Dovevo mettere un frigorifero separato, così mia madre non mi rubava la spesa.
Mi chiamo Matteo, e non avrei mai pensato che la mia vita sotto lo stesso tetto con mia madre potesse diventare tanto assurda. Ho dovuto mettere un frigorifero tutto mio, dico agli amici ogni tanto, come se fosse una barzelletta ma la situazione fa tutto tranne che ridere. Non ho nulla in contrario a vendere casa e a dividere i soldi, ma mia madre è totalmente contraria.
Ho appena compiuto ventiquattro anni. Ho ottenuto la laurea, ho trovato lavoro, ma non ho ancora messo su famiglia. Non si può certo dire che la tranquillità regni nella mia casa. Sono proprietario della metà dellappartamento. Prima era tutto di mio padre; quando è venuto a mancare, io e mia madre abbiamo ereditato le quote in parti uguali. Avevo quattordici anni.
Dieci anni fa ci siamo trovati in grossa difficoltà, rimasti senza un punto di riferimento. Mia madre, Vittoria, aveva lasciato il lavoro quando ero piccolo. Non aveva voluto prendersi la maternità; mio padre guadagnava bene, non ci mancava nulla. Lei si è concentrata sulla casa. Dopo la scomparsa di papà, non faceva che ripetere tra le lacrime: Chi vorrà mai assumere una donna di quarantanni? Come bidella?
Nel tempo ho capito che la situazione era peggiorata anche per via delle sue scelte. Racconto ancora: Ricevevo il mantenimento dalla pensione di suo marito, eppure lei non rinunciava mai a frequentare le boutique e comprare roba nuova, anche se a stento riuscivamo ad arrivare a fine mese. Allinizio mio zio ci aiutava, ma un giorno si è stufato.
Mio zio ha detto chiaramente a mia madre, Vittoria, che doveva trovarsi un lavoro. Aveva già due figli suoi e non poteva prendersi cura di tutti. Dopo circa un anno, Vittoria ha portato a casa un uomo, si chiamava Paolo. Ha annunciato che avrebbe vissuto con noi, convinta di risolvere i problemi economici sposandosi. Paolo guadagnava bene, sì, ma con me non andava proprio daccordo.
Paolo spesso mi diceva: Tu mangi soltanto. Sarebbe meglio se lavassi o pulissi. Perché devi studiare? Vuoi andare alluniversità? Macché università, devi lavorare. Che credi, che ti mantenga a vita?
Non potevo controbattere. È vero, avevo la pensione di reversibilità, ma i soldi li gestiva sempre mia madre. E lei neanche mi difendeva da Paolo, temendo di perdere il sostegno economico.
Come facciamo senza di lui? mi ripeteva. Non fare troppe storie e fa quello che dice lui, è lui che ci mantiene.
Ho continuato con gli studi, mi sono laureato e infine ho trovato lavoro. Per tutto il tempo sono stato visto come un peso, uno che stava sulle spalle di Paolo. Lui contava ogni cosa, ogni centesimo che spendeva per me.
Dopo sei mesi che lavoravo, sono riuscito a comprarmi un frigorifero. Lho messo nella mia stanza: Paolo aveva addirittura chiuso a chiave quello della cucina.
Hai trovato lavoro? Allora mangia con quello che guadagni, mi ha detto.
Mia madre, Vittoria, nemmeno tentava di parlare. Non diceva nulla nemmeno quando Paolo mi sbatteva in faccia le bollette e le spese, e pretendeva che io rimborsassi tutto ciò che aveva speso per me negli anni. Poi, anche Paolo ha perso il lavoro. Lui e mia madre hanno iniziato a svuotarmi il frigorifero. Anche le bollette sono diventate tutte a mio carico. Per un po ho sostenuto le spese, ma Paolo è rimasto disoccupato per quasi un anno. Ne avevo abbastanza, così ho messo un lucchetto al frigorifero. Ovviamente Vittoria si è lamentata, dicendo che Paolo ci aveva sempre mantenuto.
Ho ribattuto: Se vuoi, aiutami. Non sono il primo né lultimo che cerca di spartire le cose in casa. Vai a lavorare.
Da qualche mese, Paolo se nè andato. Mia madre si è stancata di un uomo che non porta soldi. Ma io il lucchetto al frigorifero non lho tolto: sono convinto che anche Vittoria debba cercarsi un lavoro. Quello che ho capito? Talvolta, per tutelare la propria indipendenza, bisogna mettere dei confini chiari anche se ciò significa chiudere a chiave il proprio frigorifero.






