La mia vita in un paesino vicino a Torino è diventata un incubo da quando la nuora, Beatrice, è rimasta incinta. Con lei non siamo mai stati proprio in sintonia, ma prima della gravidanza sopportavo la sua maleducazione, sperando nella pace familiare. Adesso, però, ha superato ogni limite: ci insulta, un bestemmia, ci umilia, e nostro figlio, Matteo, sta zitto e la difende dicendo che è “il periodo”. La sua arroganza mi lacera l’anima, e l’immobilità di mio figlio fa ancora più male.
Io e mio marito, Enrico, avevamo capito subito che Beatrice non era proprio il massimo. Scortese, volgare, ci guardava già dal primo giorno con sufficienza. Ma fino a un certo punto si era controllata, senza esagerare. Non siamo ricchi sfondati, ma abbiamo educazione e cercavamo di ignorare le sue frecciatine. Tutto è cambiato quando è rimasta incinta. Come se qualcuno le avesse tolto la maschera: Beatrice è diventata insopportabile, e la sua maleducazione si è fatta velenosa. Urla contro di noi, ci offende, e Matteo alza solo le spalle: «È incinta, dobbiamo essere comprensivi». Soffoco dalla rabbia, ma lui non sente.
Un esempio? Il mio compleanno dell’anno scorso. Avevo preparato tutto io, passato la giornata in cucina per far contenti gli ospiti. A Beatrice non è piaciuta una delle torte. Una persona educata avrebbe taciuto, ma lei si è alzata e ha detto: «Questa è la peggiore torta che abbia mai mangiato! Roba da vomito, non farla mai più!» Sono rimasta senza parole. Gli invitati si guardavano, io mi sentivo umiliata. Non ho reagito, ma dentro ribollivo. Matteo ha cercato di calmarla, ma lei ha continuato: «Perché dovrei stare zitta? Ho tutto il diritto di dire che fa schifo!» Tra l’altro, gli altri l’hanno finita tutta, solo a lei “non piaceva”. Le sue parole sono state come uno schiaffo, e mio figlio non ha detto una parola.
Il loro matrimonio è un’altra storia che mi viene ancora la pelle d’oca a ricordare. Beatrice si è ubriacata, ha detto un sacco di stupidaggini e poi ha litigato con sua sorella per una sciocchezza. Gli ospiti erano sconvolti, hanno dovuto separarle. I genitori di Beatrice se ne stavano tranquilli, come se fosse normale. In quel momento ho capito che la sua cafonaggine non era un caso, ma parte di lei. Però nemmeno quello mi aveva preparata a quello che è successo dopo la gravidanza. Con la scusa degli “ormoni”, è diventata una tiranna. Ogni parola, ogni richiesta le scatenano una scenata, e io e Enrico siamo diventati il bersaglio dei suoi insulti.
Quando all’ecografia hanno detto che sarebbe stato un maschio, io e Enrico abbiamo voluto fare un regalo: abbiamo comprato un corredino blu. Siamo andati a trovarla, gliel’abbiamo consegnato sorridendo, e lei ci ha urlato contro: «Ma siete pazzi? Porta male comprare le cose prima!» Beatrice ha strillato, ci ha chiamato superstiziosi e stupidi, mentre Matteo stava a testa bassa senza dirle niente. Siamo andati via con l’animo a pezzi. Non credevo che mio figlio permettesse alla moglie di trattarci così.
Pochi giorni fa, nostra figlia, Giulia, ci ha invitati al ristorante per il suo compleanno. Eravamo felici, speravamo in una serata serena. Beatrice è arrivata con dei tacchi altissimi, nonostante fosse già avanti con la gravidanza. Io le ho detto piano: «Magari sarebbe meglio una scarpa più comoda? Per te e il bambino è pericoloso». E poi è finita all’inferno. Ha iniziato a urlare: «Speri che cada e che perda il bambino, vero? Vieni solo il gusto di vedermi male!» Le sue accuse erano assurde. Enrico ha provato a difendermi, le ha chiesto di controllarsi, ma Beatrice ha esploso ancora di più, ci ha chiamato “vecchi rincoglioniti” ed è uscita sbattendo la porta. Matteo è corso dietro a lei senza nemmeno scusarsi. Il compleanno è stato rovinato, noi eravamo distrutti, e gli ospiti sussurravano tra loro.
Non riuscrivo a capacitarmi. Se Giulia, che è già madre di due bambini, avesse parlato così alla suocera, sarei morta dalla vergogna. Non è semplice maleducazione, è mancanza totale di rispetto. Tre giorni dopo, Matteo ha chiamato. Io non ho voluto rispondere, ho passato il telefono a Enrico. Nostro figlio si è scusato, ma ha detto che non avrebbe obbligato Beatrice a chiedere perdono—«è già troppo nervosa». Queste parole mi hanno spezzato. Ho avuto tre figli: Giulia è la mia orgoglio, il piccolo Luca è dolce e premuroso, ma Matteo… È diventato un estraneo. Lascia che sua moglie ci umili, ci calpesti i piedi, ci copra di vergogna di fronte agli altri. È un tradimento.
Io e Enrico abbiamo deciso di non sporcare i panni in famiglia, anche se potremmo raccontare tutto ai parenti e mettere Beatrice nei guai. Ma non voglio abbassarmi al suo livello. Il mio cuore si strappa dal dolore: perché Matteo non ci difende? L’abbiamo davvero cresciuto così debole? O è Beatrice che l’ha fatto diventare la sua ombra? Non so come vivere ancora accanto a questa nuora, la cui arroganza ci avvelena, e a un figlio che fa finta di nulla. Il loro bambino sarà nostro nipote, ma ho paura che Beatrice lo metta contro di noi. Questo pensiero mi soffoca, ma non mi arrenderò. Se mio figlio non troverà il coraggio di fermare sua moglie, lo farò io, anche se dovesse spaccare la famiglia.