Non ho avuto tempo per riflettere a lungo quel giorno. La decisione è arrivata allimprovviso, ma non era nata dalla rabbia, bensì dal dolore, dalla delusione e dallesaurimento accumulati negli anni. Ho cacciato mia suocera di casa, e oggi, mentre racconto questa storia, non me ne pento.
Mi chiamo Giulia. Ho trentasei anni. Con mio marito Luca avevamo costruito la nostra piccola famiglia: tre figli Sofia, lunica femmina, e i gemelli Matteo e Lorenzo. La nostra vita era piena di difficoltà, ma anche di amore e unità. Eravamo felici, fino a quando tutto cambiò in un giorno fatale.
Luca ebbe un incidente dauto e morì sul colpo. Ricordo ancora quella telefonata: la voce fredda di un operatore dellospedale che mi diceva di correre subito lì. Quando arrivai, era già troppo tardi. In quel momento, il mondo mi crollò addosso. Ero sola con tre bambini, senza quella roccia che era stato mio marito.
In quei giorni, ebbi pietà di mia suocera, Rosa. Era già anziana, e rimanere sola lavrebbe distrutta. Rosa aveva un carattere difficile: severa, spesso critica, a volte insopportabile. Ma mi dissi: “È la madre di Luca. In sua memoria, devo prendermi cura di lei, per quanto sia dura.” Così le proposi di vivere con noi. Nonostante avesse una figlia sposata, Carla, che abitava in una città vicina, nessuno si era offerto di ospitarla.
La convivenza non fu facile. Io lavoravo, e tutto il peso della casa ricadeva su di me: i bambini, le faccende, le finanze tutto. I soldi che guadagnavo con fatica li mettevo in un cassettino della libreria. Sognavo di risparmiare poco a poco per il futuro dei miei figli.
Ma qualcosa non tornava. Ogni volta che controllavo, mancavano dei soldi. Allinizio pensai di aver sbagliato i conti. Poi credetti di aver speso senza rendermene conto. Ma per mesi continuò così. Più mettevo, più spariva. Stavo impazzendo. Per sei mesi non capii chi lo facesse.
Finché arrivò il giorno in cui tutto divenne chiaro. Dovevo andare a lavoro, ma mi sentii male e decisi di restare a casa. Volevo riposarmi un po e uscire più tardi. Allimprovviso, sentii la voce di Rosa. Stava al telefono. Non volevo origliare, ma il suo tono alto mi costrinse a fermarmi.
Parlava con un uomo sconosciuto.
Sì, lho già mandato. I soldi devono arrivare in fretta. Dalli a Carla. Ha detto che vuole comprare dei mobili nuovi
In quel momento, il mio cuore sembrò fermarsi. Capii tutto. I soldi che avevo sudato e risparmiato, lei li mandava di nascosto a sua figlia Carla. I soldi destinati al futuro dei miei figli scomparivano per migliorare la vita di altri.
Mi sedetti e piansi. Ma quelle non erano lacrime di dolore, bensì di forza. Capii: basta così. Per anni avevo cercato di essere paziente, comprensiva, dicendomi: “Anche lei è una madre, anche lei soffre.” Ma quel giorno realizzai: non potevo permettere che rubasse il futuro dei miei figli.
Quando uscì dalla stanza, le andai incontro.
Rosa, ho sentito tutto. So dove sono finiti i miei soldi.
Mi guardò sorpresa, cercando di giustificarsi.
Giulia, non capisci Carla ha bisogno di tanto. Volevo solo aiutarla.
La fissai senza esitare.
E i miei figli? Hai pensato a loro? Credi che Luca, che ora è in cielo, vorrebbe che il futuro dei suoi bambini fosse rubato solo perché tua figlia vuole mobili nuovi?
Rosa tacque. Nei suoi occhi vidi una miscela di rabbia e vergogna. Ma per me non importava più. Pronunciai le mie ultime parole:
Questa casa non è più il tuo posto. Fai le valigie e vattene.
Quel giorno la cacciai di casa. Forse qualcuno mi capirà, forse no. Ma sono convinta di aver fatto la cosa giusta. Non potevo più vivere con quel senso dingiustizia. Dovevo proteggere i miei figli, il loro futuro, la loro pace.
Da allora, sono lunico sostegno della famiglia. Sì, è dura. Ma so che se Rosa un giorno vorrà vedere i suoi nipoti, non glielo impedirò. I bambini non sono responsabili dei nostri conflitti. Amano la nonna, e non gli toglierò quellamore.
Ma la mia decisione è definitiva. Non permetterò mai più che qualcuno prenda ciò che io e i miei figli cerchiamo di costruire con tanta fatica.
Oggi, mentre racconto questa storia, vorrei anche sentire il parere degli altri. Ho agito bene cacciando mia suocera? Avrei dovuto avere ancora compassione, come tanti anni fa? Ma nel mio cuore so: questa volta ho scelto la strada giusta.