**Micio è scomparso**
“Luisa, sei a casa?” Marco entrò di corsa in appartamento e si bloccò vedendo la moglie nell’ingresso. Era accovacciata a terra e singhiozzava disperata. “Non ho capito niente di quello che dicevi. Piangevi così forte che non riuscivo a sentire le parole. Poi, per colmo di sfortuna, il telefono si è scaricato. Cosa è successo, Luisa? Sei pallida come un fantasma.”
“Micio è sparito…” riuscì a dire Luisa a fatica. “Non c’è più in casa.”
“Come sarebbe sparito?!” esclamò Marco. “Dove potrebbe essere andato? Riesci a spiegarmelo con calma? Magari si è nascosto da qualche parte!”
“No. Tua sorella… Laura… Insomma, ha detto che Micio è scappato per sbaglio nel corridoio mentre usciva con Tommaso per fare una passeggiata. Ma tu lo sai bene, Marco, il nostro Micio… Lui non sarebbe mai uscito da solo. Perché dovrebbe voler andare in strada, se lì ha quasi rischiato di morire? Credo che Laura l’abbia fatto uscire apposta…”
“Cosa?!” Marco serrò i pugni. “Dovè ora? Dovè Laura?”
“Credo sia andata al supermercato… Non lo so. Ho cercato Micio dappertutto, ma non cè traccia di lui. Nessuno lha visto in giro. Come è possibile, Marco? Davvero una persona può essere così crudele? Gettare una creatura indifesa in strada. Dinverno. Si può essere così malvagi?”
“Una persona normale, no. Ma Laura… Laura sì. Tanto più che ha già fatto una cosa simile in passato. Non preoccuparti, oggi stesso non metterà più piede in questa casa. E Micio lo troverò, te lo prometto!”
***
Un mese prima
Marco stava camminando verso la fermata dellautobus quando notò qualcosa di grigio sotto un cumulo di neve.
Allinizio pensò fosse solo un sasso. Ma era un sasso strano, perché non stava fermo: tremava come… un vecchio frigorifero degli anni ’70.
Probabilmente fu proprio questo a catturare la sua attenzione. Non aveva mai visto, e tantomeno sentito, una pietra tremare dal freddo.
Spinto dalla curiosità, Marco si avvicinò per capire cosa fosse.
E solo allora si rese conto che non era un sasso, ma un piccolo gattino grigio.
“Mamma mia…” mormorò Marco, grattandosi la nuca. “Che ci fai qui, piccolino?”
Era una domanda retorica.
Chiunque avrebbe capito cosa ci facesse un animale domestico in strada. Sopravviveva come poteva… E questo micetto cercava solo di non morire.
Non miagolava, non chiedeva aiuto… No. Stava lì, immobile, tremando.
Sembrava avesse già accettato che nessuno si sarebbe preoccupato di lui. Così cercava solo di scaldarsi.
Marco lo sollevò con delicatezza, spazzolando via la neve dal suo pelo, poi lo infilò sotto la giacca e corse alla fermata, dove stava arrivando lautobus.
Durante il viaggio verso casa, ricordò che Luisa aveva sempre desiderato un gattino cosìgrigio e tigratoma non avevano mai trovato il tempo di andare al gattile.
E ora il destino glielo aveva messo davanti ai piedi. E quando il destino offre qualcosa, bisogna accettarlo.
“Luisa, ho una sorpresa per te,” annunciò Marco raggiante entrando in casa.
“Oh, ultimamente mi stai viziando troppo,” sorrise la moglie, raggiungendolo nellingresso. “Prima gli orecchini doro, poi il telefono nuovo che sognavo, poi i biglietti per il cinema. Coshai combinato stavolta? Un weekend in montagna?”
“Meglio!” esclamò Marco, aprendo la giacca e tirando fuori il gattino. “Ecco! Lho trovato per strada. Non dicevi che volevi proprio uno così? Grigio e tigrato?”
“Santo cielo!” esclamò Luisa. “Ma è gelato, poverino! Dammelo qui, lo scalderò. Tu intanto togliti il cappotto, lavati le mani e vieni in cucina. La cena è pronta.”
Luisa guardò di nuovo il gattino e sorrise: “Che bel gattino…”
Così Marco e Luisa ebbero Micio. Ci pensarono a lungo sul nome, passando in rassegna tantissime opzioni, ma alla fine scelsero il “classico”.
“Mi sembra che Micio gli si addica più di Tommaso o di Luca.”
“Sono daccordo, amore mio.”
Quel lieto evento avvenne alla fine di novembre, quando cadde la prima neve. Così il gattino non fece in tempo a sperimentare i “piaceri” della vita randagia in inverno.
E per fortuna. Perché per molti, quella prova è lultima…
In quelle due settimane che Micio trascorse nella sua nuova casa, Luisa e Marco si affezionarono moltissimo a lui.
Anzi, lo amarono già dal primo giorno, ma con ogni giorno che passava, quellamore cresceva sempre di più.
Anche a Micio piacevano molto Luisa e Marcogente buona e gentile. Gente che non lo avrebbe mai fatto soffrire né cacciato in strada, come avevano fatto i suoi precedenti padroni. Perciò si sentiva al sicuro.
Persino quando faceva cadere qualcosa dal tavolo o dal comò, non lo sgridavano, ma gli chiedevano solo di stare più attento la prossima volta.
“Certamente!” miagolava Micio in risposta, saltando per la decima volta sul comò e facendo cadere di nuovo il telecomando.
Insomma, tutto andava bene, fino a quando un giorno bussarono alla porta.
“Chi può essere di domenica mattina così presto?” si strozzò Marco, sbadigliando e guardando lorologioerano le sei e mezza.
Fuori era ancora buio.
“Forse i vicini?” ipotizzò Luisa. “Magari è successo qualcosa?”
“Vado a vedere.”
Quando Marco aprì la porta, trovò sua sorella Laura sulla soglia. E non da solacon suo figlio Tommaso, che aveva cinque anni.
“Ciao, fratellino,” sorrise lei. “Siamo venuti a farvi visita. Non ti dispiace, vero?”
“In realtà…”
“Lo so, lo soavrei dovuto avvisare. Ma ho avuto un imprevisto, e non ho fatto in tempo a chiamare. E poi, a questora non avresti risposto. Perciò ho deciso di venire. Ci fai entrare? E aiutami con la valigia, perché a tirarla su fino al quarto piano ho pensato di lasciarci le gambe.”
Marco, ovviamente, la lasciò entrare. Ma la valigia lo turbò. Di solito, non si va a casa degli altri con le valigie.
“Ti è successo qualcosa?”
“Non è ovvio?” rispose Laura con unaltra domanda. “Mio marito mi ha cacciata di casa. Si è trovato unaltra donna, ci credi? E io non ho dove andare. Se non ti dispiace, resterò da voi per un po. Finché non capirò cosa fare. Così festeggiamo anche Capodanno insieme. Bello, no? Non ci vediamo da quattro anni, ormai. Eppure siamo fratelli.”
“Tu sai perché non ci parliamo… Non si costruisce un buon rapporto sulla menzogna.”
“Oh, smettila. Chi la fa laspetti, come si suol dire. Quanto puoi ancora rimproverarmi? Ho sbagliato, capita a tutti.”
Marco stava per replicare, ma allultimo momento cambiò idea.
Non voleva iniziare la giornata litigando.
E poi, Luisa non avrebbe approvato se lui avesse attaccato sua sorella, cacciata