Era la sua ex collega: poche ore prima della cena di festa, lui chiamò dicendo “Dobbiamo parlare

La chiamavano Elena, era stata una sua collega. Poche ore prima della cena di festa, il marito la chiamò: «Dobbiamo parlare».

Giulia era in piedi nella cucina del suo appartamento a Firenze, sistemando con cura i tovaglioli su una tavola imbandita per la cena del decimo anniversario di matrimonio con Marco. Voleva che tutto fosse perfetto: le candele, il suo vino preferito, il profumo del pesce al forno che riempiva la casa. Ma quando il telefono squillò, il cuore le si strinse. Lo schermo mostrava il nome di Marco. «Giulia, dobbiamo parlare», disse lui, con una voce fredda e distante. In quel momento, intuì che qualcosa di terribile stava per accadere. Non sapeva ancora che quella chiamata le avrebbe stravolto la vita, ma sentiva già crollare tutto ciò che aveva costruito negli anni.

Marco era stato la sua roccia, il suo amore, colui con cui aveva condiviso sogni e difficoltà. Si erano conosciuti all’università, sposati giovani, e insieme avevano cresciuto la loro figlia, Sofia. Giulia gli aveva sempre creduto, anche quando lavorava fino a tardi o partiva per viaggi di lavoro. Era orgogliosa di lui, diventato caporeparto in un’azienda importante, con un carisma che apriva ogni porta. Ma in quel momento, con il telefono in mano, ricordò quei piccoli dettagli che aveva ignorato: il suo sguardo assente, le risposte brevi, le chiamate misteriose che interrompeva. Il nome “Elena” le tornò in mente come un’ombra che aveva cercato di non vedere.

Elena era stata una sua collega due anni prima. Giulia l’aveva incontrata un paio di volte durante una festa aziendale: alta, con un sorriso sicuro e uno sguardo che si posava su Marco un attimo in più del necessario. Allora, Giulia aveva scacciato la gelosia con un pensiero: «Solo una collega, niente di che». Marco le aveva detto che Elena si era licenziata e trasferita in un’altra città. Ma ora, ascoltando il suo respiro pesante al telefono, capì che Elena non se n’era mai andata davvero. «Non volevo che finisse così, Giulia», iniziò lui, e ogni parola fu come un pugno. Le confessò che da un anno la tradiva con Elena, che lei era tornata a Firenze, che lui si era «perso». Giulia tacque, sentendo il terreno mancarle sotto i piedi.

Non ricordò come riattaccò. Non ricordò come spense il forno, come tolse le candele dalla tavola, accese quella mattina con speranza. I suoi pensieri vorticosi la travolgevano: «Come ha potuto? Dieci anni, Sofia, la nostra casa… e tutto per lei?» Seduta sul divano, stringendo la loro foto di nozze, cercava di capire quando la sua vita era diventata una menzogna. Ripensò a quando Marco l’aveva abbracciata la settimana prima, quando aveva promesso a Sofia una gita in montagna. E intanto era stato con un’altra. Il tradimento le bruciava dentro, ma la cosa peggiore era rendersi conto che non aveva visto niente, perché si fidava. Lo aveva amato così tanto da diventare cieca.

Quando Marco tornò a casa, Giulia lo aspettò in silenzio. Gli ospiti non erano arrivati—aveva annullato la cena, incapace di fingere. Lui sembrava in colpa, ma non distrutto. «Non volevo ferirti, Giulia. Ma con Elena… è diverso», disse, e quelle parole la spezzarono. Non urlò, non pianse—lo guardò solo come se fosse un estraneo. «Vattene», sussurrò alla fine, con una voce più ferma di quanto si aspettasse. Marco annuì, prese la borsa e uscì, lasciandola sola in un appartamento vuoto, dove ancora aleggiava il profumo di una festa che non c’era mai stata.

Passò un mese. Giulia cercò di vivere per Sofia, che ancora non conosceva tutta la verità. Sorrideva alla figlia, le preparava la colazione, ma di notte piangeva, chiedendosi sempre: «Perché non sono stata abbastanza?» Gli amici la sostenevano, ma le loro parole non potevano guarire la ferita. Seppe che Marco ed Elena ora vivevano insieme, e quella notizia fu un altro colpo. Ma nel profondo, sentiva crescere qualcosa di nuovo—la forza. Non si era spezzata. Aveva annullato quella cena, ma non la sua vita.

Oggi Giulia guarda al futuro con una speranza cauta. Si è iscritta a un corso di design, sognato da giovane, passa più tempo con Sofia, ha imparato a valorizzarsi. Marco la chiama, chiede perdono, ma lei non è pronta ad ascoltarlo. Elena, il cui nome un tempo era solo un’ombra, ora non ha più potere su di lei. Giulia sa che la sua vita non è lui, non è il loro matrimonio, ma è lei stessa. E quell’anniversario, che sarebbe dovuto essere una festa, è stato l’inizio di una nuova storia. Una storia in cui non vivrà più per le promesse degli altri.

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Era la sua ex collega: poche ore prima della cena di festa, lui chiamò dicendo “Dobbiamo parlare