Fingiamo di Non Essere in Casa per Evitare le Visite dei Nipoti
Non avrei mai creduto di pronunciare ad alta voce: «Non voglio che i nipoti vengano a trovarci». Mi vergogno persino a pensarlo. Ma ogni storia ha due facce, e forse, ascoltando la nostra, capirete perché io e mia moglie ci nascondiamo nel nostro stesso appartamento.
Ho 67 anni, mia moglie, Emilia, ne ha 65. Siamo diventati nonni presto: nostra figlia, Sofia, aveva appena 30 anni quando è diventata madre per la prima volta. La piccola Giulia è natae sembrava che una nuova giovinezza ci avesse investiti. Passeggiavamo con il passeggino ai Giardini della Villa Borghese, la accudivamo con affetto, compravamo giocattoli, la viziavamo. La felicità era tale che scherzavamo: «Siamo nonni giovani, ma così godiamo di tutto». Allora, sembrava una benedizione.
Poi arrivò il secondo bambinounaltra bambina, Beatrice. Lamammo allo stesso modo, le portavamo nei weekend, aiutavamo come potevamo. Sofia non chiedevaeravamo noi a insistere. Amiamo i nostri figli e i nostri nipoti. Ma poi arrivò il terzo parto gemelli. E improvvisamente, tutto cambiò.
Con i due maschietti, Matteo e Luca, la casa si trasformò in un caos. Non più weekend tranquilli, ma un vero e proprio asilo. Urla, corse, pianti continuiun disordine senza fine. Eravamo stanchi. Non di amare, ma di esaurimento. Io ero stato operato al cuore, e a Emilia i medici avevano proibito di sollevare pesi. Ma Sofia sembrava non notarlo. Chiamava per dire: «Stiamo arrivando», senza chiedere se fosse comodo. A volte si presentavano senza preavviso, come chi impone un obbligo.
Un giorno, vedendoli avvicinarsi al portone, mi avvicinai a Emilia e sussurrai: «Facciamo finta di non esserci». Lei annuì in silenzio. Spengemmo le luci, rimanemmo immobili. Bussarono, suonarono il campanello, provarono persino ad aprire con le chiavima ci nascondemmo come bambini spaventati.
Quando se ne andarono, Emilia pianse. Non di gioiadi amarezza. «Come siamo arrivati a questo?», chiese. E io non seppi risponderle.
Amiamo i nostri nipoti, ma non siamo un centro anziani con asilo gratuito. Vogliamo vivere i nostri giorni in pace, stare a volte solo noi due, leggere un libro, andare al Teatro alla Scala. Non siamo obbligati a fare i babysitter a tempo pieno.
Sofia si è offesa quando ha scoperto che eravamo a casa e non abbiamo aperto. Ha detto che siamo diventati egoisti. Ma io chiedo: è egoismo desiderare un po di silenzio e rispetto per il nostro tempo?
Scrivo questo non per giustificarmi. Solo per ricordare: invecchiare non è una condanna. Anche i nonni hanno diritto a riposo e limiti. Amare i nipoti non significa lasciarsi calpestare. Significa prendersi cura di loro, senza smettere di prendersi cura di noi.






