Era decisa a non tacere più: amore perduto o difficoltà temporanee?
Alessia non poteva più sopportare quella situazione. Non capiva perché Matteo fosse diventato così distante forse non lamava più? Quella sera era tornato a casa allalba ed era andato a dormire in salotto.
La mattina dopo, mentre facevano colazione, Alessia si sedette di fronte a lui.
«Matteo, puoi dirmi cosa sta succedendo?»
«Cosa cè che non va?»
Lui sorseggiava il caffè, evitando il suo sguardo.
«Da quando sono nati i gemelli, sei cambiato.»
«Non me ne sono accorto.»
«Matteo, viviamo come due estranei da due anni, non te ne sei reso conto?»
«Ascolta, cosa vuoi? La casa è un disastro, puzza di latte in polvere, i bambini urlano Pensi che piaccia a qualcuno?»
«Ma sono i tuoi figli!»
Matteo si alzò e cominciò a camminare nervosamente per la cucina.
«Le mogli normali fanno un figlio sano che gioca tranquillo in un angolo senza dare fastidio. Tu invece ne hai fatti due subito! Mia madre me laveva detto, ma non lho ascoltata donne come te sanno solo riprodursi!»
«Donne come me? Cosa vuoi dire?»
«Donne senza obiettivi nella vita.»
«Mi hai costretta a lasciare luniversità perché volevi che mi dedicassi solo alla famiglia!»
Alessia si sedette. Dopo un momento di silenzio, aggiunse:
«Penso che dovremmo divorziare.»
Lui rifletté un attimo, poi rispose:
«Daccordo. Ma niente alimenti. Ti darò io qualcosa quando potrò.»
Si girò e uscì dalla cucina. Alessia avrebbe voluto piangere, ma dalla camera dei bambini arrivò un rumore: i gemelli si erano svegliati e reclamavano la sua attenzione.
Una settimana dopo, fece le valigie, prese i bambini e si trasferì in un piccolo appartamento in un palazzo popolare che aveva ereditato dalla nonna.
I vicini erano nuovi, e Alessia decise di presentarsi a tutti.
Da un lato cera un uomo cupo, non ancora anziano. Dallaltro, una signora vivace sulla sessantina. Prima bussò alla porta delluomo:
«Buongiorno! Sono la nuova vicina, volevo conoscerla. Ho comprato una torta, se vuole un caffè»
Sorrise timidamente. Luomo la squadrò, poi borbottò:
«Non mangio dolci», e le sbatté la porta in faccia.
Alessia scrollò le spalle e andò da Rosaria Esposito, che accettò linvito solo per farle delle richieste.
«Io riposo di pomeriggio, perché la sera guardo le mie serie. Spero che i suoi bambini non disturbino con il rumore. Sia gentile, non li faccia correre nel corridoio, non tocchino niente e non sporchino!»
Parlò a lungo, mentre Alessia pensava con tristezza che quella non era laccoglienza dolce che si aspettava.
Iscrisse i bambini allasilo e trovò lavoro come assistente lì stesso. Era comodo, perché finiva proprio quando doveva riprendere Leonardo e Francesco. Lo stipendio era basso, ma Matteo aveva promesso di aiutarla.
Nei primi tre mesi, durante il divorzio, Matteo le diede qualcosa ogni tanto. Ma dopo altri tre mesi, i soldi smisero di arrivare. Alessia non riusciva a pagare le bollette da due mesi.
I rapporti con Rosaria peggioravano ogni giorno. Una sera, mentre dava da mangiare ai bambini in cucina, la vicina entrò con un accappatoio di seta.
«Cara, spero abbia risolto i suoi problemi finanziari? Non vorrei rimanere senza luce o gas per colpa sua.»
Alessia sospirò:
«No, non ancora. Domani andrò dal mio ex, sembra si sia dimenticato dei bambini.»
Rosaria si avvicinò al tavolo.
«Li nutrite ancora solo con la pasta sa che è una pessima madre?»
«Sono una brava madre! E lei farebbe meglio a ficcare il naso dove non deve, se no glielo rompo io!»
Rosaria iniziò a urlare così forte da far venire il mal di testa. Dalla porta accanto uscì Giovanni, il vicino cupo dallaltro lato del corridoio. Aspettò che Rosaria finisse di insultare Alessia, i bambini e tutto il mondo, poi tornò nel suo appartamento.
Riapparve un minuto dopo. Gettò dei soldi sul tavolo davanti a Rosaria e disse:
«Basta. Ecco per le bollette.»
La donna tacque, ma quando Giovanni se ne fu andato, sussurrò ad Alessia:
«Te ne pentirai!»
Alessia ignorò quelle parole. Ma avrebbe dovuto preoccuparsi. Il giorno dopo andò da Matteo. Lui lascoltò e disse:
«È un periodo difficile, non posso aiutarti.»
«Matteo, ma stai scherzando? Devo nutrire i bambini!»
«Nutrili pure, mica te lo impedisco.»
«Chiederò gli alimenti.»
«Fallo pure. Il mio stipendio è così basso che riceverai due spicci. E non venirmi più a rompere!»
Alessia tornò a casa in lacrime. Lo stipendio sarebbe arrivato tra una settimana, ma i soldi erano finiti. Eppure, ad aspettarla cera unaltra sorpresa: un assistente sociale. Rosaria aveva presentato una denuncia, accusandola di minacce e di trascurare i bambini.
Per unora, lassistente la interrogò e, alla fine, le disse:
«Devo segnalare tutto ai servizi sociali.»
«Aspetti, ma di cosa? Non ho fatto niente di male!»
«Sono le procedure. Cè una segnalazione, devo occuparmene.»
Quella sera Rosaria tornò in cucina.
«Se i suoi bambini mi disturbano ancora, sarò costretta a rivolger