**Frammenti di felicità**
Matteo ricevette una chiamata da sua madre — gli chiedeva di appendere una mensola in cucina. Il giorno dopo, si fermò a casa sua, ma lei non c’era. L’appartamento era aperto con la sua chiave. La mensola era lì, come promesso, ma il trapano… Dov’era finito? Forse nella soffitta, piena di vecchie cianfrusaglie.
Salì su una sedia, aprì lo sportello — ed eccolo là, il trapano! Tirò il cavo, che si era impigliato, e il trapano scivolò, urtando un vaso. Si frantumò in mille pezzi. Matteo imprecò, sapendo quanto sua madre lo amasse. Raccolse i frammenti, appese la mensola e se ne andò. Al telefono, promise a sua madre che le avrebbe comprato un vaso nuovo per l’8 marzo. Ma non la mollò facilmente — lei si lamentò a lungo.
Passò il tempo, ma un vaso uguale era introvabile. L’ultimo sabato prima della festa, Matteo lo vide… tra le mani di una ragazza. Il commesso gli disse che era l’ultimo pezzo. Matteo si avvicinò, si scusò e raccontò la verità: aveva rotto il vaso, e sua madre non lo avrebbe perdonato senza una sostituzione.
La ragazza, di nome Beatrice, dopo una pausa sorrise e gli porse il vaso. «Prendetelo, salvatevi dai rimproveri di vostra madre.» Ne scelse un altro, e Matteo prese quello desiderato.
Uscendo dal negozio, iniziarono a parlare. Lui fece una battuta, lei rise. E poco dopo, la invitò a casa — per l’8 marzo, da sua madre. Beatrice si stupì, ma accettò.
Il giorno dopo, si presentarono insieme. La madre di Matteo fu entusiasta del regalo e ancora di più di Beatrice. «Vedi, figlio mio, tutto succede per un motivo — senza quel vaso rotto, non avresti incontrato una ragazza così bella», rise.
Da quel giorno, la vita di Matteo cambiò. Lui e Beatrice passavano sempre più tempo insieme, passeggiando nei parchi, parlando di libri e film, sognando progetti. La presentò a sua figlia, venuta in vacanza, e per fortuna andarono d’accordo subito. Lei era commossa dalla gentilezza di Matteo e dalla sua attenzione. La madre ripensava spesso a quel giorno, dicendo che il vaso rotto era un segno del destino. Anche Beatrice si meravigliava di come un incontro casuale potesse portare a un legame così profondo.
Dopo sei mesi, si sposarono. La cerimonia fu semplice, ma piena d’affetto. La madre di Matteo brindò, ringraziando ancora una volta il destino per quel vaso rotto. E Matteo, guardando sua moglie, sapeva di aver trovato quella che aspettava da sempre. Ogni volta che passava davanti a quella mensola, sorrideva ripensando a come un vaso in frantumi lo avesse portato alla felicità che non osava neppure sperare.