Fuggendo dal marito in un villaggio abbandonato, cadde in una trappola per orsi e pensò che fosse la fine, perdendo conoscenza…
Quando si risvegliò in una stanza sconosciuta, Bianca gemette debolmente. La testa le girava come se l’avessero colpita, e la memoria sembrava svanita nel nullanon ricordava cosa fosse successo né come fosse finita lì. Il corpo le doleva, come dopo un lungo riposo forzato, e si rifiutava di obbedirle. Tentando di alzarsi, con orrore capì che era legatabraccia e gambe strette da corde. La panica la travolse, e cominciò a divincolarsi sul letto, facendolo scricchiolare.
“Finalmente ti sei svegliata,” risuonò una voce gelida. “Niente paura. Resterai qui ancora un po. Capirai quanto hai sbagliato, e poi ti lascerò andare. Torneremo a casa insieme.”
In quel momento, Bianca ricordò tutto. Aveva patteggiato il divorzio con suo marito, Luca. Lui aveva accettato, ma poiil colpo. Non aveva mai intenzione di lasciarla andare. “Sei mia,” le diceva. “E se non lo capisci, te lo farò capire io.” Ma Bianca non poteva più sopportare i suoi continui tradimenti. Dopo il primo, aveva perdonato, dandogli una seconda chance. Dopo il secondo, no. Lamore si era spento da tempo, lasciando solo paura e disgusto per una relazione tossica, dove uno soffriva di ossessione e laltro di solitudine.
“Lasciami andare,” sussurrò tremante. “Non cambierà niente. Non puoi costringermi ad amarti. Luca, ti prego…”
“Rassegnati. Ora sei nella fase del rifiuto, ma capirai che siamo fatti luno per laltra. Mi darai unaltra possibilità. E non hai scampo. Ricordi quando ti parlai del villaggio abbandonato dove vivevano i miei nonni? Qui non viene nessuno. Nessuno ti aiuterà. E non farmi arrabbiaresai cosa potrebbe succedere.”
Bianca rabbrividì. Negli occhi di Luca vedeva folliae questo la spaventava più di tutto.
Passarono dieci giornio forse di più?in quella casa. Luca la liberava solo per poche ore al giorno, controllando ogni suo movimento come un predatore. Bianca capiva: non era un uomo, ma un malato bisognoso di cure psichiatriche. Ma fingeva. Recitava sottomissione, speranza di riconciliazione, pur di tornare alla civiltà. Al lavoro nessuno lavrebbe cercatala sua capa voleva sbarazzarsi di lei dopo averla sorpresa con il marito. I genitori non cerano più, le amiche erano abituate alle sue lunghe assenze”marito geloso,” sospiravano, senza approfondire.
Un giorno, mentre Luca era distratto, lo colpì con una pesante statuetta. Cadde a terra privo di sensi, ma respirava. Bianca non aveva tempo per controllare se si sarebbe ripreso. Sapeva che, se si fosse svegliato, non avrebbe avuto scampo. Lui le aveva detto che sarebbero rimasti lì a lungo, e lei non poteva più vivere con un uomo la cui rabbia era come una bombapronta a esplodere da un momento allaltro.
Indossò tutto ciò che trovò in casa e fuggì nel freddo. Laria gelida le bruciò i polmoni, ma corse. Macchine, stradetutto era lontano. Aveva paura che Luca la seguisse, ma doveva scappare. La foresta, il ululato dei lupila terrorizzavano, ma meglio diventare preda di una bestia che prigioniera di un pazzo.
Le forze la abbandonarono. Non sapeva da quanto correva, né dove. Il pensiero di congelare o perdersi la tormentava. Poiun dolore acuto, un grido. La sua gamba era caduta in una trappola per orsi. Il sangue macchiò la neve. Bianca cadde, cercando di liberarsi, ma la morsa non cedette. Il dolore era insopportabile. La coscienza svanì.
Poiuna voce:
“Non arrenderti, principessa…”
Si risvegliò di nuovo in un luogo sconosciuto. Laria era pervasa dal profumo di un tè alle erbequalcuno glielo versava tra le labbra mentre perdeva i sensi.
“Dove sono?” sussurrò, sollevandosi.
“Ti sei ripresa?” risuonò una voce dalla porta.
Davanti a lei cera un uomocalmo, dagli occhi gentili, con un maglione di lana e pantaloni caldi.
“Mi ha salvato?”
“Ti sei salvata da sola. Hai lottato. Io ho solo aiutato.”
Si presentòMatteo. Le raccontò di averla trovata nella trappola, portata a casa sua, curata con antibiotici. Era stata in delirio per quasi una settimana. La trappola non aveva toccato losso, ma le ferite erano profonde. “Sei sopravvissuta. Questo è ciò che conta,” disse.
Viveva nella casa del guardaboschisuo nonno. Era venuto lì per riposarsi dalla città e continuare il lavoro del nonnorimuovere le trappole dei bracconieri.
“Ho fatto bene a cacciare quelluomo che è venuto qui,” aggiunse. “Un giorno dopo averti portata. Era come una bestiacercava qualcuno. Non temere. Se tornerà, non lo lascerò entrare.”
Bianca tremò. Luca era vicino. Ma ora si sentiva al sicuro.
I giorni passarono. Raccontò tutto a Matteoil matrimonio, i tradimenti, la fuga. Lui ascoltò in silenzio. Si aspettava di aver paura di tutti gli uomini dopo quellorrore, ma con lui era diverso. Si sentiva tranquilla. A suo agio. Lui non la opprimeva, non pretendeva, non accusava. Era semplicemente lì.
Dopo dieci giorni, poteva camminareanche se zoppicava leggermente. Matteo andò nel bosco, e lei decise di preparare la cenaper ricambiare la sua gentilezza.
Quando tornò, la vide ai fornelli.
“Ti avevo detto di riposare,” disse, scrollando la neve dai vestiti.
“Scusa… Volevo aiutare. Mi sentivo… inutile. Un peso.”
Lui si ammorbidì.
“Va bene. Aiutami, se vuoi. Cosa facciamo?”
Durante la conversazione, per la prima volta si aprì: due anni prima aveva perso la fidanzata in un incidente. Ogni anno veniva lìin quel luogo tranquilloper stare solo con il dolore.
“Mi dispiace,” sussurrò Bianca. “Ma la vita continua. Sono sicura che avrebbe voluto che tu fossi felice. Dopo tutto ciò che ha fatto mio marito, avrei potuto aver paura di tutti gli uomini. Ma tu non sei lui. Non puoi vivere sempre nella paura. Devi andare avanti.”
Matteo annuì, e insieme prepararono una cena semplicepatate stufate, con una bottiglia di vino rosso. A tavola, Bianca finalmente chiese: come faceva ad avere provviste in quel luogo isolato? Raggiungerlo era difficile, e uscirne ancora di più. Non sapeva come tornare indietro.
“Le provviste le porta il mio aiutante ogni due settimane,” rispose Matteo. “Questa volta è finito tutto, e le strade sono bloccate. Tornerà solo domani. E tu andrai con luitornerai in città.”
Il cuore di Bianca si strinse. A casa. Dove laspettava non solo il passato, ma anche la necessità di affrontare Lucapresentare denuncia, ottenere giustizia, finalmente divorziare. Il pensiero di riveder