi già ripagati… Allora cosa vuoi, Luchino?” La vecchietta continuava a non cogliere il punto.

“Hai messo da parte soldi per i tuoi funerali, vero? E hai detto una cifra che sembrava più adatta a un matrimonio che a un funerale! Davvero vuoi che tutti si ubriachino e ballino come matti? È un funerale, nonna, che senso ha spendere così tanto?”

“Pensi che non ti darò un addio dignitoso?” continuò Luca. “Ti farò un bel monumento, non ho nessuno all’infuori di te. Ma voglio che tu viva bene ancora un po’. Hai bisogno di un cappotto nuovo, degli stivali, e se andiamo dai parenti… E poi io ho bisogno di soldi per la macchina. Quella vecchia la vendo, ne prendo una più nuova. Quella che ho è troppo malmessa, non ce la farebbe. Una nuova costerebbe troppo, ma va bene così, basta che funzioni. E poi ti porteremo al mare io e Letizia, abbiamo già programmato tutto e verrai con noi. Letizia è fantastica, sai? Voglio sposarla, ma mi servono ancora dei soldi…”

Maria ascoltava senza interrompere. Luca era un bravo ragazzo, solo un po’ incostante. Quando si fissava su qualcosa, era irrefrenabile! Una volta si era comprato una chitarra costosissima, poi aveva perso interesse. Ora diceva che la vecchia auto, con cui faceva il tassista la sera, non reggeva più.

“Ma Luchino, chi comprerà mai una macchina rotta? A chi servirà?” domandò perplessa.

“Che te ne importa, nonna? C’è chi la smonterà per i pezzi o la riparerà. Per me non vale la pena aggiustarla, meglio venderla e metterci qualcosa in più. Allora, mi dai quei soldi?”

Maria rifletté. Aveva cresciuto Luca dai tre anni. Sua figlia, Silvia, quando si era risposata con Sergio, gli aveva detto:

“Mamma, tienilo Luca per un po’? Io e Sergio dobbiamo sistemarci. Poi lo riprendiamo.”

Ma Maria aveva capito subito che non l’avrebbero mai ripreso. E aveva visto giusto. Silvia aveva avuto una bambina, Arianna, e da quel momento era diventata la priorità assoluta: controlli medici, problemi di pronuncia, cure speciali. Arianna passava il tempo con l’altra nonna, mentre Luca restava sempre con Maria.

Così era andata. Luca non voleva vivere che con lei, e Maria lo amava come un figlio. Silvia gli mandava qualche soldo, ma bastavano? Il ragazzo cresceva in fretta, e Maria faceva sacrifici pur di non fargli mancare nulla.

Poi venne l’età difficile, quando Luca era già grande ma ancora acerbo. Lavorava sodo ma si faceva tentare da ogni cosa, indebitandosi per la macchina usata e ostentandola con le ragazze. Poi si era dato una calmata, aveva ripagato tutto, e ora, finalmente, pareva maturato. Letizia, la sua ragazza, era intelligente e buona. Forse era lei a influenzarlo così bene. Presto si sarebbero sposati e, a quanto pare, sarebbero rimasti a vivere con Maria.

La nonna scrutò il volto di Luca, cercando una risposta. E se le avesse dato tutto e poi l’avesse tradita? Ma la sua pensione era dignitosa, poteva permetterselo. Per gli anziani, l’importante è non sentirsi umiliati. E poi, avrebbe avuto una ragione in più per vivere: vedere il nipote costruirsi una famiglia. Luca ora le faceva la spesa, pagava l’affitto, la trattava bene. Eppure lei esitava! Che sarà, sarà. Luca non le avrebbe fatto del male. Se l’avesse fatto… beh, allora avrebbe sprecato la vita.

“Va bene, Luchino, ti darò quei soldi. Ma ricordati, sarà sulla tua coscienza!” si decise finalmente.

“Tutto andrà bene, nonna!” la strinse forte Luca.

La macchina nuova era uno spettacolo: rossa ciliegia, luccicante, sembrava appena uscita dal concessionario. Maria la guardava sbalordita, ammirando i sedili morbidissimi.

“Ti piace, nonna?” Luca rideva come un bambino. “Sali, facciamo un giro!”

Guidava con prudenza. Si fermarono davanti a un centro commerciale.

“Dai, nonna, scendiamo! Ti compriamo qualcosa di nuovo.”

Scelsero un cappotto non nero, ma bordeaux, come se fosse per una ragazza giovane. Poi stivali, un vestito, una maglia.

“Basta, Luchino, con cosa vivremo?” si preoccupò lei.

“Nonna, ho avuto un bonus al lavoro. Stai tranquilla, c’è per tutto…”

Poco dopo Maria partì con Luca e Letizia per il paese natale. Rivide tutti: la sorella, il fratello, i nipoti. Pianse e rise di gioia. Letizia distribuì gli inviti per il matrimonio.

La festa fu splendida. Maria danzò nel suo vestito nuovo. Persino Silvia, sempre insoddisfatta, ammise che era perfetto. Era venuta sola—Sergio in trasferta—e Arianna non aveva voluto partecipare. Ma Maria non si lasciò rattristare. Aveva di che essere felice.

Quando Luca e Letizia proposero il viaggio al mare, Maria esitò:

“Dove volete che vada, vecchia come sono? Vi sarei d’impiccio, e poi costa tanto!”

Ma i due, scherzando, fecero il broncio:

“Nonna, tu sei il nostro portafortuna! Letizia non ha avuto una nonna, e tu le piaci tantissimo. Dice che sei fantastica e ci porti fortuna.”

“È vero,” confermò LetiziaMaria sorrise, sentendo dentro di sé la gioia di un nuovo capitolo che stava per iniziare, con il rumore delle onde a farle compagnia e la promessa di un futuro pieno di amore.

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