Fatevi spazio, vivremo qui almeno dieci anni
La suocera resta in silenzio per qualche istante, poi dice:
Eh, Giovanna, ma Valeria è proprio una donna di carattere… Quando si mette qualcosa in testa, non la smuovi più. Cerca di capirla anche tu: vuole che Nadia possa studiare, che abbia unistruzione…
E a spese mie? Giovanna si ferma davanti allo specchio.
Dallo specchio la osserva una donna pallida, i capelli spettinati.
Signora Tamara, fermi tutto. Chieda loro di scendere alla prima fermata e di tornare indietro. Io non le vado a prendere. Lappartamento non glielo dò.
Come faccio a fermarle? la suocera ha un tono di panico. Sono già in viaggio. Valeria ha fatto un mutuo per luniversità, non hanno nemmeno un euro per lalloggio, poverine.
Speravano proprio nellaiuto tuo, Giovanna. Dai, manda via gli inquilini, che ti costa? Sono sangue del tuo sangue…
Sangue del mio sangue? Io questa Nadia, vostra nipote, lho vista due volte in vita mia! Dovrei buttare per strada delle persone, togliere ai miei genitori la loro unica entrata, negare a mia figlia i suoi corsi Questo solo perché tua sorella ha deciso così?
Il telefono vibra in tasca. Senza togliersi il cappotto, Giovanna prende in mano lo smartphone. È un messaggio di Valeria, la sorella della suocera:
«Ciao Giovanna! Siamo già in treno. Il biglietto è quello delle 19:40, domani mattina arriviamo a Termini. Vieni a prenderci, io e Nadia.
Mandami lindirizzo del tuo bilocale, che laltra volta non labbiamo segnato. Dove ritiriamo le chiavi?»
Giovanna rimane di ghiaccio. Legge il messaggio tre volte, sperando di aver capito male. Quale bilocale? Quale Nadia?
Mamma, che fai lì impalata? si affaccia Lucia dal corridoio Ho fame…
Arrivo, tesoro, Giovanna le carezza la testa, senza staccare lo sguardo dal telefono.
Chiama Valeria. Rispondono subito: in sottofondo il ticchettio delle ruote del treno e delle risate isteriche.
Pronto, Giovanna! la voce della zia è tutta una gioia forzata. Hai letto che sorpresa? Così non ti stressi per cucinare, ci portiamo tutto noi!
Valeria, aspetta la blocca Giovanna Non ho capito niente! Dove state andando?
Dove vuoi che andiamo? A Roma! Nadia è stata ammessa, te lho detto già questa primavera. Non era nei posti gratuiti, ma almeno studia in privato.
Abbiamo fatto le valigie, ormai veniamo a sistemarci nel tuo appartamento.
Nel mio cosa? Giovanna sente la schiena contro il muro Nellappartamento che affitto da sei anni? Ma vi rendete conto?
Valeria, state scherzando?
Ma dai! la voce di Valeria si fa seccata. Ti ricordi? Sei anni fa, quando tua nonna ti lasciò quel bilocale, eravamo a tavola tutti insieme. Avevo detto: «Ecco, Nadia un giorno avrà dove stare a Roma, quando studierà». E tu non hai detto niente! Noi su questo abbiamo contato tutti questi anni.
Non ho detto niente perché mi sembrava uno scherzo assurdo! urla quasi Giovanna. Non era mia intenzione ospitare nessuno.
Lì ci abita una famiglia in affitto, con un bambino. Siamo regolari, pagano sempre. Io con quei soldi aiuto i miei genitori pensionati e pago i corsi di Lucia.
Come vi è saltato in mente di prendere il biglietto senza dirmi niente?
Perché siamo parenti! esclama Valeria. O a Roma vi siete dimenticati le buone maniere?
Vuoi lasciare tua nipote abbandonata in stazione? Hai avvisato tuo marito? Sa che cacciate i suoi parenti per strada?
Mio marito è in trasferta vicino Novara, prende la linea a singhiozzo, se va bene. E comunque questa è casa mia, Valeria. Mia soltanto. Capito?
Comprata da mia nonna, lasciata a me. Edoardo non centra niente.
