Ha posto un limite su se stessa. Ma poi il destino le ha offerto una nuova vita…

Aveva messo una pietra sopra la sua vita. E poi il destino le regalò un nuovo inizio…

Luigi entrò in casa a tarda serata. Sulla faccia portava la stanchezza, negli occhi una lotta interiore. Si tolse le scarpe in silenzio, andò in cucina e si sedette a tavola.

— Luigino, vuoi cenare? — si agitò attorno Maria. — Ho fatto l’anatra al forno, come piace a te. Guarda, con le mele… Che hai, così cupo?

Lui la fissò, senza il solito sorriso:

— Maria, dobbiamo parlare seriamente. Non posso più vivere diviso tra due case. Quando finalmente staremo insieme? Io ho un appartamento mio.

Maria improvvisamente si oscurò. Tutto ciò che aveva evitato per anni l’aveva raggiunta.

— Va bene — sussurrò. — Ma prima devi conoscere i miei figli.

Si incontrarono al bar. Andrea e Luca sedevano da una parte del tavolo, Sofia accanto a Maria. Quando Luigi entrò, i figli rimasero come statue. Bocche aperte dallo stupore. Maria non capì subito, ma quando i ragazzi si scambiarono occhiate torve, tutto fu chiaro…

— Ma stai scherzando, mamma?! — sbottò Andrea. — Alla tua età ti metti a cercare l’amore?! Che figuraccia!

— Mamma, pensavamo fossi una persona seria… — aggiunse Luca. — Alla tua età le donne fanno le nonne, non si portano a casa gli uomini.

— Ho solo quarantaquattro anni — replicò piano Maria.

— E allora vivi tranquilla, da sola. Io e Andrea ci prendiamo un appartamento. Non abbiamo intenzione di dividere il tetto con te e il tuo “fidanzato”.

E Sofia voltò la faccia. Per un mese intero non le rivolse la parola.

Maria non pianse. Rimase seduta di notte in silenzio, ripensando alla sua vita. A come era cominciato tutto.

…Una volta era la prima della classe. Una ragazza tranquilla, razionale, con una famiglia perbene, genitori che la adoravano e sognavano che la figlia entrasse in un’università prestigiosa. Ma a diciassette anni si innamorò. Di Marco.

Lui ne aveva ventiquattro. Alto, con una voce roca, mani forti e uno sguardo fiero. Ai genitori non piacque subito. Suo padre lo cacciò quando si presentò a chiederle la mano. Ma Maria non ascoltò nessuno — e dopo qualche mese partì con Marco per un’altra città.

All’inizio fu come una favola. Nacque il primo figlio, Andrea. I genitori li aiutarono, comprarono loro un appartamento. Poi arrivò Luca — e per la gioia, regalarono loro un trilocale. Ma fu allora che la favola diventò un incubo quotidiano.

La famiglia di Marco era dedita all’alcol. Il fratello, un fannullone; i genitori, nottambuli. Marco passava sempre più tempo da loro, a volte spariva per settimane. Il lavoro? Ma per favore. Chi avrebbe assunto uno che ogni mese si ubriacava fino a perdere i sensi?

Maria tirò avanti da sola. Lavorava due turni, studiava la sera. La sera, pulizie. Aveva vergogna di chiedere aiuto ai genitori. E intanto il marito stava sul divano, chiedendo “una birra fresca”.

Quando tornò dalla visita — incinta del terzo figlio — e sentì: “Non c’è la schiuma? Vai a comprarla!”, non ce la fece più. Scrisse le carte per il divorzio. Gli chiamò il taxi e lo pagò pure. Lui rise e non credette. Errore.

Non tornò più. Le serrature erano nuove. La vicina vigilava perché non facesse scenate. Il divorzio fu veloce. Non seppe nemmeno che era nata una figlia.

Tre mesi dopo, Marco morì. Un incendio, colpa del gas lasciato aperto nella casa al mare. I genitori erano in giardino, il fratello si salvò, Marco no. Maria si sentì in colpa… ma sapeva di non dover fare la badante a vita.

Nacque Sofia. Tre figli. Lavoro. Casa. Dormire tre ore a notte.

Dimenticò cosa fosse la femminilità. Come ci si sente a essere desiderata. Tirava su i figli. Tutte le pensioni andavano ai loro risparmi.

La vita sentimentale? Cancellata. Credeva di non averne diritto.

Poi arrivò quella sera piovosa. Il compleanno di una collega, l’autobus che non passava, il diluvio. E all’improvviso, una macchina si fermò.

— Ti accompagno?

Un uomo normale. Uno sguardo caldo. Gentile. Si chiamava Luigi. Vissero vicini. Poi lui iniziò ad aspettarla ogni mattina, la portava al lavoro, la riaccompagnava. Le preparava il caffè in macchina. Le diceva che era bella.

Maria aveva dimenticato i complimenti. Ma con lui era facile. Lui era divorziato — aveva beccato la moglie con l’amante. Non avevano figli.

E all’improvviso, le propose di vivere insieme. E lei… non sapeva cosa fare.

I figli le voltarono le spalle. La definirono frivola, dissero che sarebbero andati a vivere per conto loro.

Maria soffrì. Ma a un certo punto, qualcosa dentro di lei scattò.

— Allora — disse ai figli — dividiamo l’appartamento in tre monolocali. Io pago la differenza. Siete grandi. Io… non sono obbligata a stare sola solo perché a voi fa comodo.

E si trasferì da Luigi.

Poi accadde il miracolo — Maria tornò madre. La gravidanza fu difficile. I medici sconsigliarono. Ma lei decise di portarla avanti.

Luigi non la lasciò un attimo. La accompagnò da ogni specialista, passò notti in bianco in ospedale. Fu padre dal primo battito.

I figli… sparirono. Niente chiamate, niente messaggi.

Ma il giorno della dimissione dall’ospedale arrivarono tutti e tre. Con fiori. Con palloncini. Con scuse.

Ora in casa risuona di nuovo la risata dei bambini. La piccola Aurora corre per le stanze, mentre i fratelli maggiori sono di nuovo al suo fianco. Sofia viene a darle una mano. Andrea porta la moglie a cena. Luca organizza pranzi di famiglia.

Maria guarda Luigi — e il cuore le si ferma.

Avrebbe potuto dire di no. Restare sola. Ma scelse di vivere.

E ora lo sa: non è mai troppo tardi per essere felici. Se accanto c’è chi ti ama davvero.

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