– Ho invitato mia madre e mia sorella da noi per Capodanno, – mi ha comunicato mio marito la sera del trenta dicembre. – Riuscirai a preparare tutto in tempo?

31 dicembre.
Mio marito, mentre stendevo il bucato, ha annunciato con nonchalance: «Ho invitato mamma e mia sorella per Capodanno da noi. Pensi di riuscire a preparare tutto?»
«Finalmente il weekend!» ho sospirato con sollievo, lasciandomi cadere sulla poltrona in corridoio e sfilandomi gli stivali. Dieci giorni di riposo davanti a me, immaginavo già come trascorrerli tra pigri risvegli e tazze di caffè fumante.
«Perfetto!» ha annuito mio marito, appoggiato allo stipite della porta. «A proposito, ho parlato con Michela. Loro non sanno ancora dove festeggiare, quindi verranno da noi.»
«Aspetta un attimo.» Ho aggrottato le sopracciglia, sollevando lo sguardo su di lui.
«E mamma, ovviamente. Sai, festeggia sempre con loro.» Ha concluso, notando lombra che mi attraversava il viso.
«Hai idea che domani è Capodanno?» ho detto seccata. «Ho lavorato fino a tardi tutta la settimana per chiudere il progetto, e ora tu mi dici che passerò la giornata a trafficare tra pentole e fornelli?»
«Ma cosa cè da preparare? Due insalate, un primo, un po di affettati» ha risposto lui, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
«Luca, è meglio che ti allontani prima che una padella voli in direzione della tua testa.» Ero seria come non mai. «Se i tuoi parenti vogliono venire, portino qualcosa da mangiare. Puoi chiamarli ora e dirglielo. Ricordo quellaltro Capodanno: io a correre con i piatti, mentre le tue donne se ne stavano sul divano a sorseggiare prosecco davanti a Lanno che verrà.»
«Be, non esagerare» ha detto lui, sorpreso dalla mia reazione.
«E come dovrei reagire?» ho sbottato, e senza aspettare risposta sono andata in camera a cambiarmi.
Ero furiosa con mio marito, già in vacanza da ieri. Lunica consolazione? A fine mese avrei avuto uno stipendio più grasso del solito. Mi sono avvicinata allo specchio e, mentre mi struccavo, ho ripensato ai miei piani per domani: dormire fino a mezzogiorno, una colazione tranquilla, un po di pulizie, ordinare la spesa online e preparare qualcosa di semplice. Niente caos, niente stress. Volevo solo una serata tranquilla, lontana dalla frenesia del lavoro.
«Come faccio a far andare tutto come voglio io?» mi sono chiesta, mentre in cucina Luca andava avanti e indietro come unape operaia. Mi sono versata una tazza di tè al limone e ho guardato fuori dalla finestra. Fiocchi di neve leggeri cadevano sotto i lampioni, creando unatmosfera magica. Per un attimo, mi sono persa in quel silenzio. Poi, unidea genialee un po rischiosami è balenata in mente.
La mattina dopo mi sono svegliata alle dodici, come previsto. Luca era già in piedi e trafficava in cucina, cosa rarissima prima di una festa. «Che stai facendo?» ho chiesto, strizzando gli occhi contro la luce.
«Volevo preparare una colazione speciale per la mia adorata moglie» ha sorriso, mescolando qualcosa in una ciotola.
«Mi sa che sta bruciando» ho riso, vedendo il fumo alzarsi dalla padella.
A tavola, ho deciso di affrontare largomento: «Come pensi di accogliere gli ospiti se non abbiamo niente in casa e non abbiamo nemmeno pulito?»
«Non potevo dire di no a Michela» ha mormorato, fissando il piatto.
«Certo, a tua sorella è difficile opporsi» ho commentato, alzando un sopracciglio.
«Hai qualche idea? Ieri sembravi pensierosa. Mi ha stupito che non sia esplosa.»
«Per cominciare, potresti chiamare tua sorella e chiederle se intendono portare qualcosa. Sono in quattro, no? Due adulti e due bambini.»
Luca ha annuito e, nervoso, ha composto il numero.
«Michela, ciao. Sto organizzando il menu con Giulia. Volevo sapere cosa portate voi, così evitiamo doppioni.»
Dallaltra parte, una risata. «Scherzi? Con due bambini, quando avrei tempo di cucinare? Contavamo su Giulia, come sempre.»
«Ma i bambini vanno a scuola, mica sono neonati» ha obiettato lui.
Un tonfo improvviso. «Oddio, hanno rotto qualcosa. Ci vediamo stasera!» ha detto Michela, chiudendo la chiamata.
Luca mi ha guardato con aria sconsolata.
«Non porteranno niente, vero?» ho chiesto, già sapendo la risposta.
«No. Né loro, né mamma. Vogliono solo rilassarsi e divertersi, non cucinare.»
«Come immaginavo» ho sospirato, mordendomi il labbro. «Sai, i miei ci hanno invitato per Capodanno. Giovedì scorso. Non te lho detto perché volevo restare a casa. Ma ora ci andiamo? Non cè molto tempo per decidere.»
«Litigheremo con la mia famiglia» ha osservato, perplesso.
«O litigherai con tua moglie» ho sorriso.
«Scelgo te» ha detto, alzando le mani in segno di resa.
Mentre io pulivo casa per tornare a un appartamento in ordine dopo le feste, Luca è uscito a fare la spesa con la lista che gli avevo preparato. Al centro commerciale, tra luci e decorazioni natalizie, si è ricordato allimprovviso: «Lalbero! Come ho potuto dimenticarmene?»
Ha lasciato tutto e si è diretto al mercatino, scegliendo un abete piccolo ma grazioso, i cui rami gli solleticavano il viso mentre lo portava a casa.
Quando ha aperto la porta, ho sbattuto le palpebre. «Un albero?» ho sorriso.
«Lo decorerai? Non ho comprato niente della lista. Volevo solo farti felice.»
«Ma sei sempre stato contrario agli alberi veri!»
«Non so questanno ho voluto cambiare.»
Latmosfera si è fatta subito festosa. Ho preso la scatola delle decorazioni e ho iniziato ad addobbare labete, mentre Luca tornava a fare la spesa. Al suo ritorno, ci siamo preparati in fretta.
«Abbiamo tutto?» ho chiesto, controllando i sacchetti.
«Tranne il pesce. Non era fresco. Lo prenderemo per strada» ha detto, e il mio cuore si è riempito di calore. Non mi aspettavo che si impegnasse così tanto.
Poco dopo, caricavamo lauto. Erano solo le sette di sera, ma i suoi parenti sarebbero arrivati alle dieci. La casa dei miei genitori era a unora di distanza, ma siamo partiti in anticipo per non rischiare.
«Speriamo di non aver dimenticato niente» ho detto, sistemandomi i capelli.
«Manca solo il dolce. Lo prendiamo per strada» ha risposto lui.
La casa dei miei, in campagna, era accogliente e luminosa, con le luci ancora appese dallanno prima. «Non le abbiamo mai tolte!» ha riso mio padre quando glielho fatto notare.
Mentre scaricavamo i sacchetti, lui ha detto: «Io e Luca accenderemo la sauna. Voi preparate la cena.»
Mio padre laveva costruita anni fa, e profumava sempre di oli essenziali. Io e mia madre, intanto, abbiamo messo su un film natalizio e ci siamo perse nei preparativi.
Alle nove, il telefono di Luca ha squillato. «Apr

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