Figlia manda la madre in casa di riposo, poi scopre che il fratello le ha comprato una casa personale.

L’avidità, mascherata da premura, spesso si rivela un tradimento. E se qualcuno crede che i legami familiari siano una garanzia d’amore e fedeltà, questa storia sarà come un secchio d’acqua gelata gettato su tali ingenue illusioni.

Teresa Lombardi era sempre stata una donna umile e di buon cuore. La vita non le aveva risparmiato le difficoltà: rimasta vedova presto, aveva cresciuto da sola due figli, la figlia Giulia e il figlio Matteo. Lavorava come infermiera in un ospedale, senza mai lamentarsi né chiedere aiuto. Tutto quel che aveva, lo donava ai figli, convinta che avrebbero reso la sua vecchiaia serena e felice.

A 73 anni, la salute cominciò a tradirla. Il cuore faceva capricci, le gambe cedevano, la pressione ballava. Giulia propose alla madre di vendere la vecchia casa in campagna e trasferirsi da lei in città.

“Mamma, non puoi restare sola in quel paesino sperduto. Da noi sarà più caldo, avrai i nipoti intorno ogni giorno,” diceva la figlia, sorridendo con un’espressione tesa.

Teresa credette. Vendette la casa, diede i soldi alla figlia — per la ristrutturazione, per il “futuro insieme”. E si trasferì.

Le prime settimane sembravano una favola: la comodità, i nipoti, le cene in famiglia. Ma ben presto Giulia cominciò a infastidirsi per ogni cosa: l’odore della vecchiaia, i consigli, le richieste di abbassare la TV. Ogni parola di Teresa divenne un’invasione.

“Mamma, devi capire che sei anziana. Hai bisogno di cure. Ho trovato una bella casa di riposo. Ci sono medici, terapie, giardini… e nessuno ti sgrida.”

E così portò la madre nella residenza per anziani. Senza lacrime, senza spiegazioni. La registrò come soggiorno temporaneo — e non tornò più.

Ma Teresa aveva anche un figlio — Matteo. Viveva in un’altra città, veniva raramente, ma la madre ne parlava sempre con affetto: “Matteo ha un cuore grande. Non mi dimenticherà.” E non si sbagliava.

Un giorno Matteo arrivò senza avvisare — voleva farle una sorpresa. Ma la madre non c’era. I vicini gli raccontarono tutto: come l’avessero portata via, venduto la casa, come la figlia avesse gestito il denaro di Teresa.

Matteo partì di corsa per la casa di riposo. Vide sua madre, un tempo donna vitale e luminosa, ora curva su una panchina, con lo sguardo vuoto. Il cuore gli si strinse.

“Mamma… com’è potuto succedere?” Cadde in ginocchio davanti a lei. “Tu non meriti questo…”

Piansero. Lei per il dolore e la vergogna. Lui per il senso di colpa e la rabbia. E allora Matteo decise: l’avrebbe portata via con sé, strappandola a quella tristezza.

Un mese dopo, Teresa entrò in una casa nuova — una villetta semplice ma accogliente, alla periferia del paese. Profumava di torta di mele e aria fresca. In giardino fiorivano le rose, e le tende danzavano sulla veranda.

“Mamma, ora questa è casa tua. Qui comandi tu. E noi saremo sempre vicini.”

La moglie di Matteo abbracciò la suocera dicendo: “Per noi sei come una seconda madre. Ci prenderemo cura di lei.”

E tutto sarebbe andato per il meglio, se non fosse arrivata Giulia. Si presentò alla casa di riposo per prendere la “sua parte” — così chiamava la pensione misera della madre, che prelevava con la scusa delle “difficoltà economiche”.

Ma le dissero che Teresa non c’era più. La donna andò nel panico. Scoperto il nuovo indirizzo, si presentò con lacrime finte e lamenti:

“Mamma, siamo nei guai. Non abbiamo soldi. Mio marito rischia il licenziamento. Tu sei pur sempre mia madre…”

Ma ad accoglierla non fu lo sguardo rassegnato di un’anziana, bensì la voce ferma del fratello:

“Giulia, non osare tornare qui. La casa è mia. Mamma vivrà qui. E se stai così male, torna al tuo paese e ricomincia da zero. Se vuoi aiuto, prova a iscriverti in una casa di riposo, no? Lì, come dicevi tu, c’è assistenza e premura.”

“Come ti permetti! Io sono sua figlia!”

“Tu? Quella che l’ha abbandonata quando ne aveva più bisogno? Non avvicinarti mai più. Se ti rivedo qui, te ne pentirai.”

Giulia si voltò e se ne andò. Senza lacrime. Senza rimorsi. Solo con uno sguardo che avrebbe potuto incenerire.

Quella sera, Teresa sedeva sulla poltrona accanto alla finestra, una tazza di tè tra le mani, e per la prima volta dopo anni sentiva di non essere un peso. Di essere amata. Di essere necessaria.

Matteo si avvicinò, le coprì le spalle con una coperta e le baciò la testa:

“Tutto a posto, mamma. Ora andrà diversamente. Te lo prometto.”

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

1 × four =

Figlia manda la madre in casa di riposo, poi scopre che il fratello le ha comprato una casa personale.