Ho 55 anni e finalmente vivo per me stessa. Senza sensi di colpa, senza paura di essere “diversa” o di non soddisfare le aspettative degli altri. Nel mio spazio regna l’armonia — serena, dolce, quasi silenziosa. Niente emozioni estranee che un tempo mi esaurivano. Nessuno mi dice come vivere, cosa indossare o di cosa sognare. Sono di nuovo padrona di me stessa.

Ho cinquantacinque anni, mi chiamo Silvia Bianchi e, finalmente, vivo solo per me stessa. Nessuna colpa che mi stringe, nessuna paura di essere «diversa» o di accontentare qualcuno. Nel mio spazio regna una quiete dolce, quasi silenziosa. Non ci sono più quelle emozioni estranee che un tempo mi prosciugavano fino al capolinea. Nessuno mi impone come vivere, cosa indossare o su cosa sognare. Sono di nuovo mia.

Le mie mattine iniziano senza fretta. Quando voglio, accendo la musica che mi avvolge; quando desidero, mi limito ad ascoltare il silenzio e il profumo del tè appena versato. Guardo fuori dalla finestra di un appartamento al centro di Roma, osservo il risveglio della città, e penso a quanto sia bello essere in sintonia con sé stessi. Nessuno mi rimprovera se resto a leggere un libro per ore o se la cena non è pronta allora. Il silenzio non spaventa più è diventato il mio più caro compagno.

Un tempo credevo che una vita senza un compagno fosse incompleta. Così ci insegnano fin da piccole: la donna deve stare accanto a qualcuno, custodire il focolare, sciogliersi nella famiglia. Ho vissuto così per troppo tempo, dimenticando me stessa mentre cercavo di essere comoda, premurosa, corretta. Con gli anni ho capito che lamore non è sacrificio. Lamore è rispetto, serenità e accettazione. E la prima persona da amare sono io stessa.

Talvolta attraversa la mente il pensiero: «E se aprissi di nuovo il cuore a una relazione?» Ma basta ricordare quanta energia e nervi hanno assorbito gli umori altrui, le aspettative, i rancori e mi torna voglia solo di stringere la mia libertà. Essa è leggera come il vento che accarezza le gondole a Venezia al mattino. Non richiede spiegazioni. Con lei è tutto più semplice.

Ora posso fare tutto ciò che desidero, quando lo desidero e con chi lo desidero. Voglio? Vado a passeggiare per il Giardino degli Aranci; voglio? resto a casa, mi avvolgo in una coperta e sfoglio vecchi film in bianco e nero. Posso tacere per unintera giornata, oppure chiamare allimprovviso la mia amica Fiorella e ridere fino alle lacrime. Nessuno controlla, nessuno è geloso, nessuno esige un resoconto. È una sensazione strabiliante: sentirsi libera non solo esteriormente, ma anche dentro.

Mi piace lidea di una vita fatta di momenti piacevoli: un incontro, un sorriso, una serata gradevole e ognuno torna alla propria casa, dove regna il calore, la tranquillità e nessuno chiede spiegazioni. Senza drammi, senza chiarimenti relazionali, senza altalene emotive. Solo il tepore umano, leggerezza e rispetto reciproco.

Scelgo la leggerezza. Scelgo me stessa. Ho capito finalmente che la felicità non arriva con qualcun altro nasce dentro di noi. E per sentirla basta permettersi di essere autentica. Senza maschere, senza ruoli, senza il timore di restare sola. La solitudine non è una punizione. È un lusso, quando impari a bastarti da sola.

Ho cinquantacinque anni. Non corro, non mi nascondo. Semplicemente vivo. E ogni giorno è unaltra occasione per ringraziare la vita per la quiete, per lesperienza, per la libertà e per il fatto che, finalmente, sono al centro del mio piccolo universo.

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Ho 55 anni e finalmente vivo per me stessa. Senza sensi di colpa, senza paura di essere “diversa” o di non soddisfare le aspettative degli altri. Nel mio spazio regna l’armonia — serena, dolce, quasi silenziosa. Niente emozioni estranee che un tempo mi esaurivano. Nessuno mi dice come vivere, cosa indossare o di cosa sognare. Sono di nuovo padrona di me stessa.