Ah, così parli? Nadia, senti, la moglie di tuo zio non ci vuole nemmeno vedere! Arriviamo e poi ne parliamo.
La linea cade. Giovanna resta di sasso.
Lucia, vai in cucina, cè il pasticcio in frigo. Scaldatelo da sola, grida alla figlia e con le mani tremanti chiama la suocera.
Tamara risponde dopo un po.
Sì, Giovanna, dimmi pure.
Signora Tamara, lo sapeva che sua sorella e la figlia stanno venendo a Roma per sistemarsi a casa mia?
Eh Valeria aveva accennato Pensavo foste già daccordo borbotta lei.
Con chi sarei stata daccordo? Giovanna cammina a passi nervosi per il corridoio. È da sei anni che affitto quella casa.
La metà dei soldi la mando ai miei per le medicine. Sa quanto è dura con una pensione italiana. Laltra metà è per i corsi di Lucia.
Perché non ha detto chiaramente che era impossibile?
Non urlare con me, e la voce della suocera si incrina Io non centro niente. Risolvetevela tra voi.
Ma non chiami Edoardo, ti prego, che già lì è sotto pressione con il lavoro.
Giovanna molla il telefono sul divano. Suo marito cerca sempre di tenersi lontano dai litigi in famiglia, ma quando si tratta di sua madre o di sua zia cede sempre.
Dai, Giovanna, loro vengono dalla provincia, non hanno idea della vita in città dice di solito. Meglio cedere…
Prova a telefonare a Edoardo. Il numero chiamato non è raggiungibile. Chiaro, quando serve sparisce sempre.
***
Scoppia il caos. Valeria inizia a tempestarla di chiamate già dalle cinque del mattino, urlando che Giovanna deve andare subito a prenderle.
Siamo stanche, ci serve da mangiare! E qui fa freddo, ci stiamo congelando. Hai ancora il coraggio di dormire? Svegliati! Muoviti! Tra quindici minuti voglio vederti!
Giovanna ancora intontita dal sonno non capisce subito chi le parla. Appena realizza, risponde secca:
Lasciatemi in pace! Io non vengo da nessuna parte, e a casa mia non vi faccio entrare. Basta. Ho davvero perso la pazienza.
Dopo la decima chiamata, mette il numero di Valeria nella black list.
Valeria richiama dal numero della figlia, anche quello bloccato.
Per tutto il giorno, la suocera riempie di messaggi e telefonate Giovanna: piagnistei, rimbrotti, suppliche, minacce di raccontare tutto al figlio
La sera, Edoardo rientra a sorpresa dalla trasferta.
Che è successo? chiede appena entra in casa Mia madre piange, dice che hai buttato tua zia fuori.
Giovanna lo abbraccia e gli spiega:
Sono arrivate senza dire niente. Hanno preteso che cacciassi gli inquilini e che Nadia ci abitasse gratis, per almeno cinque anni.
Edoardo, ma è normale, secondo te? Un po di decenza non cè più?
E comunque adesso sono già comode a casa tua madre, vero?
E tu perché sei tornato?
Mi ha chiamato mia madre in lacrime, sospira E pure tua zia non smetteva di chiamarmi…
Giovanna, magari potremmo dare comunque una mano? Finché non trovano un alloggio…
Giovanna scuote la testa:
Edoardo, non troveranno lalloggio perché non hanno nemmeno fatto domanda per un posto in collegio. Valeria era convinta che lappartamento ci fosse già il mio!
Hai capito quanto sono arroganti? Non hanno cercato neanche unalternativa, sono salite sul treno dirette al loro bilocale.
Mia madre giura che sei stata daccordo sei anni fa…
Ho lasciato correre quel giorno del funerale, Edoardo. Mi sembrava una follia, non era il momento.
Tua zia è fuori di sé. Ha detto che siamo morti per lei. Pensa, nemmeno a casa di mia madre sono rimaste: troppo lontano dalluniversità.
Ho mandato diecimila euro a Valeria, pare che qualcosa abbiano trovato…
Menomale! Giovanna batte il pugno sul tavolo. Ottima notizia. Non mi attaccherò nemmeno per quei soldi. Che stiano per conto loro, benissimo!
Edoardo sospira e guarda a terra.
