Fino Alla Fine

**31 Ottobre**

Elena fissò di nuovo la tavola vuota. Lorologio segnava già le nove di sera, e di Vittorionessuna telefonata, nessun messaggio. “Ancora una volta è rimasto a lavoro,” pensò, anche se non credeva alla sua stessa bugia.

Nellultimo mese, questi “ritardi” erano diventati troppo frequenti. Allinizio, erano una volta ogni due settimane. Poi, settimanali. Ora sembrava che suo marito avesse smesso del tutto di tornare a casa in orario.

Elena ricordava perfettamente come era iniziato tutto. Allinizio, Vittorio diceva che cera una crisi in ufficioprogetto importante, scadenze strette. Lei gli credeva e aspettava fino a tardi.

Poi le scuse erano diventate sempre più assurde. Lunedì, laveva chiamata dicendo che era rimasto bloccato nel parcheggio perché un bulldozer stava spalando la neve e non lo lasciava uscire. Elena aveva taciuto, ma lo aveva osservato attentamente. Sapeva benissimo che nel suo ufficio cera un parcheggio sotterraneo, dove neanche dieci bulldozer sarebbero potuti entrare.

Mercoledì, aveva avuto “una riunione importante”, anche se nella sua azienda quasi non si tenevano incontri. E quando succedeva, erano su Zoom la mattina.

Ieri, era arrivato con la scusa migliore: era rimasto in ufficio perché gli faceva male lo stomaco ed era rimasto in bagno più di unora.

Elena non era stupida. Capiva che Vittorio nascondeva qualcosa. E non voleva strappargli la verità con la forza. Ma cosa poteva essere?

“Come ti senti?” gli chiese, cercando di sembrare calma e premurosa.

Vittorio, appena entrato in casa, si lasciò cadere sul letto e sospirò pesantemente.

“Non benissimo,” rispose, massaggiandosi lo stomaco. “Ho pranzato in una tavola calda, credo di essermi intossicato”

“Oh, che terribile. Immagino quanto ti faccia male,” disse Elena con una voce esageratamente compassionevole, osservando la sua reazione. “Dai, ti porto un medicinale. Aiuta molto.”

“No!” sbottò Vittorio allimprovviso, ma si rimise subito giù, realizzando di aver quasi urlato.

“Cosa cè?” si stupì Elena.

“I ragazzi dellufficio mi hanno dato delle pastiglie. Non ricordo il nome, ma mi hanno aiutato.”

“Ah, bene. Se dici così,” replicò Elena, alzando le spalle. “Ma la prossima volta ricordati il nome, non si sa mai cosa hai preso”

“Hai ragione,” sorrise teso Vittorio. “Vado a farmi una doccia e mi metto a letto, mi sento un po fuori posto.”

“Certo,” disse Elena, accarezzandogli la guancia prima di uscire dalla camera.

Appena Vittorio entrò in bagno, Elena corse in cucina. Rimase in piedi accanto al tavolo, stringendo nervosamente il telefono di suo marito. I suoi occhi scannerizzarono lo schermo. Messaggi, chiamate, Messengerniente di sospetto. Ma poi le venne in mente di controllare lapp della banca.

“Bonifico: 5.000 euro a Angela R.,” lesse Elena tra sé, e tutto il suo corpo si contrasse. Sentì Vittorio chiudere lacqua. Chiuse tutte le schede in fretta e riportò il telefono in camera.

“Non devo farmi prendere dal panico, non devo farmi prendere dal panico,” si ripeté come un mantra. “Chi diavolo è Angela R.?”

Provò a ricordare. Una collega? La contabile?

Quella notte, il sonno non arrivò. Elena si agitò nel letto enorme, che ora sembrava vuoto e freddo. Vittorio dormiva tranquillo accanto a lei, senza sospettare che sua moglie fosse divorata dai pensieri. A un certo punto si addormentò, ma anche nel sogno la perseguitarono immagini angoscianti, frasi spezzate.

Il risveglio fu brusco, come dopo uno shock.

“Angela!” Il nome le esplose nella mente come un coltello. Lex di Vittorio, di cui lui parlava raramente, definendola “uninfatuazione adolescenziale”.

Elena si sedette sul letto, sentendo il sudore freddo scorrere sulla schiena. Ora tutto cominciava ad avere un senso: i ritardi, le scuse deboli, le “intossicazioni”. E ora anche quella grossa somma di denaro

Si prese la testa tra le mani, cercando di calmare il tremore.

“Infatuazione adolescenziale” le rimbombava nella mente.

Non riuscì a riaddormentarsi. Rimase sveglia fino allalba, fissando Vittorio, cercando di mettere insieme i pezzi del puzzle.

Era ormai chiaro che Angela era la sua ex. Ma che legame potevano avere ancora dopo tutti questi anni? E perché le aveva mandato tutti quei soldi?

Si alzò dal letto senza svegliarlo. In cucina, si preparò un caffè e prese un taccuino. Doveva fare un piano.

“Cosa faccio?” La domanda le martellava le tempie.

Parlargli direttamente? Ma lui mentivauna semplice conversazione non gli avrebbe strappato la verità.

Assumere un investigatore? Sembrava eccessivo. Non sapeva nemmeno dove trovarne uno.

Cercare Angela da sola?

Sapeva che non poteva aspettare. Ogni giorno di ritardo poteva peggiorare la situazione. Ma come agire senza che Vittorio se ne accorgesse?

Decise di iniziare dal semplicecontrollare i suoi social media. Forse avrebbe trovato indizifoto vecchie, ricordi, amici in comune

Aprì il laptop e iniziò a scorrere la sua pagina. La maggior parte delle foto erano recentifamiglia, lavoro, vacanze. Ma, in fondo, trovò alcune immagini più vecchie. In una, Vittorio, con i capelli più lunghi, era accanto a una ragazza. Elena osservò attentamente il volto della sconosciuta.

Era Angela. Lex di cui parlava Vittorio.

Chiuse il laptop e inspirò profondamente. Ora sapeva di avere due opzioni: chiudere gli occhi e continuare la vita, rischiando di finire in una situazione ancora peggiore, o scoprire la verità, per quanto dolorosa potesse essere.

La scelta era ovvia. Doveva sapere. E lavrebbe scoperto, a qualsiasi costo.

Quella sera, Elena era in salotto, torcendosi nervosamente il telefono tra le mani. Aveva già preparato un discorso per una conversazione seria, quando la porta si aprì.

“Dobbiamo parlare,” disse Vittorio direttamente dallingresso. La sua voce era tesa e stanca.

“Anche io volevo parlare con te,” iniziò Elena, ma lui

**E alla fine, Elena capì che a volte perdonare non significa dimenticare, ma scegliere di andare avanti insieme, anche con le ombre del passato.**

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

two × one =

Fino Alla Fine