«Ho riso: devo pagare gli alimenti per i figli di mio fratello con quelli che il mio ex versa per nostro figlio?»

*Diario personale*

Ho riso, ma era un riso amaro. Quindi io, con gli alimenti che il mio ex marito paga per nostro figlio, dovrei pagare gli alimenti per mio fratello e i suoi bambini? Mia madre sosteneva che fosse normale, che dovevo aiutarlo a tutti i costi. Questa storia è iniziata due anni fa, quando la mia vita già sembrava una telenovela complicata.

**Il divorzio e la nuova realtà**
Io e mio marito abbiamo divorziato quando nostro figlio aveva cinque anni. È stato un processo difficile: litigi, divisione dei beni, tribunali senza fine. Alla fine sono rimasta io con il bambino, e mio ex è stato obbligato a pagare gli alimenti. La cifra, però, non era granché — il 25% del suo stipendio ufficiale, che, come al solito, era il minimo. In realtà guadagnava molto di più, ma non sono riuscita a dimostrarlo in tribunale. Così io e mio figlio abbiamo vissuto con poco: lavoravo in un ufficio, facevo lavoretti extra, e gli alimenti servivano per l’asilo e le attività di mio figlio.

Mia madre mi ha sempre sostenuta. Mi aiutava con il bambino, portava la spesa, a volte mi dava qualche soldo. Ma aveva un punto debole: mio fratello minore, Enrico. Ha 28 anni, ed è sempre nei guai: perde il lavoro, si lascia con la ragazza di turno, accumula debiti. Mia madre credeva che io, come sorella maggiore, dovessi “tirarlo su”. Non mi opponevo ad aiutarlo per piccole cose, ma quello che è successo dopo mi ha sconvolta.

**Enrico e le sue “circostanze familiari”**
Enrico ha due figli da due donne diverse. Con la prima si è lasciato quando la bambina aveva due anni, con la seconda quando il bambino ne aveva uno. Dovrebbe pagare gli alimenti per entrambi, ma, come potete immaginare, non lo fa. Lavora in nero, fa lavoretti occasionali, e ufficialmente è “senza un soldo”. Le sue ex l’hanno denunciato, ma senza risultati — non puoi togliere nulla da un portafoglio vuoto.

Un giorno mia madre viene da me e dice: “Sofia, dobbiamo aiutare Enrico. La sua ex minaccia di denunciarlo per inadempienza, potrebbe finire in prigione. Non vuoi che tuo fratello vada in carcere, vero?” Mi sono stupita: “Mamma, e io cosa c’entro? Che se la sbrighi da solo.” Ma lei aveva già tutto pianificato. Mi ha detto che sarei dovuta essere io a pagare gli alimenti per Enrico. In sostanza, visto che ricevo soldi dal mio ex, avrei dovuto usarli per lui.

**Logica assurda e il dovere familiare**
All’inizio ho pensato fosse uno scherzo. Pagare gli alimenti per mio fratello con i soldi che servono a mio figlio? Ma mia madre era serissima. Insisteva che dovevo “aiutare la famiglia”, che Enrico era “in difficoltà”, e che io, come sorella maggiore, avevo il dovere di salvarlo. Ha persino tirato fuori storie della sua gioventù, quando aiutava i suoi fratelli. Ho provato a spiegare che le situazioni erano diverse, che ogni centesimo per me contava, ma lei non voleva sentire.

E non è finita qui. Aveva già parlato con Enrico, e lui sembrava entusiasta dell’idea. Mi ha chiamato e ha iniziato a raccontarmi quanto fosse difficile per lui, come lo “stessero mettendo alle strette”, e che io potevo “risolvere tutto facilmente”. Ero scioccata. Gli ho chiesto: “Enrico, sei serio? Vuoi che io paghi per i tuoi figli con i soldi che servono al mio?” Lui ha risposto: “Dai, Sofia, sai che sono in difficoltà. Tu invece sei tranquilla.”

**La mia decisione e le conseguenze**
Ho rifiutato. Senza mezzi termini. Ho detto che non avrei tolto nulla a mio figlio per coprire l’irresponsabilità di mio fratello. Mia madre si è offesa, dicendo che ero “egoista” e che “non tenevo alla famiglia”. Anche Enrico era furioso, ha detto che lo avevo “abbandonato”. Per settimane non ci siamo quasi parlati. Mi sentivo in colpa, ma sapevo di aver fatto la cosa giusta.

Alla fine Enrico ha trovato una soluzione: credo abbia patteggiato con una delle ex perché non lo denunciasse temporaneamente, mentre l’altra sembra semplicemente ignorarla. Ma mia madre ancora oggi pensa che avrei dovuto “mettermi nei suoi panni”. A volte me lo ricorda, soprattutto quando le chiedo di badare a mio figlio.

**Cosa ho imparato**
Questa situazione mi ha insegnato alcune cose. Prima di tutto, non devo permettere ai familiari di manipolarmi con il senso del dovere. Voglio bene alla mia famiglia, ma ho le mie priorità — mio figlio. Poi, bisogna aiutare chi almeno prova a risolvere i propri problemi. Enrico invece è abituato a farsi salvare da me e da nostra madre. E infine, è fondamentale saper dire di “no”, anche se crea risentimenti.

Ora cerco di mantenere le distanze con mio fratello. Con mia madre i rapporti migliorano, ma ho chiarito che non mi farò coinvolgere in queste situazioni. Se avete vissuto esperienze simili, ditemi: come avete gestito i confini con i parenti senza rovinare i rapporti, ma senza farvi sfruttare?

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