Ho Diviso Come Ho Potuto

Ciao, mamma. Caterina cercava di parlare come se niente fosse, ma le uscì comunque una voce secca e dura.

Oh, Caterina! Che sorpresa! Non ti aspettavo oggi. rispose Anna Maria.

Caterina fissò la madre. “Non ti aspettavo”. Quella parola le si era conficcata nellanima come una spina, risuonando più volte nella sua testa. “Non ti aspettavo”. Le sembrava che, ultimamente, nessuno la aspettasse davvero da nessuna parte.

E allora, perché sei lì impalata? Entra, sto facendo le conserve di pomodori. Sei passata così, o è successo qualcosa? Tutto bene con Matteo?

Sì, mamma, tutto bene con Matteo. Abbiamo affittato un appartamento per lui e la ragazza. Luca ha pagato tre mesi in anticipo, poi vedranno loro

Caterina osservò la madre. Come sempre, Anna Maria era immersa nei lavori di casa. Era sempre stato così. Fin da piccola, Caterina si era abituata a una madre sempre di fretta, sempre in ritardo.

“Devi fare più in fretta”, “Corro al supermercato, hanno appena portato”, “Resta tu a casa, io vado”, “Caterina, non disturbare, sto lavorando”. Anna Maria si preoccupava sempre del lato pratico, mentre alla figlia ripeteva solo: “Aspetta”.

Caterì, versati il tè da sola, non ho tempo, devo sterilizzare i vasetti. Va bene?

Va bene, mamma. rispose Caterina, riempiendo la tazza anche se non aveva voglia di bere.

E allora, perché sei venuta?

Mamma, dimmi tu non hai mai pensato di divorziare da papà? iniziò incerta Caterina.

Mmm no, perché dovrei? Cambiare il diavolo con lacqua santa! Tutti gli uomini sono uguali! E tu perché me lo chiedi?

Mamma io voglio chiedere il divorzio.

Cosa?! Ma che è successo?! Ti ha tradito?!

Anna Maria non si aspettava una simile svolta e smise persino di pulire il barattolo che aveva in mano.

Mamma, credo che siamo troppo diversi. Matteo è grande, vive già con la sua ragazza. Penso che io e Luca dovremmo separarci

Santo cielo, ma che vi è successo?!

Oggi sono venticinque anni dal nostro matrimonio. Stamattina non ne ha fatto neanche menzione. Mi ha solo chiesto dove fossero i suoi calzini e quanto mancava alla colazione. E basta. singhiozzò amara Caterina.

E basta?! Caterina, ma sei scema?! Che drama inutile! Lanniversario di matrimonio! Ma per favore! Tuo padre non mi ha mai regalato nulla in vita sua, e nemmeno io a lui. A che pro sprecare soldi in stupidaggini?! si infiammò Anna Maria.

Caterina la fissò, pentendosi di averle confidato i suoi sentimenti. La madre non laveva mai capita. Una lacrima le scivolò sulla guancia.

E ora piangi pure?! Sai quanti casini inizieranno con questo divorzio? La casa da dividere, la villetta al mare, lauto E i soldi in banca, li avete ancora insieme?! Io li ho ritirati e nascosti in casa. Una “trilocale” così bella, e quanto avete speso in ristrutturazione

Caterina la guardava. Anna Maria continuava a parlare di case, di vendite. Sembrava calcolare freneticamente chi avrebbe avuto cosa. Nel cuore di Caterina il dolore si fece ancora più pesante.

Ti dico solo una cosa, figlia mia: torna a casa e levati questa idea dalla testa. Se vuoi dei fiori, ti taglio quelle peonie, tanto stanno per sfiorire

Grazie, non serve. si soffiò il naso Caterina.

Fai come vuoi. Te ne vai allora?! Al supermercato hanno portato la sabbia a buon prezzo ieri, ne vuoi un po?!

Caterina scosse la testa e si affrettò a uscire. Stare in quella casa era diventato insopportabile.

Si diresse verso la fermata dellautobus, ma dopo pochi minuti cambiò idea e decise di camminare: svoltò sul marciapiede, poi raggiunse la passeggiata lungo il fiume.

Nella borsa squillò il telefono. Caterina pensò subito che fosse Luca, finalmente ricordandosi dellanniversario. Ma sullo schermo comparve il nome dellunico figlio, nato dal loro matrimonio.

Pronto, Matteo.

Mamma, ciao. Hai un attimo? Devo parlarti, è urgente.

Certo. Possiamo vederci al bar tra unora. Ti va?

Sì, va bene. Quale?

Vieni da “Dolce Vita”. Sono qui vicino. Tanto anchio devo dirti una cosa.

Caterina svoltò in unaltra via, attraversò qualche isolato e in venti minuti fu sul posto. Il figlio arrivò dieci minuti dopo.

Ciao, mamma.

Ciao, Matteo. Ho ordinato solo un caffè, non ho fame.

Giusto. Io ho poco tempo, venti minuti al massimo.

Cosa volevi dirmi?

Senti, mamma è che insomma Serena mi ha detto che aspetta un bambino

A quelle parole, Caterina perse il contatto con la realtà. Da poche settimane Matteo conviveva con la sua ragazza. In linea di massima, non aveva obiezioni, ma diventare nonna a quarantacinque anni non rientrava nei suoi piani.

Mamma, perché non dici nulla?

Io è solo così allimprovviso, Matteo. Ce la farete?

Certo, se serve, mi aiuterai, no? E tu cosa volevi dirmi?

Io figlio mio come la prenderesti se io e papà ci lasciassimo?

Ah, volete divorziare? Che è successo?

Siamo diventati estranei. Oggi sono venticinque anni dal nostro matrimonio, e lui se nè dimenticato.

Capisco. Beh, fate pure, mica sono un bambino. Allora, io vado.

Ciao, Matteo

Caterina pagò il caffè e tornò a casa, anche se non ne aveva la minima voglia. Lungo la strada entrò meccanicamente in un negozio, e una volta a casa preparò la cena.

Il marito rientrò come sempre verso sera. Luca cenò, raccontando del capo e della macchina nuova di Andrea. Caterina ascoltava, annuiva, sembrava daccordo.

La mattina dopo, lui partì per lavoro. Caterina lavò i piatti, ancora confusa. Da un lato, il comportamento del marito la feriva. Dallaltro, venticinque anni insieme erano una vita intera. Distruggere tutto per un anniversario dimenticato Forse sua madre aveva ragione, stava esagerando. Il telefono squillò: era di nuovo Matteo.

Pronto, figlio.

Mamma, senti, riguardo al divorzio ho pensato

Credi che mi sia lasciata trasportare? Sai, anchio

No, mamma, aspetta. Ho pensato che dovreste dividere i beni prima del divorzio, per evitare tribunali. La “trilocale” potreste scambiarla con due “bilocali”. E se ci organizziamo, avanzeranno pure dei soldi. Vendiamo anche la villetta, ci aggiungiamo i risparmi e io e Serena prendiamo un “bilocale”. Secondo me è lunica soluzione, no?

Forse, Matteo. Parliamo dopo. Ora sono occupata

Va bene. Ma pensaci bene. È la cosa più vantaggiosa per tutti. E noi risolviamo il problema della casa Limportante è fare le cose per bene, mamma.

Caterina non voleva ascol

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