Fiducia Infranta: Un Racconto di Tradimento Imperdonabile

Fiducia Tradita: una storia di un tradimento imperdonabile

— Oh, Larissa! Ciao, cara… — la suocera si bloccò sulla porta, sorpresa. — Ti aspettavamo dopodomani.
— Buonasera, Valentina… — rispose Larissa con calma, abbracciandola. — Ho dovuto rientrare prima, il lavoro mi richiama lunedì e mi hanno ridotto le ferie. Mio marito e mio figlio sono qui?

La suocera esitò un attimo.
— Massimo sì, ma Anton… è andato a riaccompagnare una sua collega, Lisa. Non vi siete sentiti?

Fu il turno di Larissa di stupirsi.
— Non rispondeva al telefono. E chi è questa Lisa, se posso sapere?

— Niente di che… — bofonchiò Valentina. — Anton aveva portato Massimo per il weekend, e Lisa… era rimasta in macchina. Io… l’ho invitata a prendere un tè con la torta.

— Certo, come no… E dove sono adesso? Sono partiti da molto?
— Due ore fa — rispose la suocera, abbassando lo sguardo.
— Magnifico — replicò Larissa gelida, dirigendosi verso il figlio.

Dentro di sé ribolliva di rabbia. Abbracciò Massimo, di cinque anni, lo prese con sé e, dopo un frettoloso saluto, tornò a casa. Durante il viaggio, il bambino chiacchierava felice:
— Io, papà e zia Lisa abbiamo mangiato il gelato, siamo stati sulle giostre e siamo andati dalla nonna! È stato bellissimo!

Larissa annuiva, ma i suoi pensieri vorticavano come in un temporale. Per la prima volta in dieci anni, era partita da sola per un breve soggiorno termale, un premio per i suoi anni di lavoro. Aveva finalmente l’occasione di curare i suoi problemi di salute, il gastrite e l’ulcera che la tormentavano da anni. Anton le aveva detto:
— Vai, tranquilla. Mia mamma ci aiuterà, ce la farò.

Aveva esitato, ma lui l’aveva convinta. E ora suo figlio parlava di una dolce serata con “zia Lisa”. Quella stessa Lisa di cui lei ignorava l’esistenza, e che già si trovava a bere il tè con sua suocera e a giocare con suo figlio.

A notte fonda, squillò il telefono.
— Larissa, ciao… Il telefono era scarico, scusa… — borbottò Anton.
— Ciao. Dove sei?
— Da mamma. Siamo rimasti a dormire con Massimo. Dormono tutti…

— Davvero? Strano, io invece sono a casa. Massimo sta nella sua cameretta, e tu non ci sei. Per caso sei nell’armadio?

La voce era controllata, ma carica di furia.
Anton tacque, poi chiuse la chiamata.

Quaranta minuti dopo, era sulla porta di casa.
— Non cominciare con le scenate. Ormai lo sai… Sì, c’è Lisa.
— Hai perso la testa?! L’hai portata da tua madre?! Hai lasciato che mio figlio passasse del tempo con lei?!
— Volevo capire se poteva integrarsi. Con i miei genitori, con Massimo…

Larissa vacillò, come se la terra le mancasse sotto i piedi. Non era un incubo. Era la sua realtà.
— Quindi… vuoi inserire la tua amante in famiglia? E poi? La presenti anche a me?

— Non esagerare. Non sapevo che saresti tornata.
Le lacrime le bruciarono gli occhi. Non per il tradimento. Ma perché non c’era pentimento. Parlava come se stesse scegliendo un nuovo mobile.

Lui andò a dormire.
Il mattino dopo, Larissa portò Massimo all’asilo e si recò dalla suocera.
— Valentina, ditemi una cosa sola: perché mi avete fatto questo? Cosa vi ho fatto di male? Mi sono presa cura di voi quando vi siete rotta la gamba, ho preparato le conserve per la vostra casa in campagna. Perché mi avete tradita?

La donna abbassò lo sguardo.
— Scusami. Prima della tua partenza non sapevo nulla. Poi… non ho saputo dire di no ad Anton. È mio figlio…

— E io cosa sono? — sussurrò Larissa.
Non ottenne risposta. Si voltò e se ne andò.

Quella sera, Anton tornò a casa.
— Credo sia chiaro che ci divorzieremo. Parliamo di come dividere l’appartamento.
— Quale appartamento? Quello che mio padre mi ha lasciato un mese prima del nostro matrimonio?
— Ma io ci ho messo soldi per i lavori…
— Soldi tuoi? O dei tuoi genitori? Consideratela un’investimento per il futuro di vostro nipote.

La sua faccia si contorse.
— Metà è mia!
— Scordatelo — rispose lei, decisa. — Dopo quello che hai fatto, non c’è niente da dividere.

Anton iniziò a urlare, a insultarla, cercando le parole più crude. Larissa si appoggiò al muro, tremante. Massimo si svegliò e corse fuori, spaventato. Questo la salvò. Con il bambino presente, lui non osò continuare. Se ne andò.

Lui avviò il divorzio. Non riuscì a ottenere l’appartamento.

Passò un anno.
All’inizio, Massimo andava dal padre. Poi smise — Lisa, la nuova moglie di Anton, non lo accettava. Neppure con la suocera andava d’accordo.

Larissa decise: era ora di voltare pagina. Vendette l’appartamento e si trasferì a Rimini. Proprio dove si trovava quel centro termale. Lì, voleva ricominciare. E per la prima volta, solo per se stessa.

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