Lavoravo nel mio negozio di abbigliamento a Milano, e una sera, poco prima della chiusura, entrò una donna incinta. Stavo per chiudere, ma lei continuava a guardare i vestiti. Iniziammo a parlare, e mi raccontò che il marito laveva lasciata con due bambini. Era in difficoltà, costretta a trasferirsi dai genitori dopo aver lasciato un appartamento in affitto. Con i genitori cera un po di sostegno, ma poi scoprì di essere di nuovo incinta. Era troppo tardi per un aborto, doveva partorire. Non aveva niente da mettersi, ormai non le entrava più nulla. La sua storia mi colpì. Capii che cercava il meno costoso, ma non aveva nemmeno i soldi per quello. Stanco, pensai che non mi sarebbe mancato un vestito, e gliene regalai uno. La donna si illuminò di gioia, felice e grata. Se ne andò.
Passò del tempo, e mi dimenticai di quellepisodio. Un giorno qualunque, una signora entrò sorridendo. Cercavo di ricordare chi fosse, quando tirò fuori dalla borsetta un pacchetto e iniziò a parlare: «Ricorda? Ero incinta e venni qui, ma non potevo permettermi quel vestito. E lei me lo regalò. Mi disse che tutto sarebbe andato bene, che nella vita non cè nulla che non possiamo sopportare. Il suo sostegno mi diede forza, e superai quel momento difficile. Ho partorito. Sono sola con tre figli, ma sto bene. E credo che andrà ancora meglio. Grazie per avermi aiutata allora. Per me fu importante». Ci abbracciammo e ci augurammo il meglio.
Se ne andò. Aprii il pacchetto: cerano delle ali, semplici ali dangelo. Mi sentii imbarazzato. Avevo regalato quel vestito più per liberarmi di un problema che vedevo, ma in quel momento, senza volerlo, ero diventato per lei un angelo che laveva ascoltata, confortata e sostenuta con poche parole sincere e un modesto regalo.
Basta così poco per risollevarsi dal buio. A volte, bastano poche parole di conforto e un sorriso dato al momento giusto.