Giovanna, hanno preso una stanza in una casa condivisa. Valeria urla che ci sono scarafaggi e vicini rumorosi.
Che si abitui. Se vuoi vivere nella capitale, ti devi arrangiare, non aspettare miracoli da parenti che non vedi mai. Tra laltro, mai una volta che abbiano fatto gli auguri di compleanno a Lucia!
Giovanna si volta ed entra in camera, Edoardo la segue.
Giovanna, ma che figura ci facciamo? Sembra davvero che li abbiamo lasciati al loro destino.
E se succede qualcosa? Magari i vicini fanno problemi, o se la prendono con loro?
Non ti dispiace per tua zia?
Giovanna si gira di scatto:
Edoardo, ho una figlia, ho dei genitori a cui tengo e cè lappartamento che mia nonna si è sudata lavorando una vita.
Non lo lascio a chiunque solo perché ha deciso da qualche paesino, magari a seicento chilometri, che se lo merita più di me.
Perché dovrei avere pietà, spiegami?
Il marito tace, Giovanna continua:
Vuoi cenare? Scaldo io. E chiudiamola qui. Se vuoi aiutarle, fallo col tuo stipendio.
Lappartamento resta in affitto. Non mando via nessuno. Punto.
Va bene. Hai ragione. Nemmeno io sarei contento se i tuoi decidessero di piazzarsi nella casa al lago dei miei, dicendo: Fateci strada, restiamo qui dieci anni.
Dopo cena, mentre Edoardo è sotto la doccia, Giovanna guarda il telefono. Un messaggio della suocera, ancora non letto:
«Giovanna, non si fa così. Valeria sta male per tutti questi nervi. Portale almeno un po di spesa.
Prendi roba a sufficienza per qualche settimana: carne, frutta, verdura, cioccolatini, caffè, tè, prodotti per ligiene, olio doliva.
Anche un po di pesce. Niente cibo in scatola, Valeria non lo mangia. Lindirizzo è:».
Giovanna blocca anche la suocera. Almeno per qualche giorno, starà tranquilla.
***
La notte scorre relativamente tranquilla. Niente chiamate dai parenti.
Valeria bussa allalba, alle sette precise.
Giovanna si sveglia di soprassalto per il trambusto alla porta.
Edoardo dorme, così apre lei.
La zia la investe subito:
E tu dormi, eh, col piumone nel letto pulito? Non ti interessa sapere come abbiamo passato la notte io e Nadia?
Uno schifo! Scarafaggi sulla testa, la stanza gelida e sporca, il pavimento duro!
A destra, uno che tutta la notte urlava Bella ciao, a sinistra litigavano a squarciagola.
Ma tu hai coscienza? Lasceresti i tuoi parenti in condizioni così pessime?
Ah, guarda, io non voglio litigare. Non vuoi cacciare i tuoi inquilini? Pazienza! Allora io e Nadia ci trasferiamo da te!
Avete tre camere, una la troveremo. E pure che sia grande, siamo in due!
Non ti preoccupare, resto poco. Tre o quattro mesi, forse mezzo anno.
Poi torno a casa, quando mia figlia si sarà ambientata.
Giovanna rimane basita.
Dimenticatevi la strada di casa mia! Non roviniamo del tutto i rapporti.
Volete che chiami i carabinieri? Lo faccio. Ma non capisco che vi serve questo stress.
Valeria si fa rossa in volto, Giovanna quasi si spaventa.
Tu Tu Ti possa andare tutto storto, romana viziata!
Che tua figlia faccia la donna delle pulizie a vita!
Aspetta, che te la farò pagare.
Il mondo è tondo, la cattiveria scivola!
Verrà il giorno in cui avrai bisogno di me. Questo non te lo perdonerò mai!
Giovanna le chiude la porta in faccia. Zia Valeria resta ancora qualche minuto a urlare nel pianerottolo, poi se ne va.
***
La lite con Valeria ha rotto ogni rapporto con la suocera Tamara non le rivolge più la parola.
Edoardo ogni tanto va a trovare la madre, le dà una mano, porta pure la nipote, ma Tamara non entra più nellappartamento del figlio.
Giovanna, alla fine, quasi si rallegra di avere un problema in meno.






