Ho lasciato la suocera per tornare da mia madre

Quando mia suocera, Maria Grazia, ha annunciato: “Giulia, un patto è un patto, prendi il prestito!”, ho sentito tutto svanire dentro di me. Non era un semplice consiglio, ma un ultimatum lanciato in faccia davanti a tutta la famiglia. Mio marito Luca taceva, i suoi parenti fingevano di non accorgersi di nulla, e io stavo lì, come un animale braccato, capendo che nessuno mi avrebbe difeso. In quel momento ho deciso: ho fatto le valigie e sono scappata da mia madre, Antonietta. Basta sopportare! Non voglio vivere dove i miei sentimenti contano meno di nulla e mi trattano come una marionetta.

Sono sposata con Luca da tre anni, e in tutto questo tempo ho cercato di fare “la brava nuora”. Maria Grazia ha sempre chiarito che dovevo adattarmi alla loro famiglia. Vivevamo nel suo grande appartamento – così aveva deciso Luca perché “la mamma è sola”. Avevo accettato, pensando di riuscire a convivere. Ma la suocera criticava tutto: come cucinavo, come pulivo, persino come mi vestivo. “Giulia,” diceva, “devi apparire più elegante, sei la moglie di mio figlio!” Ho sopportato perché amavo Luca e volevo pace. Ma il prestito è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Tutto è iniziato quando Maria Grazia ha deciso di ristrutturare la casa al mare. Voleva una veranda nuova, mobili costosi, addirittura una piscina. “È per tutta la famiglia!” sosteneva. Ma i soldi non bastavano, e ci ha proposto di chiedere un mutuo. Io mi sono opposta: già paghiamo il mutuo della casa, e stavo risparmiando per un corso per cambiare lavoro. “Maria Grazia,” ho detto, “è troppo, non possiamo permettercelo”. Ma lei ha scrollato le spalle: “Giulia, non fare l’egoista, è per il bene comune!” Luca, come al solito, non ha aperto bocca, e io ho sentito che mi stavano mettendo all’angolo.

A cena ha messo le cose in chiaro: “Luca, Giulia, firmate il prestito, ho già parlato con l’architetto. Un patto è un patto!” Ho cercato di ribattere: “Non possiamo, abbiamo già le nostre spese!” Ma mi ha interrotta: “Se non volete, lo faccio io, ma pagherete voi!” Luca ha bofonchiato: “Mamma, ci pensiamo”, mentre sua sorella e il marito fissavano i piatti come se io non esistessi. Nessuno ha detto: “Giulia, hai ragione, è ingiusto”. Mi sono sentita un’estranea, dove le mie parole non valevano nulla.

Quella notte non ho dormito, ripensando a tutto. Quando ho provato a parlarne, Luca ha detto: “Giulia, non esagerare, mamma vuole solo il nostro bene”. Il bene? Di chi? Il suo? I miei sogni, i miei nervi – quelli non contano? Ho capito: se fossi rimasta, mi avrebbero schiacciata. La mattina ho preparato la valigia. Luca era sconvolto: “Dove vai?” Ho risposto: “Da mamma. Non ce la faccio più”. Ha provato a fermarmi: “Giulia, parliamone!” Ma ormai avevo deciso. Maria Grazia, vedendo le mie cose, ha sbuffato: “Scappa dalla tua mammina, visto che non capisci cos’è la famiglia”. Famiglia? Lei la chiama famiglia?

Mia madre, Antonietta, mi ha accolta a braccia aperte. “Giulia,” mi ha detto, “hai fatto bene. Nessuno può costringerti”. Finalmente mi sono sentita a casa. Le ho raccontato tutto, e lei scuoteva la testa: “Come si fa a trattare così una persona?” Mi ha offerto di restare da lei finché non avrei deciso cosa fare. Io ancora non lo so. Una parte di me vuole tornare da Luca, ma solo se capirà che non sono un accessorio, ma una persona. L’altra parte pensa: forse è l’occasione per ricominciare?

La mia amica Caterina mi ha sostenuta: “Giulia, sei stata forte ad andartene. Ora si arrangino con il loro prestito!” Ma ha aggiunto: “Parla con Luca, dagli un’occasione”. Un’occasione? Sono pronta, ma solo se prenderà la mia parte, non quella di sua madre. Intanto lui chiama, mi prega di tornare, ma sento che ancora esita. “Giulia,” dice, “mamma non voleva offenderti”. Davvero? E cosa voleva, allora? Che firmassi in silenzio e vivessi alle sue condizioni?

Ora cerco un nuovo lavoro per essere indipendente. Mamma mi aiuta e sento che la forza torna. Maria Grazia, ovviamente, non chiederà scusa – è di quelle che hanno sempre ragione. Ma non sarò più la sua marionetta. Non sono scappata solo da mia madre – sono scappata verso me stessa. E sta a Luca decidere se vuole stare con me o con la villetta al mare di sua madre. Io ormai lo so: ce la farò, anche se dovessi ripartire da zero.

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